Tom Daley campione di diritti e medaglia rainbow a vita

Danilo Di Leo

Nei giorni delle Olimpiadi parigine, tra vittorie e delusioni, tra polemiche e invasioni di campo da parte della politica e dei tanti “benpensanti”, arriva l’ennesima medaglia di Tom Daley, sempre più simbolo e paladino delle lotte per i diritti delle persone LGBTQIA+. Pertanto decidiamo di ospitare sulla nostra testata una riflessione di Danilo Di Leo, Presidente dell’associazione Pride Vesuvio.

Chi meriterebbe la medaglia del super campione olimpico per i diritti civili di queste olimpiadi parigine, oro, argento, bronzo e quindi rainbow? Vincitore di questa favolosa medaglia ovviamente, ancora una volta, il grande Tom Daley.

Tom Daley tuffatore olimpionico che dal 2012 porta sempre a casa una medaglia da podio, un campione tutto muscoli dal viso dolce dietro il quale c’è un uomo sposato, un padre di due bimbi meravigliosi ma soprattutto un uomo di 29 anni con tanto coraggio.

Sì, è coraggio quello che lui ha come dote rispetto ad altre personalità di spicco, perché non solo in ambito sportivo serve il coraggio nel fare rinunce, sacrifici, e lavorare sodo per ottenere risultati di livello, ma lui ha anche quel coraggio di essere sé stessi, con la consapevolezza di avere l’opportunità e il dovere di poter manifestare al mondo intero, attraverso le telecamere olimpioniche, l’orgoglio di persona libera e serena con il proprio orientamento sessuale.

Tom Daley oggi è un campione olimpico e sposato dal 2017 con Dustin Lance Black (regista del film MILK) con il quale ha una famiglia arcobaleno, favolosamente presente a queste ultime olimpiadi con la t-shirt personalizzata “That’s my Papà”, ma nemmeno per Daley la vita adolescenziale è stata semplice, ha dichiarato di aver sofferto di bullismo da piccolo per il suo fisico minuto e il suo orientamento sessuale tanto da aver lasciato la scuola, e invece oggi afferma la propria identità e vive serenamente la sua personalità attraverso piccoli grandi gesti di libertà durante le olimpiadi, come lavorare serenamente ad uncinetto sugli spalti o asciugarsi con l’asciugamano Rainbow, ma anche quotidianamente attraverso i suoi seguitissimi profili social dove afferma da anni il suo impegno nella battaglia in nome dei diritti LGBTQIA+.

Eppure ancora oggi nel 2024 ci sono personalità famose nel mondo dello sport, ma anche nell’arte che nascondono o, forse peggio, omettono il proprio orientamento sessuale, forse per mancanza di coraggio o per paura di perdere il proprio successo senza sentire quel dovere di non nascondersi soprattutto in occasioni di visibilità mondiale per divulgare il senso di libertà e di coraggio che uno sportivo o una persona di successo dovrebbe avere come principio fondamentale per raggiungere serenamente i proprio obiettivi, senza aver paura di perdere la propria fama, sensibilizzando chi ancora oggi confonde l’ultima cena di Da Vinci con una rappresentazione artistica di un banchetto degli dei sull’Olimpo, e trasmettendo coraggio a chi sogna le olimpiadi e magari ha ancora paura di fare coming out, così come quei tanti personaggi famosi dei quali si sa, si dice, ma non dicono di sé e dei loro amori.

Ringraziamo Tom Daley, per la sua semplicità nell’essere serenamente se stesso, per questo per noi è indiscussamente e favolosamente “medaglia Rainbow” per tutta la vita.

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