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L’Ordine degli psicologi introduce l’identità alias. E’ il primo ordine professionale a riconoscerla

Garzillo (AltraPsicologia): "L’introduzione della identità alias è cruciale per garantire il benessere e il rispetto delle persone transgender e non binarie"

L’Ordine degli psicologi introduce l’identità alias. E’ il primo ordine professionale a riconoscerla

Costume & Società, Diritti civili, News, Transfobia

5 Dicembre 2024

Di: Claudio Finelli

Finalmente, una buona notizia, per le persone Lgbt+: sono state approvate le Identità Alias negli Ordini Professionali. Gli Ordini guidati da AltraPsicologia, associazione nazionale di categoria degli psicologi che si occupa di politica professionalehanno ottenuto unanime avallo del CNOP, Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, per il Regolamento sull’Identità Alias.

Dunque, professionist3 transgender e non binariɜ potranno scegliere di comparire negli elenchi ufficiali con un nome elettivo, rispettando la propria identità di genere e garantendo la tutela della loro privacy. Un traguardo importante per l’avanzamento dei diritti e dei valori connessi all’inclusione e al benessere e alla dignità di tante persone.

Una battaglia che l’Associazione AltraPsicologia conduce da anni, a fianco della collettività Lgbt+, anche con la consulenza legale dell’Associazione Rete Lenford.

Per saperne di più abbiamo raggiunto telefonicamente il Dr. Francesco Garzillo, psicologo e coordinatore AltraPsicologia Campania.

Perché è importante l’introduzione della identità alias negli ordini? Quantə operatorə – secondo una vostra stima – si serviranno di questo strumento nella propria iscrizione ai diversi ordini professionali?

L’introduzione della identità alias è cruciale per garantire il benessere e il rispetto delle persone transgender e non binarie all’interno della professione psicologica. Permette loro di utilizzare un nome e un genere che rispecchiano la propria identità, eliminando il disagio e il rischio di discriminazione legati all’uso di un nome anagrafico in cui non si riconoscono. Questo strumento favorisce l’inclusione, la privacy e la serenità nelle relazioni professionali, proteggendo anche il diritto all’autodeterminazione.

Quanto alla stima di operatorə che si avvarranno di questa possibilità, riteniamo che la numerosità sia irrilevante: anche se fosse solo una persona, il suo diritto a sentirsi rispettata nel contesto professionale merita di essere tutelato. La vera importanza sta nel messaggio di inclusione e supporto alla affermazione identitaria che questo regolamento rappresenta per tuttə.

Quali sono gli ostacoli incontrati in questo percorso di affermazione delle persone trans e non binarie? Quali sono stati “gli alleati” più convinti e determinanti?

Gli ostacoli principali sono stati legati a un panorama normativo frammentato e a resistenze culturali, spesso alimentate da pregiudizi e disinformazione. Nonostante ciò, abbiamo avuto alleati fondamentali, come l’Associazione Nazionale Rete Lenford, che ha fornito supporto legale con un parere strutturato e soluzioni applicabili.

Un ruolo decisivo è stato anche quello dei sette Ordini regionali degli Psicologi guidati da AltraPsicologia, che hanno portato avanti con determinazione questa battaglia, sollecitando il CNOP a prendere in carico e risolvere la questione mediante il coinvolgimento del Comitato Pari Opportunità. La Commissione Giuridico-Istituzionale del CNOP ha poi permesso di tradurre questo impegno e gli spunti offerti in un regolamento concreto, portandolo successivamente al consiglio che l’ha approvato all’unanimità.

Come componente di Altra Psicologia, ci presenti, sinteticamente, il vostro lavoro? Quali altri percorsi di rivendicazione sono attualmente attenzionati dalla vostra associazione?

AltraPsicologia è attiva dal 2005 e si è sempre impegnata nella tutela dei diritti delle persone LGBTQ+, combattendo ogni forma di discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere. Si impegna da anni a promuovere un cambiamento culturale e professionale all’interno della categoria professionale, lavorando su temi come l’inclusività, i diritti delle persone LGBT+ e la lotta alle discriminazioni di genere. Tra le nostre azioni più significative, ricordiamo il “Bonus Genitorialità” introdotto in ENPAP (la cassa previdenziale dellɜ psicologɜ) a guida Altra Psicologia. Questo contributo economico, cumulabile con l’indennità di maternità (alla quale anche hanno diritto lɜ coniugɜ e lɜ compagnɜ conviventeti degli iscritti e delle iscritte ENPAP) sostiene i professionisti nel momento in cui diventano genitori, senza discriminazioni legate al genere o all’orientamento sessuale. È una misura concreta per affermare che tutte le famiglie, indipendentemente dalla loro composizione, hanno pari dignità.

Lavoriamo tutti i giorni per portare una visione inclusiva e progressista nelle nostre istituzioni, nella politica e nella società civile, affrontando battaglie a volte controcorrente, ma sempre orientate a garantire pari opportunità e dignità per tuttɜ.

Ne è un esempio la lettera inviata dai 7 Ordini regionali a guida Altra Psicologia alla Ministra Eugenia Roccella, in risposta alle sue dichiarazioni secondo cui “ogni bambino ha diritto ad avere una mamma e un papà” e che “lo dicono tutti gli psicologi”. In quella lettera, abbiamo ribadito, sulla base della letteratura scientifica, che non ci sono differenze sostanziali nello sviluppo dei figli tra famiglie omosessuali ed eterosessuali. Abbiamo anche sottolineato come il vero danno sia causato dal pregiudizio sociale, piuttosto che dalla struttura della famiglia. Questi passi sono essenziali per sfidare stereotipi e affermare i diritti delle famiglie omogenitoriali. Cerchiamo, tutti i giorni per quanto ci è possibile, di promuovere benessere.