Le famiglie arcobaleno in piazza: GPA amore universale
Attiviste e famiglie in manette al grido di arrestateci tutti
Venerdì 24 ottobre, un gruppo di cittadini/e, famiglie arcobaleno, attivisti LGBTQIA+ e rappresentanti istituzionali si è riunito davanti alla Prefettura di Napoli per un presidio pacifico contro la criminalizzazione della gestazione per altre e per altri. L’iniziativa “GPA, amore universale“, promossa dall’associazione Famiglie Arcobaleno e svoltasi contemporaneamente in diverse città italiane, ha visto la partecipazione a Napoli di oltre un centinaio di persone.
Tra le associazioni presenti a Napoli si segnalano Agedo, Antinoo Arcigay Napoli, ALFI Le Maree, Associazione Trans Napoli, Pride Vesuvio, Fondazione GIC e il gruppo territoriale di Famiglie Arcobaleno. Hanno inoltre presenziato gli assessori comunali Luca Trapanese ed Emanuela Ferrante, la deputata M5S Gilda Sportiello e rappresentanti della CGIL.
I partecipanti hanno espresso forte preoccupazione per le recenti proposte di legge che criminalizzano la GPA, definendola un “reato universale”. Con slogan e striscioni, hanno denunciato gli attacchi del Governo e della maggioranza parlamentare, giudicati in contrasto con i principi fondamentali della Costituzione italiana e del Diritto internazionale.
“Giorno dopo giorno, il Governo sta dimostrando di voler tornare indietro nel tempo – hanno dichiarato i rappresentanti delle associazioni – con provvedimenti fascisti che ricordano i peggiori periodi della nostra storia. Per questo facciamo appello a tutte le forze democratiche e alle Istituzioni, in primis al Presidente Mattarella, di non permettere che i diritti delle famiglie arcobaleno e delle persone LGBTQIA+ vengano calpestati”.
Un toccante flash mob ha concluso il presidio: alcuni attivisti e alcune attiviste si sono fatti ammanettare simbolicamente ai bambini e alle bambine delle famiglie arcobaleno, sottolineando l’assurdità di una legge che considera l’amore e il desiderio di genitorialità un reato. Le manette giocattolo saranno consegnate al Prefetto con la richiesta di fermare questa deriva autoritaria.