Alessandro Cecchi Paone annuncia la sua unione civile con Simone Antolini: “un crescendo che ci ha convinto a fissare la data per celebrare con tutti quanti a Napoli”.
Claudio Finelli
Qualche giorno fa, Alessandro Cecchi Paone, notissimo giornalista e divulgatore culturale, conduttore di trasmissioni indimenticabili e significative della televisione italiana come “La macchina del tempo” e “Open Space” (quest’ultima su GayTv), ha dichiarato in esclusiva all’agenzia di stampa Adnkronos la data della sua unione civile con Simone Antolini.
Alessandro e Simone si uniranno a Napoli, il prossimo 22 dicembre con una cerimonia officiata dal sindaco Gaetano Manfredi, le testimoni scelte da Cecchi Paone sono l’ex moglie Cristina Navarro ed Emma Bonino.
Alla cerimonia, seguiranno anche i festeggiamenti su cui, al momento, Cecchi Paone ha fornito pochi dettagli. «Si svolgeranno in uno dei teatri storici di Napoli – ha detto il noto anchor men – che ci darà modo di fare sia la cena, sia la festa, sia la discoteca».
Avendo a cuore la propria privacy, Alessandro Cecchi Paone ha sottolineato che alla festa non parteciperanno moltissimi vip, anche se ha assicurato la presenza di Myrta Merlino, di Barbara D’Urso (sperando possa venire, se è in Italia), Luxuria, Alfonso Signorini, Riccardo Signoretti e Marisa Laurito.
Assenza importante quella di Maurizio Costanzo, deceduto nel febbraio di quest’anno, che ha avuto un ruolo importante nella relazione tra Alessandro e Simone, in quanto ha pubblicamente aiutato i genitori di quest’ultimo ad accettare l’omosessualità del figlio, peraltro padre di una bambina di cinque anni, e la sua nuova relazione: «Maurizio invitò me e Simone un anno fa – ha dichiarato Cecchi Paone ad Adnkronos – facendo un appello alla mamma del mio compagno, Samantha, affinché superasse questi comprensibili dubbi e pensasse alla bellezza di questo figlio che si era innamorato di un uomo e che voleva che questa storia fosse non solo una storia sessuale, ma di vita. Una storia quindi che comprendeva anche la cura della bambina».
Raggiungiamo telefonicamente Alessandro Cecchi Paone, da sempre schierato in prima linea nelle lotte di rivendicazione delle persone Lgbt+, per saperne di più sull’evento appena annuciato.
Quando avete deciso, tu e Simone, di unirvi e perché avete scelto proprio Napoli come città in cui celebrare l’unione?
La decisione è maturata nella crescita e nell’approfondimento del rapporto andato avanti per quasi due anni, soprattutto di fronte alla bellezza di questa dimensione familiare che è nata con la presenza costante, accanto a me e Simone di sua figlia Melissa di cinque anni e della cagnetta che le abbiamo preso, per farle compagnia, Susy, una piccola Labrador di sei mesi. Quindi è stato un crescendo che ci ha convinto a fissare la data per celebrare, festosamente, con tutti quanti a Napoli perché è una città a cui sono molto legato, ho frequentato a Napoli la quinta elementare e la prima media per ragioni legate al lavoro di mio padre e da venticinque anni insegno alla facoltà di scienze della comunicazione dell’Università Suor Orsola Benincasa. E Napoli è una città molto amata anche da Simone pur essendo marchigiano.
Emma Bonino sarà una delle due testimoni della vostra unione. Perché questa scelta? Oltre al tuo apprezzamento personale, che ruolo ha avuto, a tuo parere, Emma Bonino nella storia del nostro Paese?
Innanzitutto, volevo due donne a consacrare la nostra unione perché, al di là degli orientamenti sessuali e sentimentali, senza donne non si vive bene. Quindi ho pensato alla mia ex moglie, con la quale abbiamo costruito un rapporto di profondissima e affettuosissima complicità per tenere insieme queste due parti della mia vita, e ad Emma Bonino perché è un punto di riferimento per me, esempio di donna combattiva, schierata dalla parte delle donne in generale e dalla parte dei diritti civili e umani. Abbiamo fatto insieme decine e decine di battaglie su questo versante. Ricordo le battaglie per il testamento biologico, la legalizzazione della cannabis, la fecondazione assistita. Non c’è stato un momento in cui non ci siamo mossi insieme. La sua presenza, oltre che affettiva, è una presenza che vuole dare un senso pubblico-politico a quest’atto che nasce privato e intimo ma che, nel nostro caso, diventa un fatto civile.
Parliamo del vostro incontro. Qual è il lato del carattere di Simone che ti ha subito conquistato? Quale il tuo, che ha conquistato Simone? Come immagini gli anni che verranno insieme a lui? Cosa non dovrà mai mancare nella vostra relazione?
