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Lo strano caso della coppia di italiani fermati con una bambina in Argentina: prima inchiesta sulla GPA?

La piccola è nata in una clinica di Buenos Aires il 10 ottobre scorso e la madre surrogata sarebbe una donna di Rosario. "È in una situazione di estrema vulnerabilità", ha detto un funzionario che conosce il caso

Lo strano caso della coppia di italiani fermati con una bambina in Argentina: prima inchiesta sulla GPA?

Cronaca, Diritti civili, News

31 Ottobre 2024

Di: Vincenzo Sbrizzi

Due uomini sono stati fermati all’aeroporto di Buenos Aires mentre cercavano di salire a bordo di un aereo diretto a Parigi, per poi raggiungere l’Italia, con una bimba nata dalla gestazione per altri. È quanto riferisce il quotidiano argentino ‘La Nacion‘ precisando che il fermo è avvenuto venerdì scorso sulla base di un ordine federale che ha imposto ai quattro – anche alla madre surrogata – di non lasciare l’Argentina.

La piccola è nata in una clinica di Buenos Aires il 10 ottobre scorso e la madre surrogata sarebbe una donna di Rosario. E ancora, secondo quanto riferisce il quotidiano uno dei due uomini, che hanno concordato la nascita della piccola con la 28enne senza lavoro e che versa in una situazione economica molto difficile, sarebbe un oncologo di Padova. Secondo un funzionario che conosce la vicenda “si tratta di un caso molto delicato. In Argentina – ha aggiunto – questa materia non è regolamentata e quindi non è chiaro di quale reato si tratti o chi sia il responsabile“. Il fermo è avvenuto sulla base di un ordine federale che ha imposto ai quattro, con loro vi era anche la madre, di non lasciare l’Argentina. Nel mirino degli inquirenti tuttavia, sempre secondo il quotidiano, non sarebbero i due cittadini italiani, per i quali è stato comunque decretato il divieto di lasciare il Paese, né la madre della bambina. I tre sarebbero considerati piuttosto vittime di un’organizzazione che sfrutta donne in situazione di estrema vulnerabilità e di persone che desiderano avere un figlio. Dal 16 ottobre l’Italia considera la gestazione per altri come un ‘delitto universale’ e la coppia fermata in Argentina rischierebbe quindi l’apertura di un procedimento penale anche in Italia.

La bambina è stata affidata a loro che nel frattempo hanno affittato un appartamento a Buenos Aires. I due uomini si sono impegnati a non portare la bambina fuori dal Paese, ha detto a La Nacion l’avvocato che li rappresenta nel caso, Arnaldo Germán Pereira Dos Santos. Quella della gestazione per altri “è una questione che in Argentina non è stata legiferata. La stiamo studiando. È un caso molto difficile“, ha dichiarato un inquirente che si sta occupando del caso, precisando che non è ancora chiaro quale sia il reato, né chi siano gli autori, anche se si ritiene che sia l’organizzazione che ha messo in piedi il business approfittando dei bisogni delle persone. Negli ultimi mesi sono stati aperti casi simili in diverse parti del Paese e attualmente sono in corso indagini su oltre 100 casi di presunta tratta.

Inoltre, a Cordoba, lo scorso luglio, sono state convocate per un interrogatorio nove persone accusate di aver reclutato donne in situazioni di vulnerabilità. Il provvedimento comprendeva i proprietari di due cliniche di fecondazione assistita che offrivano il servizio a chi voleva diventare genitore, avvocati che si occupavano degli aspetti legali, e psicologi che certificavano l’idoneità delle donne reclutate per queste procedure. Quello di venerdì 25 ottobre, secondo la ricostruzione sempre de “La Nacion”, era il terzo tentativo di partire con la bambina da parte della coppia di italiani. Un campanello d’allarme si è attivato mercoledì al servizio immigrazione dopo che una giovane si è presentata con un uomo italiano all’Aeroparque, uno degli aeroporti di Buenos Aires, dicendo di volerlo autorizzare a viaggiare da solo con il loro bambino. Le autorità dell’ufficio immigrazione hanno notato, secondo fonti citate da La Nacion, che la madre era molto distante dalla neonata e che c’era una notevole distanza anche con l’uomo che si presentava come suo compagno.

Quel giorno sono andati via senza completare la procedura, ma il giorno dopo, cioè giovedì, hanno fatto un altro tentativo all’aeroporto di Ezeiza: i documenti erano in regola perché entrambi erano indicati come genitori della bambina, ma la donna risultava domiciliata a Rosario mentre l’uomo, che viveva in Italia, aveva registrato un solo viaggio precedente in Argentina, ad agosto 2023, il che escludeva la possibilità di un concepimento naturale da parte della coppia. Il servizio immigrazione ha dunque contattato il Tribunale federale numero 1 di Lomas de Zamora, competente per l’aeroporto, e ha presentato una denuncia.

Sempre secondo quanto riporta La Nacion, il giudice Federico Villena ha inviato il caso al procuratore Sergio Mola, che ha chiesto l’apertura di un’indagine in sede penale per tre possibili reati: traffico di persone, vendita di bambini o appropriazione di minori. “In ogni caso, all’epoca nulla impediva a coloro che erano registrati come genitori della bambina di presentarsi davanti a un notaio per autorizzare la partenza dell’uomo con la bambina“, sottolinea il giornale, aggiungendo però che la strada che hanno scelto è stata un’altra: hanno deciso di fare un altro tentativo di partenza verso l’Europa, stavolta in quattro, cioè compresa la donna.

I due uomini avevano contattato la donna, madre naturale della piccola, tramite un gruppo Facebook. È quello che ha detto lei stessa alla polizia, raccontando che i due le hanno offerto 10 milioni di pesos (poco più di novemila euro). Le hanno fatto diversi esami e le hanno detto che era idonea alla gestazione per altri. La giustizia ha elementi per sostenere che la donna, 28 anni, lo ha fatto perché, come si legge nelle carte, ha una pessima situazione economica, non ha un lavoro, non ha finito la scuola e sta crescendo da sola una figlia minorenne.È in una situazione di estrema vulnerabilità“, ha detto un funzionario che conosce il caso. La coppia, sempre stando al racconto della donna, l’ha iscritta a un piano Swiss Medical e le ha fatto firmare una serie di documenti che non ha compreso appieno. Ha raccontato che dopo sei mesi di gravidanza i due italiani le hanno pagato i sei milioni, che lei voleva usare per costruire una stanza nella casa di sua madre, ma che poi si è resa conto che quello che aveva ricevuto non era abbastanza.