I candidati sindaco di Torre Annunziata alla prova dei diritti: l’intervista
di Salvatore Piro e Vincenzo Sbrizzi
Mancano pochi giorni alle elezioni comunali a Torre Annunziata e Radio Pride, che nasce nella cittadina oplontina, ha deciso di chiedere ai quattro candidati alla poltrona di sindaco la loro opinione sui principali temi riguardanti i diritti civili. Argomenti fondamentali per una comunità e, conoscere come un’amministrazione comunale decide di affrontare queste sfide per il futuro, rappresenta per i nostri lettori e per noi del giornale una priorità. Le risposte dei candidati sono state riportate in ordine alfabetico.
Cosa ne pensa del matrimonio egualitario?
Alfano: “In merito al matrimonio egualitario, definito così perché in linea con il principio di eguaglianza tra individui, guardo con interesse a vari modelli europei, a partire da quello operativo in Belgio: fin dai primi anni del Duemila è riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso e dal 2006 c’è una legge che permette alle coppie omosessuali l’adozione congiunta. Non si possono affrontare questi temi con filosofie dogmatiche, le esperienze di altri Paesi, in alcuni casi l’argomento è stato anche tema di referendum, ci insegnano che è possibile essere progressisti nel rispetto di ognuno”.
Cuccurullo: Sono assolutamente a favore. Ogni coppia ha il diritto di vivere liberamente i propri sentimenti e quindi di sposarsi, questo non può essere messo in discussione. Per quel che mi riguarda, il comune di Torre Annunziata sarà a favore e aperto alla celebrazione di tutti i matrimoni.
D’Avino: “Credo che sia stata una vittoria importantissima per la società civile. Finalmente non viene più visto come una situazione anomala ma come la normalità e questo fa ben sperare per il futuro”.
Zeppetella: “Naturalmente non posso che essere d’accordo. Il matrimonio è un momento importante nella vita degli individui e deve esserlo per tutti coloro che lo desiderano. Unire la propria vita dal punto di vista anche formale, non soltanto sostanziale, deve essere un diritto per chi desidera congiungersi alla persona che ama, qualsiasi essa sia”.
E dell’interruzione volontaria di gravidanza?
Alfano: “L’aborto è uno di quei temi che non dovrebbe mai essere affrontato in campagna elettorale e non dovrebbe essere strumentalizzato dalla politica. E’ uno di quei temi che bisogna affrontare con coscienza e con serenità, senza alzare mai i toni nel rispetto di chi è favorevole e di chi è contrario. Chi ha la responsabilità di legiferare su determinati argomenti ha l’obbligo di essere aperto all’ascolto e al dialogo e di trovare soluzioni di sintesi. Aggiungo che l’aborto non è un tema né di sinistra né di destra, è un argomento che viene interpretato a seconda delle coscienze di ogni singolo individuo, ed ogni posizione è tanto legittima quanto meritevole di attenzione”.
Cuccurullo: L’interruzione volontaria di gravidanza non può essere ostacolata, il diritto di scelta è inopinabile. Possono essere diverse le ragioni per cui una donna sceglie di interrompere una gravidanza, dalle violenze sessuali all’incapacità di poter sostenere economicamente il bambino. Le scelte e i percorsi di questo peso vanno, anzi, accompagnati con un opportuno sostegno.
D’Avino: “Sono d’accordo con l’ivg, fermo restando che il tema è spinoso ed è un argomento delicato. Credo che debba essere data la possibilità alle donne di poter scegliere liberamente senza coercizioni e costrizioni esterne. È importante tutelare le donne sia da un punto di vista fisico che psicologico in quanto le due cose sono strettamente collegate”.
Zeppetella: “Posso solo dire che devono essere le donne a decidere”.
Come sindaco intende attivare delle politiche di accoglienza per i migranti sul territorio comunale? Torre è una delle città della provincia dove non c’è un SAI (Sistema di Accoglienza Integrato).
Alfano: “Il tema dell’immigrazione, storia alla mano, è centrale nello sviluppo di qualsiasi popolazione. Se si continua a discuterne in maniera conflittuale è naturale che continuerà a dividerci, se invece lo affrontiamo nella sua complessità allora riusciremo ad individuare nel fenomeno dell’immigrazione una risorsa per il Paese e per l’Europa. È impossibile sintetizzare il tema in una risposta, ma è innegabile che un Paese come l’Italia, per la sua storia, per le sue tradizioni e per la sua cultura, deve essere un Paese ospitale e inclusivo. Certo, vanno gestiti con determinazione e rigore, anche con il sostegno dell’Europa, anche gli effetti collaterali di un cambiamento radicale, ma questo è un aspetto prevedibile quando ci si trova davanti a fenomeni di portata planetaria che non eravamo pronti a gestire. Per quanto riguarda Torre Annunziata e l’area Vesuviana ritengo che questo territorio abbia dato grande prova di accoglienza e inclusione. Anche nei momenti più critici. In quanto al Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) costituito dalla rete degli enti locali, bisogna essere ancora più determinati nella realizzazione e nella concretizzazione dei progetti di accoglienza integrata, anche con una rinnovata capacità di intercettare fondi e opportunità. Anche su questo tema, Torre Annunziata vive i ritardi dovuti al malgoverno a trazione Pd che ci ha portato allo scioglimento per infiltrazioni.
