icon cerca

Il solito Salvini

"Farei una battaglia per eliminare dalle normative, dalle convenzioni internazionali chi punisce l’omosessualità con la vita o con la galera". Una risposta a Marina Berlusconi o un ammiccamento islamofobico ad AFD e ai reazionari amici americani?

Il solito Salvini

Politica

10 Marzo 2025

Di: Luigi Amodio

In un recente incontro alla Camera, durante la presentazione dell’ultima fatica saggistica del campione leghista anti-gender, anti-LGBT e anti-modernità, Rossano Sasso, sui temi del contrasto alla “ideologia gender“, il solito Matteo Salvini se ne è uscito con un’affermazione che ha lasciato molti di stucco: “Farei una battaglia per eliminare dalle normative, dalle convenzioni internazionali chi punisce l’omosessualità con la vita o con la galera. Interromperei relazioni con Paesi che hanno ancora nel 2025 una follia, un abominio che prevede il carcere per chi ama diversamente in base a quello che il tuo testo sacro impone. Fortunatamente noi cristiani non bruciamo più le streghe sui roghi e non facciamo più l’imposizione. Ci siamo evoluti“.

Attacco ai paesi islamici, non a Orban, Putin, Musk, Trump e Vance

Tutto bene? Se guardiamo il bicchiere mezzo pieno, ovviamente sì: si tratta di affermazioni quanto meno “rassicuranti”, visto il momento di grande arretramento dei diritti e la svolta reazionaria a livello globale. Salvini è, nonostante tutto, il nostro vicepremier e quindi prendiamole per buone. E d’altronde, che all’interno della Lega non tutti siano retrivi come Sasso, lo sapevamo già, Luca Zaia docet.
Ma c’è da fidarsi? Io non direi. Perché, intanto, la famosa “ideologia gender” continua a essere sotto attacco e con essa la possibilità di introdurre, anche in Italia, l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole e una legge che consideri aggravante la discriminazione contro le persone LGBT+. Ma, soprattutto, perché questa uscita di Salvini è a “senso unico” e non gli impedisce di attaccare (giustamente) l’omofobia nei paesi islamici ma non quella dei suoi amici Orban e Putin e la transfobia negli USA di Trump, Musk e Vance; ancora una volta, due pesi e due misure.

Ammiccamento ai “nuovi amici” reazionari o risposta a Marina Berlusconi?

Forse, con questa uscita, Salvini ci tiene a lanciare un messaggio ai nuovi “amici americani” (e a quelli tedeschi di AFD) che sembrano aver sdoganato l’omosessualità del segretario al tesoro Bennent (e della leader Weidel): “siamo reazionari, come voi, ma fino a un certo punto. E comunque restiamo fermamente islamofobi“. Oppure, vista la continua competizione con Forza Italia, ha forse pesato l’intervista rilasciata da Marina Berlusconi al “Foglio” di qualche settimana fa, che traccia le linee di una forza di destra-centro, più liberale, moderna e aperta sui diritti civili e i temi etici. E che nei sondaggi è sempre un po’ più in alto della Lega (nonostante Vannacci).

Sabato a Roma per l’Europa

Chiudo ricordando l’appuntamento di sabato 15 marzo a Roma, cui molte associazioni della galassia LGBT+ hanno aderito, cogliendo l’occasione di riaffermare le proprie, le nostre, parole d’ordine. Altri non ci saranno, perché non vedono in quella piazza una presa di posizione chiara contro il riarmo della UE lanciato da Usula Von der Leyen; o perché chi ha lanciato l’idea – il giornalista Michele Serra – in un discutibile articolo del 2022 ha espresso dubbi sulla presenza delle sportive trans nelle competizioni femminili; o ancora per il doppiopesismo dell’Europa nei confronti della Russia e di Israele. Tutto giusto. E le scelte di chi sabato 15 non sarà a Piazza del Popolo vanno rispettate, come quelle di chi ci sarà. Per me, che ci sarò, sarà solo l’occasione di ribadire che, di fronte a un mondo che si ridisegna e che si affida di nuovo alla geopolitica delle “sfere di influenza”, c’è forse anche un’altra via. E che se l’Europa verrà cancellata, non sarà più nemmeno possibile cambiarla, in meglio.