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Male l’Italia nella Rainbow Map di Ilga-Europe, trentaseiesimi su 48 Paesi

Piazzoni (Arcigay): "Siamo come nelle sabbie mobili: sembriamo fermi, in realtà stiamo sprofondando"

Male l’Italia nella Rainbow Map di Ilga-Europe, trentaseiesimi su 48 Paesi

News

17 Maggio 2024

Di: Claudio Finelli

A ridosso del 17 maggio, data significativa per la comunità LGBT+, in cui si celebra la giornata mondiale di lotta all’omolesbobitransfobia sono stati diffusi i risultati della Rainbow Map, redatta da Ilga-Europe, documento annuale atto a fotografare la vita delle persone Lgbt+ in 48 Paesi, tra cui l’Italia.

Il documento, in premessa, chiarisce che mentre i leader autoritari in tutta Europa continuano a usare le persone LGBT+ come capro espiatorio per dividere e mobilitare i propri elettori, altri stanno invece mostrando una forte volontà politica di onorare gli impegni volti a promuovere e proteggere i diritti umani delle persone LGBT+.

Dunque, alla luce di quanto restituito dalla lettura del report di Ilga-Europe, apprendiamo preoccupati che il governo italiano non è ricompreso tra i secondi, cioè tra i governi virtuosi verso le persone LGBT+, dacché nella classifica arcobaleno, il nostro Paese, collocandosi tra Lituania e Georgia, si posiziona al trentaseiesimo posto, su quarantotto Paesi monitorati, perdendo ben due posizioni rispetto all’anno scorso.

Commentando il documento stilato da Ilga-Europe, Gabriele Piazzoni, Segretario Generale di Arcigay, non ha dubbi: “Siamo come nelle sabbie mobili: sembriamo fermi, in realtà stiamo sprofondando. Questi studi evidenziano come l’Italia in tema di contrasto alle discriminazioni pur sembrando, nel migliore dei casi, immobile, in realtà sta evidentemente peggiorando su molti fronti. Questo perché lo status di avanzamento sui diritti di un Paese può peggiorare anche senza nuove leggi, ma semplicemente a causa dell’immobilismo delle istituzioni o per la totale indifferenza e talvolta legittimazione di comportamenti e linguaggi discriminatori da parte della politica”.

Altra doccia fredda – prosegue Piazzoni – arriva dal sondaggio svolto dall’Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (FRA) in 30 Paesi. L’Agenzia europea ci dice che in Itala ancora oggi il 53% delle persone omosessuali ha paura a tenersi mano nella mano con il proprio partner nei luoghi pubblici, il 38% racconta di aver subito almeno un episodio di discriminazione, il 18% di aver subito tentativi di pratiche di “conversione”, cioè qualcuno che cercava di “curarlo” dall’omosessualità. Non solo: l’agenzia ci dice che in Italia aumenta il numero di student* LGBTQI+ che dichiarano di aver subito atti di bullismo, scherno o discriminazione a scuola, erano il 43% nel 2019, oggi sono il 68%. Ecco perché il 51% de* student* LGBTQI+ dichiara di avere paura e tiene nascosto il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere nelle aule scolastiche. Attenzione: il 67% di queste persone dichiara anche di non aver mai affrontato le tematiche inerenti l’orientamento sessuale o l’identità di genere nella propria scuola”.

È duro e perentorio, nelle conclusioni, il leader di Arcigay: “Questi due rapporti insomma ci raccontano un’Italia che continua a non voler affrontare il problema della discriminazione delle persone LGBTQI+, lasciando nei cassetti tutte le strategie che i Governi precedenti avevano predisposto.  Di questo porta la responsabilità il Governo Meloni: racconta di non voler smantellare leggi, perché sa che è sufficiente l’ostinato immobilismo in questa palude di diritti mancanti per farci sprofondare”.