Aggredito al Pride perché indossava maglietta con scritta Bella Ciao: intervista a Fabio Carbone

Vincenzo Sbrizzi

Si è visto venire incontro un uomo vestito di nero armato di coltello. La sua colpa era indossare una maglietta con su scritto “Bella ciao”. Sono stati attimi di paura quelli che hanno colpito Fabio Carbone, vicesegretario provinciale di Alleanza Verdi e Sinistra a Caserta. L’esponente politico è stato vittimo di un tentativo di aggressione sabato durante il Napoli Pride. Carbone aveva lasciato il corteo e si stava dirigendo verso via Marina per recuperare l’auto e rientrare a casa. Indossavo una maglietta dell’Associazione nazionale partigiani con la scritta “Bella ciao” e avevo sottobraccio dei cartelloni e delle bandiere di Avs”. Ero insomma facilmente riconoscibile con un attivista politico di sinistra”. Una circostanza che non è passata inosservata a due uomini, vestiti di nero, con il casco e a bordo di uno scooter, che lo hanno seguito e si sono fermati per minacciarlo. “Uno di loro è sceso dallo scooter, ha estratto dalla tasca un coltello e ha cominciato a venirmi incontro. Mentre arrivava mi ha detto ‘comunista di merda’. All’inizio ho creduto si trattasse di una rapina, poi questa frase mi ha fatto realizzare che si trattava di un’aggressione a sfondo politico. È arrivato a due passi da me quando delle auto hanno cominciato a transitare lungo la strada. Così ha deciso di fare marcia indietro, salire sul motorino e andare via con il complice”. Carbone ha denunciato la vicenda in questura a Caserta e ha avvertito i vertici regionali e nazionali del partito. “L’ho fatto perché oltre all’atto criminoso, che ho denunciato alle forze dell’ordine, c’è anche un dato politico gravissimo su cui è necessario accendere i riflettori. “C’era appena stata una manifestazione con 300mila persone che ha messo insieme varie sensibilità attente ai diritti e all’antifascismo. Siamo in un momento in cui si percepisce chiaramente un clima di insofferenza verso colui che la pensa diversamente o prova a dissentire dalle politiche del governo. Ad alimentarlo sono proprio i membri del governo, a cominciare dalla presidente Meloni, che punta il dito contro gli avversari politici utilizzando un linguaggio violento, legittimando così anche gli atteggiamento del più invasato membro della base. La polarizzazione politica estrema del governo in carica sta creando delle ripercussioni sulla società al punto che un rappresentante di Avs viene visto come un nemico anche per le dichiarazioni fatte contro la scelta di candidare Ilaria Salis al parlamento europeo”. Secondo Carbone era necessario parlare della sua vicenda perché “non è più un fatto personale che magari ha a che fare con la microcriminalità urbana ma sta diventando un problema collettivo visto anche l’aumento delle aggressioni negli ultimi giorni. C’è un brodo di coltura fascista che sembra essere culturalmente legittimato da chi governa. Forse non saremo di fronte al fascismo storico ma ormai i richiami continui a quella simbologia stanno venendo fuori ogni giorno, autorizzando chi si rende protagonista di atti di violenza politica perché il vento gira da quella parte. Non possiamo più fare a meno di dire che abbiamo un problema nel nostro Paese”.

in foto Fabio Carbone al Napoli Pride poco prima dell’aggressione.

Iscriviti alla Newsletter

Ti promettiamo che non riceverai SPAM, ma solo informazioni relative
alle nostre prossime live-radio

Condividi con gli amici

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *