Choc in Russia: la Duma dà ok al divieto di non volere figli. Stop alla propaganda child-free
Multe fino a 400mila rubli per chi promuove l'idea di non volere figli. Stop alle adozioni da Paesi con politiche pro-transizioni di genere
La Duma di Stato, la Camera Bassa del Parlamento russo, ha approvato il disegno di legge che impone misure drastiche per combattere il calo demografico, intensificatosi a causa delle morti registrate nella guerra in Ucraina. Il nuovo provvedimento, tra i più controversi degli ultimi anni, obbliga di fatto i cittadini russi a desiderare di avere figli, limitando le scelte personali e sollevando aspre critiche sia a livello nazionale sia internazionale. All’entrata in vigore della legge manca adesso il passaggio alla Camera Alta e la firma del presidente Vladimir Putin. Da questo momento in poi saranno previste multe fino a 400mila rubli per chi promuove l’idea di non volere bambini. Il provvedimento apre scenari, se possibile, ancora più inquietanti degli attuali. Si temono ulteriori vessazioni contro la comunità LGBTQIA+, limitazioni al diritto all’aborto e alla vendita di preservativi.
Un provvedimento drastico per un problema complesso
Negli ultimi anni, la popolazione russa ha subito una diminuzione fortissima, dovuta a un basso tasso di natalità, un’elevata emigrazione giovanile e, più recentemente, alle perdite di vite nella guerra in Ucraina. Come scrive Open “nei primi sei mesi del 2024 in Russia sono nati poco meno di 599.600 bambini: 16mila in meno rispetto all’anno passato. Il dato rappresenta il numero più basso dal 1999. I decessi sono invece aumentati di 49mila unità. Per il World Factbook della Cia, la Russia rientra tra i 40 Paesi col tasso di natalità più basso nel 2023: circa 9,22 ogni 1.000 abitanti”. Per rispondere a questa crisi demografica, il governo ha scelto di introdurre una serie di norme che limitano la possibilità dei cittadini di evitare di avere figli, come parte di una strategia di “salvaguardia della natalità” vietando inoltre la cosiddetta propaganda child-free.
Restrizioni alle adozioni da Paesi con politiche pro-transizione di genere
Oltre alla questione della natalità, il provvedimento prevede pesantissime restrizioni sulle adozioni internazionali. I cittadini russi non potranno più adottare bambini da Paesi che consentono la transizione di genere, tra cui l’Italia. La norma si inserisce in una linea di pensiero che il governo russo sostiene da tempo, legata alla difesa dei presunti valori “tradizionali”. Le autorità ritengono che l’apertura alla transizione di genere rappresenti una minaccia per l’identità culturale russa e per il benessere psicofisico dei minori adottati e pertanto proibiscono adozioni da tali Paesi. Sempre secondo quanto riporta Open “l’Italia nel giugno del 2022 aveva già sospeso le adozioni internazionali in Russia a causa del conflitto in Ucraina. Il disegno di legge passato alla Duma prevede però che siano vietate per i cittadini di altri 14 Paesi. L’elenco compilato da Mosca include alcuni Stati dove è consentita la transizione di genere”.
Reazioni interne e internazionali
Il provvedimento ha suscitato reazioni forti sia in Russia che all’estero. Alcuni gruppi della società civile russa hanno espresso preoccupazione per l’ingerenza dello Stato nelle scelte individuali e familiari, criticando il governo per l’imposizione di norme che limitano la libertà personale. Anche sul piano internazionale, la comunità europea e diverse organizzazioni per i diritti umani hanno condannato il disegno di legge, definendolo una violazione dei diritti fondamentali delle persone. I suoi sostenitori, invece, ritengono che il provvedimento sia necessario per il futuro del Paese e per rafforzare la coesione sociale. Il presidente Putin ha nel frattempo incitato le donne a «fare sette o otto figli come le nonne e bisnonne».