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L’ennesimo 8 Marzo

Gilda Sportiello: "tenetevi le mimose. Dateci il diritto all'aborto, dateci gli asili, dateci il lavoro, dateci i ruoli che ci spettano, dateci una reale lotta contro le violenze di genere. Noi vogliamo una seria lotta contro il patriarcato"

L’ennesimo 8 Marzo

Diritti civili, Politica

8 Marzo 2025

Di: Sharon Santarelli

Fortunatamente siamo agli sgoccioli di questo 8 Marzo; ogni anno è una fatica. Una giornata complicata.

Con tutto il rispetto, ma io non so di che farmene. Non so di che farmene delle mimose, delle pubblicità lanciate da social media manager che ci ritraggono “dolcemente complicate”, come “quelle che danno vita”, “quelle forti in quanto donne, mamme e nonne”; “quelle che lavorano, cucinano, accudiscono i figli.”

Non vogliamo assolutamente nulla. Nè i vostri cioccolatini, né le mimose, né i messaggini nelle vostre stories di Instagram. Non vogliamo sentire “auguri e figli maschi”, perché facile essere nati dalla parte “giusta” e non dover lottare ogni giorno per i propri diritti.

Gilda Sportiello: “tenetevi le mimose, dateci i diritti”

Le uniche parole, che mi sento di riportare, a chiare lettere ed a gran voce sono quelle della Deputata Gilda Sportiello (una delle pochissime donne in parlamento che sta lottando concretamente per i diritti femminili, e non solo) durante il suo intervento in aula lo scorso 5 Marzo: “Tenetevi le mimose. Dateci il diritto all’aborto, dateci gli asili, dateci il lavoro, dateci i ruoli che ci spettano, dateci una reale lotta contro le violenze di genere. Noi vogliamo una seria lotta contro il patriarcato. Non garantire salari, casa, significa aumentare la violenza di genere. Perché la violenza economica è violenza di genere. Perché quello che stiamo facendo in aula non sia uno sterile esercizio di retorica in occasione dell’8 marzo – giorno non di festa, ma di lotta, di sciopero contro il patriarcato.

 

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Stabilire una gerarchia dei diritti, solamente basata sul genere, è una delle cose più aberranti che ci possano essere in uno Stato. Ma questo stato è il riflesso della nostra società. Una società che, necessariamente, deve cambiare e nella quale ogni giorno moltissime donne (al fianco di ancora troppi pochi uomini) lottano per vedersi riconosciti dei diritti fondamenti.

Per esempio, quello all’aborto non può essere solo basato sulla “fortuna” o sulla “sfortuna” di abitare in una regione dove vi sono troppi o, in alcuni casi, solo medici ginecologi obiettori di coscienza.

Come per esempio, non può ad oggi non esservi l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole. E’ strettamente necessario, per far sì che una società patriarcale muti, che i suoi giovani (uomini e donne) siano educati al rispetto, all’onestà, alla gentilezza. Al riconoscere che un “no” non è un “sì” e che stare con il bullo della scuola non fa “figo”.  Che essere economicamente indipendenti è la base della propria libertà, tassello fondamentale della vita.

Educate i vostri figli, ma educate anche le vostre figlie a riconoscere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. A riconoscere il rispetto nei rapporti, a pretenderlo ed esigerlo ed a scappare quando non vi è.