1° dicembre: oggi si celebra la giornata mondiale per la lotta all’AIDS
L'importanza delle prevenzione è parte integrante per la lotta contro l'HIV. In Italia aumentano le nuove diagnosi di infezione da HIV e oltre il 60% di queste sono tardive
Come ogni anno, dal 1988 (anno in cui è stata istituita), il 1 dicembre ricorre la giornata mondiale contro l’AIDS.
Una giornata per mantenere alta l’attenzione su un’emergenza di salute globale su cui l’informazione, la prevenzione e lo screening sono necessari per riconoscere la sieropositività all’infezione, grazie al quale è possibile avviare tempestivamente il percorso terapeutico e contrastare paure e fobie, spesso irrazionali e ascientifiche.
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità
Secondo i dati appena pubblicati dal Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel 2023 si è tornati vicini ai livelli Pre-Covid. La maggior parte delle infezioni derivanti da rapporti sessuali riguardano per il 38,6% gli MSM (uomini che fanno sesso con uomini), per il 26,6% uomini che hanno rapporti etero e per il 21,1% donne che hanno rapporti etero. Le nuove diagnosi di HIV nel 2023 sono state 2349, in aumento rispetto alle 2140 del 2022 e vicine alle 2510 registrate nel 2019.
Dal 2015, inoltre, è in continuo aumento la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV, cosiddetti late presenters: delle nuove diagnosi, oltre il 60% è avvenuta quando la conta dei linfociti CD4 era inferiore a 350, un valore già critico per il sistema immunitario. Questo valore è superiore alla media dell’Europa occidentale (45,9), centrale (57%) e orientale (59,5%). Di conseguenza, molte persone arrivano alla diagnosi di infezione da HIV quando sono già in AIDS: Nel 2023, il 77,2% delle persone diagnosticate con AIDS (532) non aveva ricevuto una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS.
“I dati più recenti dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) – ha commentato il Direttore Generale dell’AIFA Mario Melazzini – rivelano che l’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV si è mantenuta costante negli ultimi 4 anni ed è attualmente in lieve decremento e anche il numero di casi di AIDS è stabile. Tuttavia, per circa il 35% delle nuove diagnosi di sieropositività all’HIV il successo delle terapie è fortemente compromesso dal ritardo con cui le persone decidono di sottoporsi al test. Sono dati che dimostrano quanto sia ancora impegnativa la battaglia contro il virus dell’HIV, per quanto la ricerca clinica stia andando avanti negli ultimi anni. Sono state approvate a livello europeo diverse combinazioni di medicinali per il trattamento dell’infezione da HIV, ma sono ancora necessari nuovi trattamenti per migliorare la tollerabilità delle attuali terapie e per trattare infezioni da ceppi di HIV resistenti.”
I risultati del 2023 nel mondo
Il 2023 ha visto ridursi in maniera importante il contagio da HIV a livello globale. 31 milioni di persone hanno ricevuto terapie antiretrovirali salvavita. Un numero importantissimo che segna il successo delle sanità pubbliche che ha ridotto il numero di morti legate all’AIDS, portandolo al livello più basso mai registrato dal picco del 2004.
Tuttavia, ad oggi, 9,3 milioni di persone che vivono con l’HIV non hanno accesso alle terapie e la copertura dei servizi di prevenzione tra le popolazioni a maggior rischio resta sotto il 50%. Questi dati evidenziano la necessità di un impegno maggiore e di risorse adeguate per garantire che tutti i progressi fatti non vengano vanificati.
La scienza fa progressi ma la società non sta al suo passo
Uno studio del 2018 ha dimostrato che un soggetto sieropositivo che si sottopone costantemente alle terapie può avere rapporti sessuali non protetti o avere figli senza trasmettere il virus dell’HIV, in quanto la terapia somministrata azzera la presenza di virus nel sangue e nello sperma evitandone la trasmissione secondo il principio ormai consolidato U=U (undetectable=untrasmissble). Una verità scientifica molto importante ma che purtroppo ancora in pochi conoscono.
Una notizia che, al contrario, aiuterebbe le persone che vivono con l’HIV dall’alone di diffidenza che le circonda. Ad oggi, grazie alle terapie, le persone che vivono con l’HIV possono condurre una vita assolutamente usuale, al pari dei soggetti che vivono senza il virus. Molto spesso però i soggetti che vivono con HIV sono vittime di discriminazione in molti ambienti; siano lavorativi, familiari e spesso anche ospedalieri.
L’importanza della prevenzione
Il fatto che, grazie alle cure, le persone non muoiano più non significa che si possa evitare di parlare dell’Hiv. Per combattere il virus dell’HIV c’è bisogno delle cure e per curarsi è necessario sapere di aver contratto il virus. Conoscere di essere sieropositivi è l’unico modo per combatterlo e neutralizzarlo. La prevenzione è fondamentale. E’ un tassello senza il quale non si può andare avanti nella lotta contro l’HIV. Ma conoscenza vuol dire anche superare paure e fobie che ancora oggi resistono e che alimentano pregiudizi e discriminazione.
Moltissime le iniziative in tutta Italia. Riparte We-Test
In tutta Italia, questo fine settimane, sono molteplici le iniziative a favore della prevenzione. Screening gratuiti saranno possibili anche a Napoli, in Piazza San Domenico Maggiore, dalle 10 alle 21 del 1° dicembre. Chi effettuerà il test, anonimo e gratuito, per l’HIV (e la sifilide) avrà anche la possibilità di degustare una sfogliatella. “Ama oltre la sfoglia: scegli la prevenzione”, è lo slogan organizzato da Antinoo Arcigay Napoli, in collaborazione con Pride Vesuvio Rainbow, l’Ospedale Cotugno e con il supporto del Csv di Napoli e del progetto We-Test.
Il progetto We Test – Mettiamo la Salute in Circolo prevede il Test Rapido HIV nei circoli ricreativi e nelle associazioni LGBTQIA+, promosso da Arcigay, ARCO, ARC Onlus, ASA Onlus, Mario Mieli, Ireos, Gaynet, NPS, NUDI, Plus Onlus. L’obiettivo è diffondere la cultura del Test e della salute sessuale in spazi che sono fondamentali luoghi di incontro, libertà e consapevolezza personale, attraversati dalle persone LGBTQIA+ e di ogni identità: pronti migliaia di kit in oltre 30 città.