icon cerca

Intervista al prof. Arcangeli, minacciato di morte per le posizioni critiche nei confronti del generale Vannacci.

Intervista al prof. Arcangeli, minacciato di morte per le posizioni critiche nei confronti del generale Vannacci.

Cronaca

2 Ottobre 2023

Di: Radio Pride

@redazione

il Rettore dell’Università degli Studi di Cagliari a nome di tutta la comunità universitaria, ha piena solidarietà al Prof. Massimo Arcangeli minacciato nell’esercizio della libera espressione di pensiero e di parola.

Lo scorso 28 settembre, il Rettore dell’Università degli Studi di Cagliari, prof. Francesco Mola e il Direttore Generale, dott. Aldo Urru, a nome di tutta la comunità universitaria, hanno espresso la loro piena e incondizionata solidarietà al Prof. Massimo Arcangeli, che – secondo quanto indicato dal comunicato – è stato pesantemente minacciato nell’esercizio della libera espressione di pensiero e di parola.

«L’Università di Cagliari – si legge nel comunicato dell’Ateneo – è da sempre luogo inclusivo e mai divisivo di ideali, progetti, idee e opinioni, un luogo di confronto aperto e libero nel quale ognuno deve sentirsi al sicuro e protetto al di là dei propri orientamenti di tipo politico, religioso, culturale o di genere. Pertanto, non possiamo fare altro checondannare gesti o parole di tale viltà che hanno come unico obiettivo minare alla base la nostra istituzione e la società civile in cui operiamo».

Il prof. Arcangeli, ordinario di Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche, ha mosso legittime critiche, anche tramite social, alla controversa pubblicazione del libro scritto dal generale Vannacci ed è tra i primi firmatari di una petizione indirizzata sia alla Presidente del Consiglio, per chiedere una condanna ufficiale delle idee omofobe, razziste e sessiste contenute nel predetto testo,  sia allo Stato Maggiore dell’Esercito affinché dia seguito all’indagine interna avviata dal Ministro della Difesa e affinché si proceda all’avvicendamento alla guida dell’Istituto Geografico Militare, con l’adozione dei necessari procedimenti disciplinari nei confronti del generale.

Le posizioni critiche nei confronti di Vannacci e delle idee espresse da quest’ultimo, avrebbero infatti esposto il docente a diverse minacce, anche di morte, minacce nei confronti delle quali la vittima ha annunciato di esser in procinto di adire le vie legali.

Raggiungiamo telefonicamente il prof. Arcangeli per raccogliere una sua testimonianza sull’accaduto.

Come si è sentito ad essere vittima di minacce perfino di morte? Ha paura?

Non ho avuto paura per me, temo però che questi fenomeni aumentino, che il clima di intolleranza, violenza e discriminazione, alimentato da opere come quella del generale Vannacci, possa diventare sempre più incandescente, quindi la mia paura è una paura proiettata sulla collettività perché tante persone potrebbero subire quello che sto subendo io nelle ultime settimane, soprattutto dopo aver lanciato un petizione su change.org sul libro del generale Vannacci, non contro il libro di per sé perché il generale può scrivere quello che vuole ma non può farlo con la divisa che indossa, non può farlo come rappresentante di un istituzione.

Pensa che la pubblicazione del volume di Vannacci e le minacce da lei subite, siano frutto di un determinato clima sociale e culturale che sta attraversando il Paese o – a suo parere – sono fenomeni indipendenti che si sarebbero potuti verificare in qualsiasi momento storico?

Nel 1952 è uscito per Einaudi un volume che raccoglie le lettere dei condannati a morte della Resistenza Italiana, 112 patrioti e partigiani, catturati dai fascisti o dai tedeschi, che danno l’estremo addio alla famiglia, a un parente, a un compagno; nella bella nota introduttiva alla sedicesima edizione della raccolta, pubblicata nel 1995, Gustavo Zagrebelsky ha messo in guardia dal ritenere sia il fascismo sia l’antifascismo anomalie italiane, perché ritenuti da molti sostanzialmente estranei al carattere o all’identità nazionale, rappresentato invece da quella maggioranza moderata e silenziosa che durante la Resistenza, o anche prima, non si schierò, si adattò o si limitò a qualche azione di soccorso; ecco se il fascismo e l’antifascismo fossero corpi estranei al tessuto antropologico e sociale italiano – e non lo sono – potremmo certamente dimenticarli molto presto. Detto questo, è evidente che se il clima di cui parlavo si fa incandescente, allora quel fascismo e quell’antifascismo, che non sono affatto delle anomalie del nostro Paese, rialzano la testa ed è quello che sta avvenendo

Si aspettava la solidarietà del Rettore dell’Università di Cagliari? C’è – al contrario – qualcuno da cui avrebbe ritenuto importante ricevere solidarietà e che, invece, non si è espresso?

L’università di Cagliari è da anni in prima linea nella difesa dei diritti delle persone e per l’inclusione e non mi stupisce affatto che il Rettore dell’Ateneo con l’Università tutta abbia espresso pubblicamente solidarietà nei miei confronti per le minacce che ho subito. Chi avrebbe potuto fare qualcosa e non l’ha fatto, chi avrebbe potuto esprimere solidarietà e non l’ha fatto, chi avrebbe potuto firmare la petizione che ho lanciato con Antonello Sannino sul libro di Vannacci e non l’ha fatto…mi limito a osservare che la sinistra dovrebbe compattarsi seriamente su questi temi e alzare le barricate. Se non lo farà, la vedo grigia o peggio la vedo nera, per i prossimi anni.