Venezia si colora di arcobaleno: domani 9 giugno andrà in scena il Laguna Pride
Sharon Santarelli
Le calli ed i campi di Venezia si preparando all’onda arcobaleno che, tra una manciata di ore, li attraverserà per rivendicare una città transfemminista, anticapitalista e antirazzista.
Abbiamo raggiunto gli organizzatori, con i quali abbiamo fatto il punto della situazione su ciò che succederà domani.
Domenica 9 giugno si svolgerà il Laguna Pride. Come è nata quest’idea?
Il Laguna Pride nasce da un percorso avviato ormai due anni fa dall’assemblea QueerWeGo, svoltasi all’interno del Laboratorio Occupato Morion. La volontà del Laguna Pride è far vedere che Venezia è una città viva, e che al suo interno esiste una comunità LGBTQIA+, già troppo a lungo silenziata, che vuole riprendersi l’attenzione che le spetta. Siamo un Pride anticapitalista, antifascista e antirazzista, e siamo un Pride transfemminista. Vogliamo costruire un Pride dal basso, fuori da ogni logica di rainbow washing, che troppo spesso vediamo all’interno degli altri Pride italiani.
Cosa è previsto per l’evento?
Partiremo dalla stazione di Venezia Santa Lucia alle 17, per attraversare la città e finire a Riva delle Zattere. Lì si terrà un palco con interventi, esibizioni live e drag show.
Come si è svolta l’organizzazione del Pride e come avete coinvolto la comunità?
Organizzare un Pride non è facile, è servito partire per tempo, annunciare la data mesi prima. Abbiamo fatto varie call aperte per volontariə, fotografə e artistə per poter organizzare tutto al meglio, abbiamo fatto eventi e incontri organizzativi!
Come si svolgerà l’evento? Sono previsti interventi?
Attraversermo la città dalla Stazione fino a Riva delle Zattere. Interverremo in più punti particolari della città per rimarcare le nostre istanze. Particolare risalto avrà l’associazione Famiglie Arcobaleno, dal momento che il giorno dopo si terrà un presidio proprio a Venezia davanti alla Stazione.
Quali sono le criticità che avete affrontato durante l’organizzazione?
Certamente non è facile organizzare un Pride, soprattutto in una città come Venezia. Uno dei problemi maggiori qui è infatti l’accessibilità. È impossibile attraversare Venezia senza incontrare delle barriere architettoniche: come anche l’anno scorso, siamo riuscitə a organizzare un percorso accessibile “a metà”. Da campo santa margherita, accessibile dalla fermata del vaporetto S. Basilio, si proseguirà fino alle Zattere senza dover incontrare alcun ponte.
Quali sono le principali sfide che la comunità LGBTQIA+ deve affrontare nella vostra città?
Sicuramente uno dei problemi principali è quello degli spazi sicuri: Venezia è una città sempre più venduta al turismo, e il posto per lə residentə è sempre meno, figurarsi per le persone queer! In una società eterocispatriarcale è difficile essere persone e corpi non conformi, e in una città poco accogliente di suo diventa ancora difficile. Non è raro sentire di ragazze e persone queer molestate per le calli di Venezia, con il nostro Pride cerchiamo di creare uno spazio attraversabile da tuttə che sia veramente safe.