Ecco perché Corona sbaglia a rivelare i nomi dei calciatori omosessuali
Salvatore Piro
“Quello di Corona è uno squallido sciacallaggio che ostacola il lavoro di associazioni e mondo sportivo sui temi dei diritti umani e dell’inclusione”. È questa la durissima critica formulata in una nota da Rosario Coco dell’associazione LGBTIQ+ Gaynet. Ed è davvero difficile, anche per i più indulgenti, dargli torto.
Perché Coco si riferisce all’ennesima trovata di Fabrizio Corona. Il noto paparazzo pregiudicato, che lo scorso 23 settembre ha finito di scontare il cumulo delle pene definitive, tra l’altro per i noti “foto-ricatti” ai vip, questa volta ha promesso di “parlare presto di calciatori gay e del perché nessuno di loro ha mai svelato pubblicamente di esserlo”.
L’ex re dei paparazzi potrebbe fare il suo “scoop” durante la seconda puntata del programma del terzo canale Rai, che andrà in onda martedì alle 22 e 40 condotto da Nunzia De Girolamo. Rivangare nel torbido, a giudizio di Corona, porterà il fin qui fallimentare programma Rai a toccare il “15% di share”.
Il problema è chiaramente etico. Ma Corona ha purtroppo spesso dimostrato di non tenere conto di questo concetto chiave. È anche deontologico visto che la professione giornalistica impone di rivelare una notizia che abbia un interesse pubblico, e l’orientamento sessuale di una persona non lo è per nulla tanto da essere difeso anche dalla nostra Carta Costituzionale. Infine, e soprattutto, di libertà e autodeterminazione. “Le minacce e le forzature di Corona sono una violenza verso la libertà individuale, generano paura e rischiano di farci fare passi indietro” ha proseguito infatti la nota di denuncia firmata da Coco.
È davvero verosimile che Corona, in fondo, non conosca neanche la differenza letterale tra i termini anglosassoni coming out e outing che, non a caso, vengono spesso confusi in Italia. Sebbene entrambi abbiano a che fare con la rivelazione dell’omosessualità, o bisessualità di una persona, ciò che cambia è la volontà o meno di quest’ultima di rivelare tale proprio aspetto identitario.
Coming out, infatti, è l’abbreviazione dell’espressione ‘coming out of the closet’ (letteralmente uscire dal ripostiglio) ovvero uscire allo scoperto: definisce l’atto volontario e consapevole di rivelare la propria omosessualità o bisessualità agli altri o a se stessi.
Il termine outing, invece, indica la rivelazione pubblica dell’omosessualità (o bisessualità) di una persona attuata contro la sua volontà e/o senza il suo consenso. Ed è proprio ciò che Corona, con dispregio della libertà individuale, farà utilizzando la tv di Stato: “Mamma Rai”. Il binomio, consentitecelo, è davvero sconcertante.
Corona, la scorsa primavera, si era già reso protagonista di un inaccettabile outing ai danni di un famosissimo calciatore: Benjamin Pavard dell’Inter. “Il coming out è un fatto positivo per il benessere delle persone a condizione che sia libero e spontaneo” ha proseguito l’ultima nota di Gaynet. “È necessario creare le condizioni affinché lo sport sia pronto ad accogliere tutte e tutti”.
La prima iniziativa in merito è stata quella promossa dalla Lega Nazionale Dilettanti con Gaynet e Arcigay per lo scorso 17 maggio 2023: mostra coppie di calciatori e calciatrici che baciano un pallone. Al mondo del calcio, allo sport e alla vita di noi tutti in generale, servono esempi del genere. Non certo l’ennesima e squallida “paparazzata” di Corona.