Perché il nuovo governo in Polonia può essere una buona notizia per il mondo LGBTQI+
Vincenzo Sbrizzi
Non è bastata un’intera campagna elettorale giocata sulla paura verso le persone LGBTQI+ come primo nemico. È stata questa parte della strategia che ha utilizzato il partito di destra Pis, Diritto e Giustizia, per provare a vincere le elezioni in Polonia. Una strategia perdente visto che, nonostante il grande consenso oltranzista ottenuto, a spuntarla è stata la coalizione di centrosinistra guidata da Donald Tusk ha ottenuto la maggioranza e in settimana verrà investita dell’incarico di formare il nuovo governo. Se l’operazione dovesse andare a buon fine, scongiurando qualsiasi altro tipo di apparentamento, il partito di Jaroslaw Kaczynski dovrebbe rassegnarsi a rimanere all’opposizione assistendo a uno spostamento verso le posizioni europee sui diritti civili. Il centrosinistra, infatti, ha promesso passi avanti rispetto alla comunità LGBTQI+ provando a porre fine a una serie di discriminazioni subite negli ultimi anni. Il governo Tusk dovrà fare i conti con un Paese che resta fortemente cattolico e in alcuni casi subisce un atteggiamento non proprio di apertura da parte della chiesa. Atteggiamento che strizzava l’occhio ad alcune proposte avanzate in campagna elettorale dalla destra. Era il caso, per esempio, dell’aperta opposizione al matrimonio di persone dello stesso sesso. Per non parlare poi dell’adozione sempre per le coppie omosessuali. In entrambi i casi anche la chiesa polacca non poteva che essere d’accordo. Il Pis in campagna elettorale era poi arrivato a fare anche peggio provando a entrare anche “nelle menti” dei bambini. Una delle proposte era quella di vietare qualsiasi tipo di insegnamento nelle scuole che riguardasse i diritti LGBTQI+. L’obiettivo era quello di creare delle “zone libere dall’ideologia LGBT”, così come lo definiva il partito oltranzista, ampliando una misura che di fatto era già stata sperimentata in cinque regioni polacche nel 2019 e che somigliava molto a quella già applicata dalla Russia di Putin. Era questo lo scenario, che resta incombente, da evitare con la nuova maggioranza al potere, peraltro vicina anche ad altri temi cari all’Unione europea. Un cambio di scenario che solo la coalizione di centrosinistra sembra poter garantire, l’unica in cui non è prevista la presenza di Diritto e Giustizia che però mantiene un seguito preoccupante nel Paese e si propone comunque come la forza più importante a livello nazionale.