Seconda edizione del Priot Pride: quest’anno la dedica alla Palestina
Vincenzo Sbrizzi
Sarà ancora un pride di contestazione quello che vedrà protagonista il quartiere Quadraro a Roma. Il 1 giugno sfileranno per le strade romane le attiviste del Priot Pride che dichiarano sui social di voler dar vita a un pride “dal basso, radicale, transfemminista, antifascista, anticapitalista”. Il tema fondamentale della manifestazione sarà la crisi in Medio Oriente. Un conflitto in cui le manifestanti si schierano dalla parte del popolo palestinese parlando chiaramente di un genocidio in corso. Il concentramento è previsto per le 17 a Largo Spartaco (Metro A – Numidio Quadrato). Il manifesto politico della manifestazione fa riferimento anche all’ispezione all’ospedale Caruggi che ritengono “intimidatoria”. Inoltre rimangono ferme le posizioni contro il movimento Pro-Vita che proprio nelle ultime ore ha denunciato un attacco alla sua sede romana. Da un comunicato del movimento si legge che sulle serrande della sede di viale Manzoni sono state trovate scritte come ”Pagherete”, ”Non vi daremo pace”, ”Rivolta Trans”. Secondo i responsabili del gruppo, la firma del raid sarebbe proprio delle attivista Priot. ”Quello di stanotte è il dodicesimo attacco vandalico alla nostra sede in meno di tre anni, il secondo nel giro di un mese: è una vera e propria persecuzione con una preoccupante escalation di contenuti violenti e minacciosi”, afferma il presidente di PRO VITA & Famiglia Antonio Brandi. ”Le associazioni abortiste e arcobaleno – continua Brandi – fomentano da anni un clima di odio e intolleranza nei confronti di chi si dichiara PRO VITA, culminato nell’attacco dello scorso 25 novembre col lancio di un ordigno esplosivo all’interno della sede, e dopo le ultime minacce temiamo per la nostra incolumità personale. Chiediamo quindi al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di attenzionare particolarmente il clima di ostilità e minacce fisiche di cui siamo vittime, e ci aspettiamo che il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri e tutti i partiti politici condannino l’accaduto senza se e senza ma”, conclude Brandi.