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Francia, adescato su una chat di incontri e picchiato. La denuncia della vittima sui social

Agguati omofobi nel sud della Francia. Le vittime sono giovani ragazzi adescati su un'app di incontri. Paura fra la comunità queer

Francia, adescato su una chat di incontri e picchiato. La denuncia della vittima sui social

Cronaca, News, Omofobia

16 Aprile 2025

Di: Fabiano Esposito Moccia

Lo scorso 2 aprile, un ragazzo francese di Nîmes, un comune a circa 50km da Montpellier, è stato adescato sulla nota piattaforma arcobaleno Grindr e picchiato a casa sua, da un gruppo di quattro persone inclusa una ragazza.

Il tutto si è svolto intorno alle 23:00. Jules, nome di fantasia (perché la vittima vuole restare anonima), è un ragazzo di 20 anni che su Grindr inizia a parlare con un certo Théo. I due dopo una passeggiata, durante la quale Théo si teneva a distanza da Jules, si recano a casa di quest’ultimo dove con una scusa Théo lascia l’appartamento e vi ritorna dopo un po’. A un tratto bussano alla porta e dallo spioncino si vede una ragazza. Jules, pensando sia una vicina bisognosa di aiuto, apre la porta ma viene spinto all’interno da due ragazzi, seguiti dalla ragazza. Questi iniziano a urlargli addosso a insultarlo e infine a picchiarlo con calci e pugni all’interno del suo appartamento. A nulla sono servite le sue urla, nessuno si è preoccupato di aiutarlo. Perde i sensi e quando si sveglia sanguinante, vede il suo appartamento a soqquadro e il giorno si reca dalla polizia per sporgere denuncia.

Tuttavia, oltre al danno anche la beffa della polizia. Dopo essersi rivolto invano al commissariato di quartiere, che lo ha liquidato in quanto non “è di sua competenza” si è recato al commissariato nazionale. Qui è stato beffeggiato dagli agenti i quali in mal modo gli hanno chiesto un certificato medico per sporgere denuncia e dimostrare le percosse subite, come se non lo credessero. Fortunatamente però durante l’interrogatorio è stato assistito dalla polizia scientifica e in particolare un agente lo rassicura e gli dice che non solo gli crede ma che in quella serata ce ne sono state altre due di aggressioni, una prima di lui e un’altra dopo a distanza di un’ora circa l’una dall’altra. Inoltre, gli episodi non sono neanche isolati ma sono stati una dozzina e tutti con lo stesso modus operandi. A fine interrogatorio Jules vuole che nel verbale venga definita la sua aggressione come un “guet-apens” (agguato omofobo) ma tale termine, spiegano gli agenti, non esiste nel linguaggio giuridico e che non si evidenziano motivi omofobici alla base dell’aggressione.