L’Ungheria vieta il Pride: un’ombra oscura sull’Europa e sul mondo
La decisione di Budapest per disegnare un nuovo ordine mondiale segnato dalla repressione dei diritti e dall'ascesa della "destra nera" transnazionale

La decisione dell’Ungheria di vietare i Pride è un fatto gravissimo e inaudito in Europa ed è uno dei segni più evidenti della forte involuzione che sta vivendo il mondo, che credevamo indirizzato su una strada di progresso e uguaglianza sociale.
Questo atto gravissimo del Parlamento ungherese dimostra che è in atto un ridisegno degli equilibri mondiali, in cui – evidentemente – l’Europa è già vittima di un processo di “spartizione” tra le grandi potenze, USA, Russia e Cina, in cui l’Ungheria è solo l’avamposto di Putin, il cui disegno è quello di ricostruire l’impero russo, con le buone o con le cattive (l’invasione militare dell’Ucraina).
La Russia “moralizzatrice”
come è stata definita in un libro uscito qualche anno fa, ha quindi trovato i suoi altoparlanti in quello che fu l’Occidente: Orban in Ungheria, Salvini in Italia, ecc. Ma ciò che preoccupa davvero è che anche gli USA, un tempo “la più grande democrazia del mondo” e il laboratorio sociale di ogni innovazione, si sono avviati sulla medesima direttrice; con Trump, Vance e Musk impegnati in una campagna repressiva di ogni voce che, per idee, comportamenti, scelte di vita, si collochi “fuori del coro”, siano singole persone, artisti e intellettuali, istituzioni culturali e universitarie, movimenti e associazioni. Tra queste voci anche la comunità LGBTQI+.
La stagione Pride per dire “NO” alle destre
Di fronte alla montante marea nera – che vede riuniti Trump, Putin, Meloni, Netanyahu, Orban, ecc. – noi non possiamo fare altro che continuare a portare alte le nostre bandiere arcobaleno. La stagione dei Pride, che si apre in tutto il mondo, deve diventare una grande campagna per dire “NO” a questa destra, sapendo che in parte essa ha già vinto e che il ciclo di restaurazione che stiamo vivendo non è destinato a chiudersi presto. Dobbiamo però tutti avere la consapevolezza che è l’intero ordine mondiale a ridisegnarsi in questa fase e che il mondo che uscirà da questo processo, che ci auguriamo senza guerre, sarà molto diverso da quello in cui viviamo o abbiamo vissuto.
Ma sappiamo anche, perché ce lo insegna la Storia, che ogni ciclo politico, e quindi anche questo, prima o poi è destinato a chiudersi. Impegniamoci allora perché queste destre vengano sconfitte quanto prima.