Cuccurullo: “Sì, ci attiveremo per poter accogliere e soprattutto sostenere sinergicamente l’integrazione dei migranti nella nostra città. Immagino uno sportello informativo che possa aiutare e guidare, magari anche per chi ha difficoltà con la nostra lingua, chiunque ne abbia bisogno durante i processi burocratici necessari”.
D’Avino: “Come Oplonti Futura abbiamo verificato ab initio la presenza di soggetti di nazionalità diverse sul territorio di Torre Annunziata. Abbiamo constatato che la comunità maggiore è quella rumena e abbiamo interesse a creare luoghi di aggregazione ed accoglienza.
Zeppetella: “È nostra intenzione accogliere i migranti, così come accogliere chiunque abbia bisogno di aiuto. A Torre forse non si è ancora sentita forte questa esigenza, perché i migranti preferiscono andare in luoghi dove c’è maggiore ricchezza e più opportunità di lavoro e a Torre questo purtroppo manca per tutti. Se ce ne sarà bisogno, sicuramente ci attiveremo per avviare i servizi del Sistema di Accoglienza e di Integrazione sul territorio”.
Intendete, e come, supportare la rete antiviolenza (attraverso i Cav, centri antiviolenza) e la nascita di Cad, centri antidiscriminazione?
Alfano: “Il tema delle politiche di supporto alla rete antiviolenza e antidiscriminazione è prioritario anche a Torre Annunziata, una città che in qualche caso ha pagato con il sacrificio delle sue vittime sia il degrado culturale che sfocia nella violenza più brutale, sia la degenerazione dei rapporti sociali che conducono alla discriminazione degli individui. La futura amministrazione avrà il dovere di promuovere e rilanciare una rete sinergica tra chi opera in questi campi sul territorio, soprattutto nei rioni abbandonati al degrado nei quali la politica di centrosinistra non è mai riuscita ad incidere fattivamente negli ultimi trent’anni di governo. Bisogna non solo favorire la nascita di Centri Antiviolenza e di Centri antidiscriminazione, nei quali accogliere le vittime, ma bisogna incentivare il reclutamento di personale adatto a gestire in maniera professionale e umana le situazioni di emergenza. Fuori, sul piano sociale e culturale, c’è invece da combattere una rivoluzione copernicana nella quale non bisogna dividersi ma nella quale bisogna essere tutti dalla stessa parte. La cultura del rispetto per il prossimo resta la regola fondamentale per la rinascita di un’intera comunità che ha nelle sue stesse radici gli anticorpi alla violenza e alla discriminazione”.
Cuccurullo: “Ci attiveremo con i servizi sociali e con le figure professionali di competenza per creare un luogo in cui chiunque possa sentirsi al sicuro e possa chiedere aiuto. Attiveremo dei percorsi educativi in collaborazione con le scuole per contrastare atti di bullismo e per educare le nuove generazioni alla gentilezza. L’amministrazione sosterrà e promuoverà, inoltre, l’apertura di futuri centri antidiscriminazione creando una forte collaborazione con le associazioni di riferimento per la comunità LGBTQIA+.
D’Avino: “Mediante la partecipazione attiva di associazioni di categoria come avvocati, psicologi ecc. mediante un impegno costante ed anche sicuro al fine di garantire la riuscita ed il corretto funzionamento degli stessi, anche perché non sempre si ottengono i risultati sperati. È di fondamentale importanza per il nostro territorio poi far nascere un Cad, bisogna fare in modo che la presenza costante abbatta i preconcetti ancora troppo evidenti nella nostra comunità”.
Zeppetella: “Noi siamo contro ogni tipo di violenza: fisica, psicologica, sociale. Nell’ultima accezione mi riferisco alla povertà perché lo stato di indigenza, di miseria, di bisogno in cui certe persone sono costrette a vivere la loro vita è una forma di violenza. Una sopraffazione che viene operata sui più deboli nel momento in cui a loro non viene riconosciuto la possibilità di vivere dignitosamente. È parte integrante del nostro programma interessarci di tutti, avendo a cuore la difesa dei cittadini da qualsiasi forma di violenza e la diffusione della cultura del rispetto dei diritti umani e delle pari opportunità. Noi lavoreremo per una città inclusiva, che non lasci indietro nessuno: dagli uomini alle donne, dai bambini agli anziani, dagli stranieri ai diversamente abili”.