Fede senza catene: Zahed l’imam inclusivo che rompe i tabù
L'imam che sfida i dogmi religiosi per un Islam inclusivo e LGBTQ+ friendly
Se la fede è una gabbia per alcuni, Ludovic Mohamed Zahed l’ha trasformata in un trampolino di lancio. Primo imam dichiaratamente omosessuale di Francia, non solo celebra matrimoni LGBTQ+ ma smantella vecchie strutture con la determinazione di chi non si lascia zittire da dogmi polverosi.
Dal dogma al cuore: la rivoluzione spirituale di Zahed
Nato in Algeria nel 1977 e cresciuto tra il paese d’origine e la Francia, Zahed si forma come imam, ma a 17 anni si trova a fare i conti con una rivelazione che cambierà tutto: è gay. Con l’Algeria in piena guerra civile e moschee divise tra salafiti e Fratelli musulmani, Zahed rifiuta entrambe le visioni estreme e decide di cercare risposte altrove.
“Lasciare la spiritualità o rinnegare me stesso? No grazie,” dichiara. Dopo anni di tormenti, scopre che fede e amore possono convivere, basta riscrivere le regole del gioco.
La Moschea inclusiva: un tifugio per tutti
Nel 2010 fonda l’associazione Omosessuali Musulmani di Francia (HM2F), e nel 2012 apre la prima moschea inclusiva d’Europa. Nessun biglietto d’ingresso richiesto: chiunque, indipendentemente da genere, orientamento sessuale o etnia, trova spazio tra quelle mura.
Zahed non ha dubbi: “Il vero Islam? Non esiste. Esistono musulmani che decidono cosa sia la spiritualità per loro.” Una dichiarazione che suona come un terremoto per chi cerca di monopolizzare il messaggio religioso.
Dal Corano al Vangelo: ponti tra fedi
Il suo percorso trova eco anche nel cattolicesimo. Figure come don Andrea Gallo hanno abbracciato l’inclusione delle persone LGBTQ+ nella Chiesa, spingendo entrambe le religioni a rivedere letture discriminatorie dei testi sacri per riscoprire il vero messaggio d’amore universale.
Islam inclusivo: un messaggio di amore
Zahed, attraverso il CALEM Institute, forma nuovi imam progressisti per diffondere una visione dell’Islam che abbraccia la diversità. “Se il profeta Maometto fosse qui oggi, sposerebbe coppie omosessuali,” afferma senza mezzi termini.
La tradizione marocchina con santi omosessuali come Ali Ben Hamdouch rafforza la sua visione: diversità e spiritualità non sono in contrasto, anzi si alimentano a vicenda.
Una Moschea come faro di speranza
La moschea inclusiva non è solo un luogo di culto, ma un simbolo di resistenza. “La fede non è un tribunale, è un abbraccio,” ribadisce Zahed, sfidando chi usa la religione per discriminare.
Sguardo al futuro
Ludovic Mohamed Zahed non è solo un imam, è un rivoluzionario spirituale. La sua storia dimostra che fede e libertà non solo possono convivere, ma sono le basi di un futuro più giusto e aperto, sia nell’Islam che nel cristianesimo.
Zahed ci insegna una lezione semplice ma potente: la vera fede guarda negli occhi e dice senza esitazioni, “Sei perfetto così come sei.“