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Valditara e “il patriarcato che non esiste più”: la violenza è colpa dei migranti

Il ministro dell'Istruzione ha fatto discutere per il suo discorso all'inaugurazione della fondazione dedicata a Giulia Cecchettin

Valditara e “il patriarcato che non esiste più”: la violenza è colpa dei migranti

News, Politica

20 Novembre 2024

Di: Vincenzo Sbrizzi

“Deve essere chiara a ogni nuovo venuto, a tutti coloro che vogliono vivere con noi, la portata della nostra Costituzione, che non ammette discriminazioni fondate sul sesso. Occorre non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”. Con questa dichiarazione il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara ha “salutato” in un videomessaggio la nascita della fondazione dedicata alla memoria di Giulia Cecchettin. Parole che sono state proiettate all’incontro e che hanno scatenato dure reazioni da parte del mondo politico ma soprattutto da parte della famiglia della giovane donna uccisa. Valditara ha messo in relazione i casi di violenza sessuale a un aumento dell’immigrazione illegale, dopo aver anche redarguito la lotta ideologica al patriarcato: “I percorsi ideologici non mirano mai a risolvere i problemi” ma ad “affermare una personale visione del mondo. “E la visione ideologica è quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato”, ha affermato. “Non si capisce perché la sinistra la butti sempre in rissa”, replica Valditara sottolineando che il patriarcato “non esiste più dalla riforma del 1975”, esiste il “maschilismo contro cui si deve lottare” ha infine chiosato rincarando la dose.

La risposta di Gino Cecchettin

“Vorrei dire al ministro che chi ha portato via mia figlia è italiano. La violenza è violenza, indipendentemente da dove essa arrivi. Non ne farei un tema di colore, ma di azione. Di concetto”. Così gli ha risposto Gino Cecchettin, in un’intervista al Corriere della Sera. Secondo Gino Cecchettin, il ministro ha “descritto benissimo” il patriarcato: “Non è che se neghi una cosa questa non esiste. Il ministro ha parlato di soprusi, di violenze, di prevaricazione. È esattamente quello il patriarcato ed è tutto ciò che viene descritto nei manuali. Mi sembra solo una questione di nomenclatura. È la parola, oggi, che mette paura: ‘patriarcato’ spaventa più di ‘guerra’. È un problema sociale, non ideologico. Quando ci riapproprieremo tutti del significato di questa parola, vorrà dire che avremmo fatto metà della strada”.

Le parole della sorella di Giulia, Elena

Molto più dura è stata la presa di posizione della figlia e sorella della vittima, Elena. “Dico solo che forse, se invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e ‘perbene’, si ascoltasse non continuerebbero a morire centinaia donne nel nostro Paese ogni anno”. Lo ha affermato, su Instagram, in risposta a distanza alle affermazioni del ministro. “Mio padre ha raccolto i pezzi di due anni di dolore e ha messo insieme una cosa enorme. Per aiutare le famiglie, le donne a prevenire la violenza di genere e ad aiutare chi è già in situazioni di abuso. Oltre al depliant proposto (che già qua non commentiamo) cos’ha fatto in quest’anno il governo? Perché devono essere sempre le famiglie delle vittime a raccogliere le forze e a creare qualcosa di buono per il futuro?” sono le domande che si pone Elena.

La condanna di Gilda Sportiello

Condanna unanime è arrivata da parte di tutte le opposizioni è su tutte si è distinto l’intervento della deputata del M5s, Gilda Sportiello. “Il Ministro Valditara non solo fa dichiarazioni razziste assolutamente infondate che collegano fenomeni migratori e femminicidi, ma rilancia, rispecchia e dichiara che non esiste il patriarcato, che si tratta solo di una questione ideologica, e che l’obiettivo è consentire a una donna di sentirsi libera sicura e di avere pari opportunità. Il ministro Valditara da maschio vuole concederci la libertà, consentircela. Ecco, ministro, questo è il patriarcato: un sistema di potere in cui sono gli uomini a detenere il potere e parlano proprio come lei, scambiando i nostri diritti per vostre gentili concessioni. E no, gli uomini violenti non sono uomini immaturi, sono lo specchio di una cultura che li rafforza e gli riconosce un ruolo centrale in cui il loro potere si estende anche alla vita delle donne. La violenza maschile sulle donne è molto più complessa Ministro. Non sono residui di maschilismo, è violenza del patriarcato che lei oggi ha sminuito. E basta pure dire che le donne devono essere difese come ha detto la Ministra Roccella! La violenza sulle donne la agiscono gli uomini, sono loro che non devono fare violenza. Non siamo noi a dover essere protette e difese, sono gli uomini a non dover essere violenti!” ha concluso Sportiello.