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Scuola scrive “bambin*” e scoppia la polemica, Trapanese: “La società va avanti”

L'attacco della famiglia di un alunno rappresentata dall'avvocato Pisani. La scuola: “Errore di battitura”

Scuola scrive “bambin*” e scoppia la polemica, Trapanese: “La società va avanti”

Diritti civili, News, Politica, Scuola

3 Marzo 2025

Di: Vincenzo Sbrizzi

Polemiche a Napoli per la sostituzione della parola “bambini” in “bambin*”, con asterisco finale, in una comunicazione ai genitori da parte di una scuola elementare e media nella zona dei Colli Aminei. A sollevare il caso è stato l’avvocato Angelo Pisani, coordinatore della Commissione diritto degli affetti del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, secondo cui “questo genere di condotte provocano turbamento nei bambini e orrore nei genitori, specialmente quelli con elementi di fragilità psicologica”. A LaPresse l’avvocato Pisani, che al riguardo aveva chiesto l’intervento del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara “e di tutte le istituzioni competenti”, spiega che dopo la sua denuncia la scuola ha fatto sapere che il modulo sarà modificato. Secondo Pisani “va oltre ogni immaginazione il limite cui possono spingersi le ideologie, così come certi metodi d’insegnamento moderni insensibili dei traumi sui piccoli, specie quando si finisce ottenebrati da quella ossessione del ‘gender’ divenuta ormai pressoché l’unico argomento politico della sinistra e di certi ‘paladini’, loro sì irrispettosi dei valori e delle tradizioni altrui”.

La risposta di Trapanese

“A chi si scandalizza per un asterisco dico: il problema non è la grammatica, ma la paura del cambiamento. Noi non abbiamo paura. Noi sappiamo che una società giusta si costruisce partendo dal rispetto di tutte le identità”. Così Luca Trapanese, assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli, intervenendo nella polemica. Trapanese è anche noto per aver raccontato sui social la sua esperienza di genitore gay, single e adottivo di una bambina down, che frequenta proprio la ‘Novaro-Cavour’: scuola, assicura Trapanese, “che accoglie ogni bambino e ogni bambina, che lavora ogni giorno per costruire una comunità scolastica dove nessuno si senta escluso”. Quell’asterisco “che non è stato inserito per nessuna ideologia politica, ma solo a causa di un ‘refuso’, come ha dichiarato la dirigente, ha scatenato una polemica artificiale, amplificata dall’avvocato Angelo Pisani, presidente dell’associazione Noiconsumatori, che ha invocato addirittura un’ispezione ministeriale. Ma la verità – sostiene l’assessore – è un’altra: non c’è stata un’insurrezione collettiva, né proteste di massa. Anzi, ora i genitori si sono mobilitati in massa a sostegno della scuola. È stato un solo genitore a sollevare il caso. Eppure, ancora una volta, vediamo come un’intera comunità scolastica venga trascinata in un dibattito surreale solo perché qualcuno non accetta il cambiamento. Questo Paese troppo spesso si ferma davanti all’insofferenza di pochi, mentre la società va avanti: più aperta, più inclusiva, più giusta”.

“Si cerca di bloccare il progresso”

Secondo Trapanese “il problema non è linguistico, ma ideologico. E poi se c’è una lingua che discrimina, è proprio l’italiano. Quando diciamo ‘bambini’ stiamo usando un termine maschile che, secondo la grammatica, include automaticamente anche le bambine. Ma perché mai il maschile dovrebbe valere per tutti? Perché le bambine devono essere invisibili nella lingua? La verità è che l’asterisco non crea confusione, ma rende visibili tutte e tutti. Come padre di una bambina con la sindrome di Down, come uomo gay e come assessore alle Politiche sociali, so bene cosa significhi lottare ogni giorno per un mondo che riconosca e rispetti tutte le differenze. So cosa vuol dire sperare che mia figlia cresca in una società che non la faccia sentire esclusa o invisibile. Ecco perché non posso restare in silenzio davanti a chi si scandalizza per un asterisco, anche se messo per sbaglio, come è stato dichiarato, ma non per le vere discriminazioni, per le vere esclusioni, per le ingiustizie che ogni giorno colpiscono le persone più fragili. Chi oggi grida all’indottrinamento sta semplicemente cercando di bloccare il progresso. La verità è che non si sta obbligando nessuno a usare l’asterisco, ma si sta dando spazio a chi in quel segno vede un riconoscimento, un gesto di rispetto”. Trapanese conclude lanciando “un appello alle associazioni, ai cittadini, a chiunque crede nei diritti: uniamoci per difendere questa battaglia di civiltà. Perché il futuro che vogliamo per i nostri figli e le nostre figlie non è fatto di muri, ma di ponti. E noi saremo sempre dalla parte di chi li costruisce e dialoga”.