Bandiera LGBT: qual è la storia dietro i suoi colori?
La bandiera arcobaleno (o bandiera LGBT) è attualmente il simbolo più usato e noto del movimento LGBT.
La bandiera originale fu dipinta da Gilbert Baker e venne sventolata a San Francisco nella marcia del Pride del 25 Giugno 1978. Contrariamente a quello che si può pensare, la bandiera consisteva in otto strisce alle quali Baker assegnò un significato specifico.
Successivamente, Baker abbandonò la striscia rosa poiché era un colore difficile da reperire commercialmente, oltre che estremamente costoso. Nel 1979, tuttavia, la bandiera fu modificata di nuovo e questa volta per motivi di visibilità. Quando infatti era appesa verticalmente ai lampioni della Market Street di San Francisco, la striscia centrale veniva oscurata rendendo difficoltosa la visibilità e soprattutto creando un’asimmetria molto evidente.
Fu proprio per questo motivo che il disegno venne cambiato adottandone uno con un numero pari di strisce. Venne tolto il turchese, lasciando solo i colori che conosciamo e utilizziamo ancora attualmente: rosso, arancione, giallo, verde, blu e viola.
Il 25° anniversario della bandiera arcobaleno è stato celebrato nel 2003, anno in cui Baker chiese espressamente di tornare al disegno originale degli otto colori ma ormai il simbolo delle sei strisce era diventato così forte nella comunità LGBT da rendere inutile ogni suo sforzo.
Nel giugno 2015, il Museum of Modern Art (MoMA) di New York ha deciso di acquistare la bandiera originale a otto colori, esponendola nella galleria di design contemporaneo.
La bandiera ha attraversato numerosi momenti di crisi, soprattutto poiché nel 2004 a Londra ne venne vietata l’esposizione: fu chiesto di rimuovere la bandiera da tutti gli edifici, e a nulla servirono le numerose richieste da parte dei commercianti. Questo provocò una rivolta senza precedenti, motivo per il quale adesso esiste la famosa Gay Street e un intero quartiere (quello di Soho) che rivendica i diritti LGBT attraverso il posizionamento della bandiera in ogni angolo della strada.
La bandiera LGBT viene spesso confusa con quella della pace, eppure le differenze sono sostanziali. La differenza principale è sicuramente l’assenza della scritta PACE, ma ad un occhio più attento si può notare facilmente che la disposizione dei colori è speculare (nella bandiera LGBT il rosso è in alto, dunque è il primo colore).
Infine, la bandiera della pace prevede sette colori, mentre quella rainbow ne prevede, come già detto, sei.
La bandiera ha però subito, nel tempo e soprattutto nell’ultimo decennio, delle importanti modifiche strutturali. La nuova versione della bandiera chiamata Pride Progress Flag include un triangolo giallo con un cerchio viola al centro, simbolo delle persone intersessuali, e l’inclusione della comunità transgender e delle persone di colore (del movimento Black Lives Matter).
L’autore della nuova versione è Valentino Vecchietti, membro dell’Intersex Equality Rights UK. In una rassegna stampa, Vecchietti ha dichiarato che “le persone intersessuali nascono con caratteristiche che non rientrano nelle tipiche definizioni di maschio e femmina“, e per questo motivo è necessario rappresentarle poiché spesso vengono invisibilizzate. La modifica apportata da Valentino Vecchietti non è però l’unica, poiché in precedenza (e dunque prima della comparsa del cerchio intersex) fu Amber Hikes ad aggiungere strisce nere e marroni per includere le persone di colore, e ancora Daniel Quasar ad includere quelli della comunità transgender.
Ma esiste davvero soltanto un’unica bandiera? La risposta è no.
Con il tempo, infatti, le singole comunità hanno deciso di adottare colori diversi da quelli della bandiera rainbow, sicuramente per operare una differenziazione non solo su piano organizzativo ma anche su un piano meramente politico. Le più famose sono sicuramente quelle della comunità lesbica, trans, bisex, ma non mancano tante altre tipologie che spesso indicano anche gruppi (come la comunità leather o BDSM).
Qualunque possano essere i colori, è chiaro che il simbolo più noto e utilizzato resterà la bandiera rainbow che riesce ad unire qualsiasi realtà: dalla più conosciuta a quella considerata “minoranza”. Durante il Pride Month, il mese del Pride che cade a Giugno, sono centinaia di migliaia le persone che la sventolano come tributo alle grandi conquiste dei diritti civili e politici dell’intera comunità.
Nausica Federico
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