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La GPA è reato universale: cronaca di una giornata surreale in Parlamento

Con questa legge si criminalizzano le famiglie omogenitorali, attaccano opposizioni e associazioni LGBTQI+. Per Meloni è una norma di buonsenso contro la mercificazione del corpo femminile e dei bambini

La GPA è reato universale: cronaca di una giornata surreale in Parlamento

Politica

16 Ottobre 2024

Di: Vincenzo Sbrizzi

È scontro frontale sulla norma di legge che vieta agli italiani di praticare la gestazione per altri non solo nel nostro Paese, dove è già illegale, ma anche all’estero nei paesi dove invece la pratica è possibile. Il voto che porta alla nuova legge, è arrivato dopo una giornata in Senato dove non sono mancati i momenti di tensione, tra maggioranza e opposizione. È stato dato il via libera definitivo al “disegno di legge n. 824 sul contrasto alla surrogazione di maternità, come reato universale”.

Il provvedimento è stato approvato con 84 sì e 58 no, tra le critiche delle opposizioni. Secondo la legge in vigore in Italia dal 2004, “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro“. La norma appena licenziata dal Parlamento prevede che anche “se i fatti, sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana“.

L’Aula è stata più volte richiamata all’ordine dai presidenti di turno, visti i continui battibecchi tra chi era a favore del testo, presentato alla Camera dalla meloniana Carolina Varchi, e i contrari. Più volte i presidenti di turno, come capitato a Mariolina Castellone, hanno minacciato di sospendere l’Aula, per le continue interruzioni degli interventi, visti i continui battibecchi tra i senatori. Così come successo mentre parlava la senatrice del M5S, Elisa Pirro. “I colleghi maschi di maggioranza stanno dicendo che l’utero non è il mio? I miei organi sono miei e ne faccio quello che voglio”, ha detto mentre dai banchi della maggioranza non sono mancate parole di dissenso, che hanno più volte interrotto la pentastellata. “Siamo al comunismo degli organi -replicava lei- . Io posso dare il rene, ma non posso prestare il mio utero, da donna libera, italiana“, rivolta al senatore di Fdi, Luca De Carlo. “I miei organi sono miei e ne faccio quello che voglio“, insiste mentre viene contestata dai banchi della maggioranza.

Tra un botta e risposta e un altro l’Aula vota le questioni pregiudiziali, che erano tre, tutte respinte con 87 voti contrari. Poi si è tornato a discutere. Per il senatore della Lega, Massimiliano Romeo siamo di fronte a “ricchi committenti che pagano le donne per soddisfare il proprio desiderio, soprattutto immigrate, questo sì che è un ritorno al Medioevo“. “Dove sono le femministe, dov’è la sinistra? -si domanda il capogruppo della Lega, mentre dai banchi della sinistra non mancano brusii- . Come è possibile che il diritto della donna non venga tutelato nella sua dignità?. Adesso difendete solo i diritti dei ricchi committenti…“.

Dal M5S è arrivata la replica di Alessandra Maiorino: “Con questo obbrobrio giuridico equiparate la surrogazione di maternità, che già in Italia è reato, a reati universali come i crimini di guerra, la tortura, la pirateria e il genocidio, ma allo stesso tempo prevedete una punibilità pressoché bagattellare. Questo dimostra come la vostra sia una volgare speculazione per realizzare uno spot di pura propaganda sulla pelle delle bambine e dei bambini, che nascono come tutti gli altri bambini per via di un progetto d’amore e di famiglia. Tutto questo mette a nudo la vostra cattiva coscienza“, ha attaccato.

Dal Pd Anna Rossomando critica lo stesso concetto di reato universale: “Oggi non stiamo discutendo dell’introduzione di un ennesimo reato, considerato che in Italia è già previsto, ma di rendere universale il reato di GPA” una norma “viziata dall’irragionevolezza e totalmente disallineata rispetto alle pronunce della Corte Costituzionale, della Corte Europea dei diritti dell’uomo e della Corte di Cassazione sezioni unite civili“. Per il meloniano Gianni Berrino invece “il legame che si instaura durante la gravidanza tra madre e figlio non abbraccia aspetti esclusivamente emozionali, ma ha un fondamento scientifico“. Per cui “i sostenitori della maternità surrogata dimostrano di ignorare o di calpestare il fenomeno chiamato microchimerismo fetale, per mezzo del quale le cellule del feto migrano nel sangue materno, negli organi e nel cervello“, dice anche lui tra le proteste dell’opposizione.

