Giovedì 22 agosto, il Pride arriva a Potenza. Max Caggiano: la nostra è un’idea trasversale di libertà
Claudio Finelli
Giovedì 22 agosto, dopo sette anni, torna il Potenza Basilicata Pride.
Il Concentramento è previsto per le 15:30 a piazza Mario Pagano, luogo da cui muoverà il corteo che arriverà al Parco Baden Powell dove si svolgerà il Party finale fino alle 23:30.
La manifestazione – stando a quanto si legge sulla pagina social dedicata – nasce dall’esigenza di dare visibilità a tutte le minoranze che si riconoscono nelle tematiche del Pride, come rivendicazioni di genere e di espressione, troppo spesso lasciate da parte. Una rivendicazione che esprime la necessità di sentirsi coesa e accolta tutta in tutte le parti che la compongono, tanto più in una regione a rischio spopolamento come la Basilicata, in cui oltre alle migrazioni per studio e lavoro si contano le migrazioni dettate dall’emarginazione sociale che moltǝ sperimentano.
Per saperne di più, raggiungiamo telefonicamente Max Caggiano, direttore artistico dell’evento.
Il prossimo 22 Agosto, è stato convocato un Pride “Last Minute” a Potenza. Come mai questa decisione “improvvisa”? Ci sarà una a madrina?
L’iter autorizzativo è iniziato a maggio ma tra festa patronale (che nel capoluogo lucano è molto sentita), elezioni amministrative e insediamento della nuova giunta, i ritardi sono stati numerosi.
Abbiamo sin da subito provato a coinvolgere tutte le realtà associative del territorio, per sviluppare un consenso il più ampio possibile, mantenendo il compromesso prossimo allo 0: abbiamo a rifiutato a gran voce l’appoggio di partiti e sindacati (se non studenteschi).
In effetti per noi organizzare un Pride completamente dal basso era un limite invalicabile, nonostante le ovvie difficoltà economiche (motivazione per la quale non abbiamo una madrina dell’evento). Ciò non significa rifiutare le istituzioni (che di fatti patrocineranno la festa), ma non voler rendere questa battaglia una bandierina politica.
Come è accolto dall’amministrazione e dalla società civile il Pride?
Il consenso trasversalmente ricevuto, e di cui ringraziamo ogni singola persona, associazione, professionista, ci rende orgogliosǝ di aver creato dei ponti tra società civile, istituzioni e terzo settore non solo per far si che la nostra regione “accetti” le persone LGBT+ -che poi accettare cosa?-, ma anche e soprattutto che si crei una coscienza culturale, politica e ambientale capace di superare le differenze e di rendersi trama di un tessuto sociale sfilacciato, segnato da anni di lassismo istituzionale e di lotte per il potere.
Quali saranno i contenuti politici della manifestazione?
Dal punto di vista politico ritengo molto importanti le parole che ho chiesto di buttare giù allǝ ragazzǝ di UDS e che riporto qui di seguito (primo promotore del Potenza Basilicata Pride): Crediamo che il Pride, nella nostra città e nella nostra regione, debba essere un chiaro richiamo verso chi, ancora ad oggi, crede che non tutti i corpi e non tutte le persone meritino di esistere, un segnale d’aiuto verso quelle soggettività che negli anni si sono sentite sempre più messe da parte e hanno visto perdere valore alle proprie battaglie.
“Pride” per noi è anche aver organizzato questa festa, siamo orgogliosə di esserci riuscitə, dopo anni, perchè nonostante tutto, in una realtà provinciale come la nostra, credere di organizzare la festa di tuttə, senza discriminazione alcuna, è stato ed è tanto difficile.
Partendo dal basso, dalla voce degli studenti, delle persone messe da parte, vogliamo far capire che no, Pride non è la mera manifestazione dove si sfila, per noi Pride è un processo che deve portare la comunità a riunirsi, in un territorio dove le spaccature, dovute spesso alla politica e alla mentalità provinciale, sono dietro l’angolo.
Ci auguriamo che le persone che parteciperanno a questa grande festa, capiscano e analizzino il fatto che non sfiliamo in nome di qualcunə o solo per qualcunə, ma sfiliamo per rivendicare di esistere, nonostante molto spesso ci venga inculcata l’idea che è meglio stare da parte, partire, andare fuori, invece che lottare per il proprio territorio.
Con tutta la rabbia e tutto l’amore del mondo scenderemo in piazza giovedì 22 a Potenza, augurandoci che questa rabbia venga canalizzata correttamente e trovi sfogo in una meraviglia.
Quali sono le principali sfide che la comunità LGBTQ+ affronta in Basilicata?
In una regione a rischio spopolamento come la Basilicata non basta rivendicare i diritti di una singola porzione di minoranze, è invece necessario ribadire con forza che le persone da qui vanno via non solo per studio o lavoro, ma anche perché non si sentono accolte e protette all’interno della propria comunità. Ciò non vale solo per le differenze di orientamento sessuale e identità di genere, ma anche per tutte quelle donne e ragazze che vedono il loro diritto all’aborto negato da una inspiegabile obiezione di coscienza diffusa, e per chi, sopravvissutǝ a una traversata nel mediterraneo, arriva in Basilicata e trova la morte in un CPR: la nostra è un’idea trasversale di libertà che non può prescindere da una consapevolezza territoriale e ambientale.
Per questo abbiamo deciso di racchiudere questi concetti in un Pride europeo e trasmetterli anche a livello artistico, con Lady Gaga che si fonde con Len Faki, l’eurodance che viene mixata con la techno e con la trance. Anche la scenografia seguirà quest’idea di commistione culturale, che si badi, non è appropriazione, ma il sogno di un villaggio globale etico e autodeterminato: partendo dalle idee di McLuahn arrivare al paradigma della complessità di Egar Morin. Ma non vi diciamo di più, l’appuntamento è il 22 dalle 15:30 con la Street Parade e gli interventi politici e dalle 20 con il party conclusivo.