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Sanremo 2025: chi osa vince e Geppi lo sa

Geppi Cucciari illumina la serata delle cover

Sanremo 2025: chi osa vince e Geppi lo sa

Costume & Società

15 Febbraio 2025

Di: Benito Dell'Aquila

Ci siamo, è passata anche la serata delle cover, quella che, senza troppi giri di parole, è forse la più amata dal pubblico. Perché? Semplice: si canta, ci si emoziona e soprattutto si sa cosa aspettarsi, almeno in parte. I grandi successi nazionali e internazionali risuonano all’Ariston, e il pubblico si gode lo spettacolo con i propri beniamini. E poi ci sono le collaborazioni, che mescolano mondi diversi e, talvolta, regalano perle. Certo, ci sarà sempre chi griderà allo scandalo, immaginando l’autore originale del brano rivoltarsi nella tomba, ma Sanremo è anche questo: chiacchiericcio da bar e gusti personali sparati a raffica sui social.

Benigni, il solito uragano, ma a Conti il controllo non sfugge

Si parte forte con Roberto Benigni, che scende in campo come solo lui sa fare: senza freni. Domarlo? Impresa impossibile. O forse no.

Il comico toscano gioca sull’ambiguità, giura che di politica non si parla e poi, con la maestria di chi la satira la conosce davvero, fa esattamente il contrario. Il giochino sulla doppia Giorgia – la cantante e la Premier – è servito su un piatto d’argento: “C’è quest’anno, ci sarà anche l’anno prossimo e quello dopo, ci sarà per diversi anni. Dammi retta, mettiamoci l’anima in pace: ci sarà per un bel po’.”

E mentre il pubblico ride, Benigni non si tira indietro: una frecciata a Trump, una a Elon Musk e poi un omaggio quasi commovente a Sergio Mattarella, proprio nei giorni in cui la Russia lo ha accusato di essere un blasfemo. “Presidente, siamo sempre vicini alle sue parole, ci riconosciamo, non abbiamo mai sentito uscire da lei una parola che non fosse di verità e di pace. Siamo orgogliosi di essere rappresentati da lei, per la sua dignità e umanità“.

Benigni, l’indomabile, non può andare a ruota libera. Carlo Conti, con la compostezza di chi sa bene dove si trova, gioca di sponda, lo incalza, gli gira intorno e da scaletta pare che tutto si sia concluso prima del previsto. Come? Cantando. Scena preparata? Se sì, peccabile. Se no, è stato un colpo basso. Conti il Festival lo guida col guinzaglio corto e la situazione non gli sfugge mai di mano.

Geppi Cucciari la regina del palco che avremmo voluto tutte le sere

E poi c’è Geppi Cucciari. Disarmante, precisa, feroce e mai sopra le righe. Il palco è il suo campo da gioco e lo dimostra dal primo istante: battute affilate, riferimenti politici e sociali dosati con la giusta intensità, e quella capacità di leggere la situazione con una rapidità da fuoriclasse. Geppi c’è, Geppi funziona, Geppi non sbaglia una mossa.

La domanda sorge spontanea: perché non darle la co-conduzione per tutte le serate? Perché privarsi di un talento che sa essere incisivo senza strafare? Domande che resteranno senza risposta, ma che fanno riflettere su quanto sia raro trovare una conduzione al femminile che non scivoli mai nel prevedibile.

Tra l’altro sono anni che ci si augura una conduzione femminile e alla Rai possiamo fornire una lista di nomi interessanti.

Lo spettacolo scorre fluido. Il ritmo è buono. La solita sobrietà contiana è stata leggermente messa da parte per lasciare spazio a qualcosa di più ampio, senza però perdersi nei meandri dell’eccesso.

Carlo Conti sta giocando la sua partita con prudenza, e parte del pubblico lo premia. Ma diciamolo: bastava osare un po’ di più per rendere questa edizione indimenticabile. La prudenza sarà anche una virtù, ma l’audacia è ciò che rende grandi.

Le esibizioni: Giorgia asfalta tutti, Fedez regala gossip, Lucio incanta

Giorgia vince la serata, e non c’era bisogno di aspettare il verdetto per saperlo. Insieme ad Annalisa, ha demolito l’Ariston con “Skyfall” di Adele, dimostrando ancora una volta di essere semplicemente fuori categoria. Un trionfo annunciato.

Tra le esibizioni più interessanti, impossibile non citare Lucio Corsi e Topo Gigio, che regalano teatralità pura, da menestrelli di una volta. Fedez con Masini, riscrivono Bella Stronza, quietano le polemiche e Fedez ci regala puro gossip. Il gossip sarà anche sterile, ma piace, intrattiene. E poi il sogno napoletano servito su un piatto d’argento da The Kolors con Sal Da Vinci e Rocco Hunt con Clementino. Un tributo a Napoli che, lontano dal podio, resta comunque tra i momenti più belli della serata.

E per chiudere, Mahmood. Se come co-conduttore barcolla, sul palco,  nel suo elemento e nei panni dell’artista è semplicemente un’altra cosa. Show impeccabile, presenza scenica internazionale. Non è più una promessa, è una certezza.

Il bilancio: Conti vince, ma senza rischiare

Alla fine della serata delle cover, il festival di Carlo Conti dimostra che il compromesso tra musica, spettacolo e qualità è possibile. Tutto fila, tutto funziona. Ma la sensazione è che con un pizzico di audacia in più, questa edizione sarebbe potuta essere una delle migliori di sempre.

E invece, è un buon Sanremo. Nulla di più, nulla di meno.