Benevento, domenica con il “Piazza Pride”, 9 anni dopo il Primo Pride cittadino.

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Domenica 7 luglio a Benevento ci sarà il “Piazza Pride”, una giornata di confronto e incontro sui diritti delle persone LGBTQIA+. Dopo 9 anni da quel “Benevento Campania Pride” del 6 giugno 2015, torna, anche se non con il tradizionale corteo, il “Pride” a Benevento, nella città di Mastella. Abbiamo raggiunto Giulia Tesauro, tra le organizzatrici del “Piazza Pride” e tra le protagoniste di quel Pride del 2015, per chiedere se ancora una volta “le streghe son tornate”.

Domenica 7 luglio, Piazza Pride, perché, chi sono gli ospiti e come si svolgerà la giornata?
L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla sezione ANPI di Benevento, che ha creduto necessario in questo periodo storico sensibilizzare la cittadinanza sui temi riguardanti i diritti delle persone LGBT+, con la consapevolezza che una società antifascista combatte ogni forma di discriminazione e di intolleranza. All’appello dell’ANPI hanno aderito altre realtà associative locali, tra cui associazioni studentesche e culturali, Libera, Arci, Partito Democratico, Movimento cinque stelle e i sindacati confederali. Si parte dalle ore 18.30 nella cornice di piazza Roma, quindi nel cuore del centro storico cittadino, con dibattiti che vedranno la presenza di vari ospiti, tra cui il professor Paolo Valerio, il giornalista Francesco Lepore con l’attivista Claudia Cavallo, la fondatrice di Famiglie Arcobaleno Giuseppina La Delfa, l’attore e attivista Luca Buongiorno. Avremo anche come ospiti la senatrice del movimento cinque stelle Alessandra Maiorino, tra le autrici del ddl Zan, e Marta Bonafoni dalla segreteria nazionale del Partito Democratico. Porteranno poi il loro prezioso contributo le associazioni che operano sul territorio regionale, come Apple Pie di Avellino che sarà presente in duplice veste attraverso la campagna Rivoluzione Familiare, con cui sta portando avanti una battaglia per gli affidi e le adozioni a coppie non eterosessuali, Antinoo Arcigay Napoli e Arcigay Caserta. Poiché il pride è anche una festa, al termine dei dibattiti faremo festa insieme grazie a due artiste che presteranno la loro musica all’iniziativa e che sono Alessia Minichini e Antonella Bianco, in arte Nemesisterica e Antoa Supertramp. Ci saranno altre attività ma non voglio spoilerare niente perché spero di vedervi in piazza domenica!

Benevento nel 2015 ha ospitato il suo primo Pride. Dopo 10 anni è possibile il prossimo anno una seconda edizione?
Ma magari! Partecipai all’organizzazione di quel Pride con l’associazione Wand, che ha fatto da apri-pista portando per la prima volta la comunità locale a confrontarsi con questi temi. Ricordo ancora l’entusiasmo che mobilitò una città che non aveva mai visto niente di simile. Spesso ho sentito commenti del tipo “non sembrava di stare a Benevento”. E invece certe cose possono succedere anche qui. Sono passati quasi dieci anni da quel Pride. In questi anni tante piccole cose si sono mosse. L’università degli studi del Sannio ha introdotto la carriera alias, così come alcuni istituti scolastici. Sono stati organizzati convegni, dibattiti. Con l’associazione Exit Strategy abbiamo messo su uno sportello di consulenza legale e psicologica a cui può rivolgersi chi si trova a vivere difficoltà legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere. L’anno scorso, con la cooperativa sociale Social Lab 76 abbiamo affrontato lavorato sul contrasto alle discriminazioni verso le persone LGBT+ con cinque scuole tra Benevento e provincia. Questi piccoli passi sono il segnale che quindi un’esigenza da parte del territorio c’è. Ben venga quindi anche un Pride, un pride che sia di lotta e di rivendicazione. “La prima volta fu rivolta” dice uno slogan che descrive così i moti di Stonewall, abitualmente considerati l’inizio di tutti i pride. La gente di Stonewall era stanca di subire le prepotenze della polizia. Oggi noi stiamo assistendo a un vertiginoso dietro-front sul tema dei diritti, sotto più punti di vista. Spero allora che la stanchezza porti alla rivolta e che sia una rivolta che faccia dell’intersezionalità una pratica più che una bandiera. Può apparire qualcosa di scontato ma credo vada ribadita la consapevolezza che i diritti civili non possono essere sganciati da quelli sociali.

Mastella nel 2016 disse: No Gay Pride a Benevento, è volgare e pacchiano. Come ha reagito a questo Piazza Pride?
L’amministrazione comunale ha riconosciuto con una delibera di giunta la notevole importanza sociale dell’iniziativa e le sue ricadute positive sulla collettività. E’ un passo importante che mi ha notevolmente stupita. Oltre, infatti, alle dichiarazioni del nostro sindaco che tu hai citato, ricordo in passato la sua opposizione ai DiCo. Sono contenta di notare questo cambio d’opinione e mi aspetto quindi che il primo cittadino continui ad appoggiare iniziative di questo tipo, ad esempio organizzando iniziative ad hoc il 17 maggio, giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, incentivando le attività di sportelli anti-discriminazioni e trascrivendo alla nostra anagrafe i figli nati all’estero da coppie omogenitoriali, come hanno fatto altri sindaci tra cui Gualtieri a Roma e Sala a Milano.

Quanto Benevento ha bisogno del Pride e della presenza di associazioni o gruppi Lgbtqia+?
Benevento negli ultimi anni ha conosciuto una percentuale di spopolamento impressionante. Il grande esodo ha il volto di ragazze e ragazzi che ogni anno e in maniera sempre più massiccia lasciano questa terra per cercare altrove opportunità lavorative, ma non solo. A volte quello che si cerca è anche una boccata d’ossigeno, la sensazione di poter costruire qualcosa in un contesto che incoraggia i propri entusiasmi. Qui manca un fermento culturale e associativo che sembra essersi assopito, fatta eccezione per alcune realtà che con coraggio ogni giorno cercano di invertire la rotta. Io credo che ci sia bisogno di associazionismo in generale e di un dibattito culturale, artistico che parta dal basso. Un pride può avere anche questo tra i suoi effetti, può portare a costruire reti come antidoto all’isolamento. Non dimentichiamo che siamo la città delle janare e che proprio il motto del Benevento Campania Pride del 2015 era “Le streghe son tornate”. Tradizione racconta che queste donne così temute fossero capaci anche di trovare una cura a molti mali, e di passare attraverso le porte chiuse, di qui il loro nome. Possiamo recuperare queste capacità insite nella nostra storia, possiamo ancora portare lo scompiglio come cura, mischiare le carte in tavola, sovvertire le regole e attraversare i confini.


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