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Picchiato dal padre perché omosessuale: 15enne lo denuncia grazie agli insegnanti

Le violenze andavano avanti da tempo e i segni erano visibili sul corpo del ragazzino

Picchiato dal padre perché omosessuale: 15enne lo denuncia grazie agli insegnanti

Cronaca, News, Omofobia, Scuola

18 Gennaio 2025

Di: Vincenzo Sbrizzi

Ha 48 anni l’uomo finito in manette per maltrattamenti ai danni del figlio 15enne. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della stazione di Poggioreale, il conflitto tra padre e figlio riguarderebbe l’orientamento sessuale di quest’ultimo. L’uomo avrebbe minacciato di morte via whatsapp il figlio mentre era a scuola. Da quanto emerso, il minore, nei giorni scorsi, sarebbe stato anche aggredito con una chiave meccanica. Le lesioni riportate al volto, al collo e alle gambe, sono state ritenute guaribili in tre giorni. L’uomo è stato arrestato in flagranza differita, tradotto al carcere di Poggioreale, in attesa di giudizio.

La denuncia grazie alla scuola e agli insegnanti

Il giovanissimo ha trovato il coraggio di confidarsi con i suoi insegnanti e a scuola ha deciso di denunciare il padre. Il 15enne, ora in comunità protetta, vessato dal padre, ha trovato così la forza di reagire a una situazione che gli aveva reso la vita impossibile. Gli insegnanti della scuola, compresa la gravità della situazione, hanno avvertito i carabinieri e fatto partire le indagini. È così che è venuta alla luce la situazione nella quale si era trovato a vivere. Gli audio inviati dal padre al ragazzo acquisiti nel corso delle indagini contengono la violenza brutale che il 15enne ha dovuto subire da parte del 48enne arrestato oggi. Le botte erano frequenti e sul corpo il 15enne ne portava i segni che sono stati notati dai suoi insegnanti.

Arcigay Napoli: “Serve un pacchetto sicurezza”

“Dopo Bologna, Milano, Torino e Roma, anche qui in Campania registriamo aggressioni omotransfobiche violentissime, frutto del clima avvelenato da questo Governo e della maggioranza parlamentare che lo sostiene”. Antonello Sannino, presidente di Antinoo Arcigay Napoli, commenta così il caso del ragazzino. “Diffondere odio ha un prezzo e questo prezzo lo stanno pagando le persone LGBTQIA+ e tutte quei pezzi della cittadinanza aggrediti quotidianamente dalla retorica dell’odio – spiega -. Occorre approvare rapidamente un pacchetto sicurezza per le persone LGBTQIA+, come chiesto a più voci dalle associazioni LGBTQIA+ con la petizione ‘Io non sto col branco’”, sottolinea.