Le politiche antiscientifiche di Trump contro la salute delle persone LGBT+
La decisione di Trump di rimuovere parole chiave dalla ricerca scientifica non è un caso isolato, ma è parte di un più ampio tentativo di cancellare le identità LGBT+ dalla vita pubblica

Nonostante le peggiori aspettative, a poco più di un mese dall’insediamento, Trump sta riuscendo a stupirci ogni giorno di più. E siamo stati facili profeti quando abbiamo sostenuto, proprio su questo sito, che tra i primi destinatari delle politiche regressive di questa amministrazione, vi sarebbe stata la comunità LGBT+ e in primo luogo le persone trans.
Eliminare “transgender”, “gender” e “LGBT” dalle pubblicazioni scientifiche
Un episodio emblematico si è verificato alcune settimane fa, quando l’amministrazione Trump ha preso la decisione di eliminare alcuni termini scientifici fondamentali, come “transgender“, “gender” e “LGBT“, dai documenti ufficiali del Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Questi termini, che sono strumenti cruciali per la comprensione della realtà delle persone non cisgender e per lo sviluppo di politiche sanitarie inclusive, sono stati volutamente rimossi per ostacolare la ricerca e la visibilità della comunità LGBT+.
Questa scelta politica rappresenta un attacco diretto ai diritti civili della comunità LGBT+, ha un impatto diretto sulla ricerca scientifica e sanitaria e fa parte di una più ampia strategia di erosione dei diritti delle persone queer.
Il linguaggio descrive la società e i suoi cambiamenti
Il CDC, l’ente sanitario federale degli Stati Uniti, ha ricevuto delle istruzioni chiare: rimuovere le parole “transgender”, “gender”, “LGBT” dalle sue pubblicazioni ufficiali, soprattutto in riferimento agli studi sulla salute della popolazione queer. Un atto che avrà serie conseguenze sulla capacità degli scienziati di lavorare su tematiche relative alla salute delle persone LGBT+.
La scelta di eliminare questi termini non è solo simbolica. Infatti, nella scienza il linguaggio è essenziale per tracciare e descrivere fenomeni sociali, culturali e, soprattutto, biologici. I ricercatori e le ricercatrici, quando non possono fare riferimento a termini esatti che definiscono la realtà di determinati gruppi, si vedono costretti a trattare temi e problematiche senza gli strumenti necessari.
Il termine “transgender”, ad esempio, è fondamentale per identificare e analizzare i problemi di salute che la comunità affronta, dalla cura ormonale alla salute mentale, dall’accesso a trattamenti appropriati alle politiche anti-discriminazione. Se si cancella questo termine, la comunità scientifica è costretta a fare ricerca su gruppi di persone senza una definizione precisa, creando disinformazione e ostacolando il progresso delle politiche sanitarie.
Le persone queer rischiano l’isolamento
Il movimento LGBT+ ha combattuto per decenni contro invisibilità, discriminazione e criminalizzazione. Nel contesto degli Stati Uniti, il riconoscimento legale delle persone LGBT+ è stato segnato da momenti storici importanti, come la depenalizzazione dell’omosessualità e l’approvazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Tuttavia, ogni conquista è stata seguita da una controffensiva.
La decisione di Trump di rimuovere parole chiave dalla ricerca scientifica non è un caso isolato, ma è parte di un più ampio tentativo di cancellare le identità LGBT+ dalla vita pubblica. Se i termini legati all’identità di genere e all’orientamento sessuale vengono eliminati dai documenti scientifici, la comunità queer rischia di essere ridotta al silenzio, mentre la disinformazione e l’ignoranza regneranno sempre più sovrane.
Trattamenti medici inadeguati e discriminazioni in strutture sanitarie
Dal punto di vista sanitario, poi, le decisioni politiche che interferiscono con la ricerca scientifica hanno conseguenze dirette sulla vita delle persone. Le persone LGBT+, in particolare le persone trans e non binarie, affrontano sfide uniche in ambito sanitario. A partire dalle difficoltà nell’accesso a trattamenti medici adeguati, fino alla discriminazione subita in strutture sanitarie, la comunità queer necessita di politiche pubbliche mirate e inclusive. Quando i ricercatori non possono utilizzare il linguaggio scientificamente appropriato per descrivere e analizzare queste problematiche, la qualità della ricerca ne risente. Studi imprecisi e incompleti portano a politiche sanitarie inadeguate.
Inoltre, le persone transgender e non binarie sono più vulnerabili a malattie mentali, depressione e suicidio, soprattutto a causa dell’isolamento e della discriminazione sociale. La rimozione dei termini scientifici legati a queste identità implica non solo una limitazione delle risorse necessarie per affrontare questi problemi, ma anche un messaggio pericoloso: che le persone LGBT+ non sono meritevoli di attenzioni sanitarie specializzate, che la loro esistenza non merita riconoscimento.
Contro la censura e la disinformazione
Un approccio del genere mina l’inclusività delle politiche sanitarie e allontana la possibilità di migliorare il benessere di milioni di individui.
Nonostante la pressione politica e sociale, il movimento LGBT+ ha risposto con forza. Organizzazioni come lo Human Rights Campaign, la American Civil Liberties Union e altri gruppi di attivisti hanno condannato la decisione dell’amministrazione Trump e hanno fatto appello per il ripristino di un linguaggio scientifico che riflettesse le reali necessità della comunità. In parallelo, le università e le organizzazioni sanitarie hanno continuato a pubblicare studi inclusivi, sfidando le restrizioni imposte da Trump.
L’attivismo contro la censura e la disinformazione non si è fermato. In ogni angolo degli Stati Uniti, le persone LGBT+ e i loro alleati continuano a battersi per il riconoscimento, per l’inclusione e per il diritto di esistere senza paura di essere cancellati dalla storia. La resistenza alle politiche discriminatorie e la lotta per l’uguaglianza sono i pilastri di un movimento che non si lascia intimorire dalle minacce al proprio benessere e alla propria esistenza.
Onda Pride sia solidale alla comunità LGBT+ statunitense
E credo che questi temi dovranno essere ben presenti anche in occasione della Onda Pride, che deve costituire un importante momento di solidarietà con la comunità LGBT+ statunitense e un chiaro segnale al governo di destra italiano.