In Simone ho trovato quello che ho sempre cercato nelle mie relazioni, con le donne della mia vita di prima e poi con i ragazzi della mia vita attuale, cioè un’età più giovane della mia. Questo perché i giovani hanno voglia di guadare più al futuro che al passato, la voglia di costruire e di progettare, di essere comunque ottimisti e guardare avanti. Simone è su questa linea perché sta costruendo una serie di passaggi professionali, imprenditoriali e di studio che, standogli accanto, mi coinvolgono e mi danno una grande energia, pur avendo svolto quarantacinque anni di esperienza lavorativa positiva nei miei settori. Inoltre, Simone è molto simpatico e io ho bisogno di divertirmi e far divertire e questa cosa succede solo se entrambi i componenti della coppia hanno disponibilità al buon umore e su questo, io e Simone ci stimoliamo a vicenda. E poi c’è una grande maturità in Simone, nonostante la sua giovane età. Il fatto che ha allevato per cinque anni, praticamente da solo, la sua bambina, che ha lavorato fin da subito nell’azienda agricola di famiglia, peraltro molto grande e impegnativa, il fatto che ha portato quasi a termine gli studi giuridici e ha nutrito la sua passione civile per tante cause comuni, ti fanno dimenticare alcuni aspetti più acerbi del suo carattere di cui mi dovrò occupare io, volendo e dovendo svolgere per indole un ruolo di tutoring e di mentoring, per dirla con gli anglosassoni, cioè di protezione e di stimolo per la crescita. Che poi è quello che faccio anche nel mio mestiere, con le nuove generazioni, soprattutto all’università. Questo non dovrà mai mancare nella nostra relazione e mai mancherà.
Quando riusciremo, secondo te, a ottenere il matrimonio egualitario? Nell’attuale quadro politico italiano, pensi ci sia il rischio di perdere terreno circa diritti e tutele per le persone Lgbt+ e per le loro famiglie?
Io temo che, a meno che non ci siano strane sorprese, la coloritura dell’attuale governo italiano non faccia ben sperare relativamente a quello che ci manca rispetto al resto del mondo libero, occidentale e democratico e cioè il matrimonio egualitario – non si capisce perché deve chiamarsi in modo diverso l’unione tra persone dello stesso sesso – e l’adozione da parte dei single o delle coppie omosessuali. Ci sono tante situazioni come la nostra, cioè di persone che, come Simone, nella loro fase etero, hanno avuto dei figli e questi figli restano in una terra di nessuno perché non c’è possibilità di farli adottare dal nuovo compagno dello stesso sesso. Questa cosa non va bene ma temo che non avanzeremo in questa direzione per molto tempo perché l’Italia ha girato a destra ed è una destra non europea, non occidentale ma una destra molto regressiva.
Infine, c’è qualcuno a cui ti senti di dedicare questa centralissima “stazione” della tua vita? Qualcuno – intendo – che è stato importante per il tuo percorso “emotivo” e “sentimentale” ?
Molte sono le persone che devo ringraziare, non solo esclusivamente nel percorso di maturazione nel campo sentimentale e amoroso, ma proprio nel mio percorso di maturazione personale. La mia ex moglie, diventata poi la donna più importante della mia vita, è stata fondamentale perché ha avuto la capacità, che solo le donne hanno, di gestire un momento molto critico, vivendo il dolore reciproco della perdita di una certa dimensione importantissima, quella completa del rapporto, verso una transizione che ci ha reso parenti scelti. Perché i parenti te li possono pure recapitare col destino e non sempre sono quelli giusti, mentre i parenti scelti sono per sempre e sono un rifermento fondamentale. Questa cosa mi ha confermato l’importanza della visione femminile della vita, intesa come comprensione, dedizione, generosità, dolcezza e insieme come estrema forza psicofisica di resistenza. Vorrei poi ringraziare tutto il mondo dei miei maestri in ambito più generalmente culturale. Nessuno di noi fa da sé, per cui ho avuto maestri importanti nel lavoro, nella passione politica intesa come passione civile, nella passione culturale. Ho avuto maestri che mi hanno indicato cosa leggere e su cosa indirizzare la mia attenzione. Sono tutti quanti maestri di formazione liberal democratica, radicale, hanno fatto di me un nuovo testimone di una cultura minoritaria ma di avanguardia nel nostro Paese, dal punto di vista culturale in senso ampio; non li posso citare tutti, sono anche parecchio noti, famosi e importanti, importanti soprattutto per me perché hanno dedicato tempo ed energie alla mia crescita che poi è quello che faccio io con i miei allievi, con coloro che lavorano con me e con coloro che io poi amo e il mio dedicarmi è ulteriormente supportato dall’emozione dell’amore.