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Udine, Comune iscrive all’anagrafe bimbo con dure mamme. Le associazioni LGBTQIA+: “Passo avanti, ora la Legge”.

Udine, Comune iscrive all’anagrafe bimbo con dure mamme. Le associazioni LGBTQIA+: “Passo avanti, ora la Legge”.

Diritti civili

14 Febbraio 2024

Di: Radio Pride

Salvatore Piro

Il Comune di Udine ha per la prima volta iscritto all’anagrafe un bimbo con due mamme. Il sindaco Alberto Felice De Toni ha infatti accolto la richiesta della madre intenzionale per permetterle di esercitare i diritti e i doveri di genitore nell’interesse del neonato. “Con questo atto – ha spiegato De Toni, eletto nel 2023 a capo di una coalizione di centrosinistra – in attesa della conclusione del procedimento di adozione, il minore risulta in maniera formale e sostanziale tutelato nei propri diritti.
Il sindaco ha fatto sapere che l’atto è stato formato “in attesa della conclusione del procedimento di adozione”. La madre udinese ha quindi dovuto chiedere l’adozione del proprio figlio al Tribunale per i Minorenni e il Comune di Udine ha deciso di riconoscere la genitorialità della signora, in attesa della pronuncia di “questo Tribunale” dati i tempi lunghi delle adozioni di questo tipo, che possono richiedere fino a 2 anni per il loro completamento.
“Rispetto agli altri Comuni abbiamo preso atto della procreazione medicalmente assistita“, ha detto ancora De Toni. Le due donne hanno già due bambini, nati all’estero. Questo per loro è il terzo figlio.
Le associazioni LGBTQIA+ del Friuli Venezia Giulia in una nota “appoggiano e sostengono l’iniziativa del sindaco di Udine”. Pronta la presa di posizione di Spazio Udine, lista civica presente nella giunta comunale con due assessori. “Riconoscere le famiglie LGBTQIA+ è un passo importante verso una società più giusta, inclusiva e rispettosa dei diritti fondamentali di tutte le persone”, si legge in una nota delle associazioni LGBTQIA+.
“Sosteniamo con convinzione l’iniziativa del sindaco del Comune di Udine”, prosegue il comunicato. “È un’azione che mette in luce l’immobilismo del parlamento italiano, che non sostiene e non tutela le famiglie omogenitoriali e non riconosce loro piena cittadinanza e parità di diritti. Nostro dovere, anche istituzionale, è continuare a mantenere accesa l’attenzione su questi temi. E la soluzione normativa per questo riconoscimento è già a portata di mano”. La proposta di Legge delle associazioni Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno è infatti a disposizione dei gruppi parlamentari da più di un anno e “prevede la piena eguaglianza per tutte le famiglie, garantendo il riconoscimento dello stato di figli di entrambi i genitori a tutti i bambini”.