Il Paese non ha bisogno di questa legge, che rappresenterà un grave problema per alcuni italiani, oggi già discriminati. Partiamo dal dato di fatto che la commercializzazione della gravidanza e dei gameti in Italia è già reato. Sgomberando il campo dalla propaganda, purtroppo andata in scena anche oggi al Senato, iniziamo dai termini giusti: nessun utero in affitto. Che costo si può dare a un dono che non ha valore come quello della vita? Ma è anche sbagliato parlare di maternità surrogata. Qui si parla di gestazione e di gravidanza, perché sono cose separate dalla maternità, anche grazia alla legge 194. E a chi ha provato a giustificare questa legge parlando del legame tra made e feto, dico attenzione a non mettere in discussione questa separazione tra gestazione e maternità, perché oggi una donna gravida può scegliere di non essere madre e dare in adozione il figlio con il parto in anonimato o di abortire. Una libertà di scelta che difendiamo per tutte le donne. anche per quelle donne che si sentono madri dal primo giorno in cui scoprono di essere incinte. La maternità è una scelta, un modo di stare al mondo, è cura, guida, accoglienza. È un dono, così come la gestazione solidale altruistica, se è gratuita, non può che essere un dono. È il dono più grande che una donna può fare a un’altra donna“. Ha dichiarato in Aula a Palazzo Madama Mariolina Castellone, senatrice del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali e vicepresidente del Senato. “Questa legge non ha senso – ha continuato Castellone -, perché un reato per essere universale deve essere reato sia nel nostro Paese che in quello dove è stato commesso. Ma un reato universale deve anche avere una rilevante gravità, mentre il governo propone pene da sei mesi a due anni e quindi per definizione non è un reato grave nemmeno per loro. Certo, serve una legge che regolamenti la gestazione per altri solidale, nel nostro Paese, proprio per evitare gli illeciti e la commercializzazione all’estero. Non servono divieti, ma leggi che abbiano senso. Quando ci occupiamo di temi che hanno rilevanza etica così importante, dovremmo lasciare fuori la propaganda e farci guidare di più dalla società civile, che su questi temi è molto più avanti della politica, e dagli esempi virtuosi degli altri Paesi. E noi donne non vorremmo essere tutelate solo sotto l’aspetto produttivo, ma anche quando oggi una donna su cinque, entro i due anni di nascita del figlio, deve lasciare il lavoro perché non riesce a coniugare gli impegni familiari e lavorativi. Vorremmo essere tutelate quando per scegliere le figure dirigenziali ci viene sempre preferito un collega maschio. Se il governo vuole prendersela con chi commette reati universali, si occupi di condannare i crimini di guerra e i criminali di guerra, quelli sì che sono reati universali. E la smetta di fare propaganda sulla pelle delle persone e dei bambini nati da un atto d’amore” ha concluso Castellone.

Contro la legge anche Alessia Crocini, Presidente di Famiglie Arcobaleno che  dichiara: “Dopo le impugnazioni dei certificati di nascita e le mozioni contro l’educazione alle differenze nelle scuole, continua la crociata delle destre contro i diritti civili e il pluralismo delle famiglie, contro il loro diritto di pensare la loro vita e le proprie scelte secondo le loro caratteristiche e le loro inclinazioni. In un paese a natalità zero, con la Legge Varchi il governo di destra vuole impedire a nuove vite di venire al mondo e getta il peso di una colpa che non esiste su migliaia di bambini e bambine, ma anche uomini e donne, che vivono nel nostro Paese. Lotteremo ogni giorno per affermare la bellezza e la libertà delle nostre famiglie e dei nostri figli e figlie”. 

“Oggi il Parlamento ha scritto una pagina nera, nerissima, per i diritti e per le libertà. La destra ha infatti reso illegale, per i cittadini italiani, il ricorso alla maternità surrogata anche in quei Paesi in cui la GPA è perfettamente legale, normata e sicura”, commenta Riccardo Magi, segretario di +Europa.

Di segno completamente opposto le reazioni di chi la legge l’ha promossa. “Con l’approvazione definitiva della legge che rende la maternità surrogata reato universale, è stata messa la parola fine a una barbarie che sfruttava le donne più vulnerabili e mercificava i bambini“. Ha dichiarato Carolina Varchi, parlamentare di Fratelli d’Italia e prima firmataria del provvedimento. “La nuova normativa, frutto di un lungo dibattito pubblico e parlamentare, rappresenta un momento storico per la nostra nazione che si pone all’avanguardia con la sua legislazione. Segna un limite netto contro ogni forma di abuso e stabilisce che in Italia la pratica dell’utero in affitto è reato ovunque venga commessa, – ha spiegato Varchi – l’aspetto cruciale della legge è l’estensione della perseguibilità del reato di surrogazione della maternità anche alle condotte commesse all’estero da cittadini italiani, creando così un vero deterrente contro una pratica che, grazie alla fermezza delle nostre leggi, non ha mai trovato terreno fertile nella nostra Nazione ma ha conosciuto, purtroppo, lo sviluppo di un aberrante mercato nelle pochissime nazioni al mondo in cui viene tollerata”.“La maternità non può diventare un mercato, il corpo delle donne non può essere noleggiato, la vita non si compra e siamo preoccupati da numeri e cifre da capogiro, a discapito di donne che spesso si trovano in condizioni di difficoltà economica o che comunque hanno come motivo principale per aderire a questo mercato quello del promesso compenso. Fratelli d’Italia da anni ha intrapreso un’azione di contrasto alla maternità surrogata e oggi, l’approvazione di questa legge, segna un punto importante, in una battaglia di libertà per le donne e di civiltà per la società civile. I bambini non si comprano, non tutti i desideri possono diventare diritti”. Le fa eco la Ministra Roccella: “Diritti riaffermati, un esempio per il femminismo mondiale” e la stessa Giorgia Meloni:” Con l’approvazione definitiva di oggi, il ddl che rende l’utero in affitto reato universale è finalmente legge. Una norma di buonsenso contro la mercificazione del corpo femminile e dei bambini. La vita  umana non ha prezzo e non è merce di scambio“.