Ancora una provocazione dal Governo Meloni. Nominata Marina Terragni a Garante per l’infanzia
Alcune delle sue dichiarazioni shock: “Lo stupro è un progetto omosessuale di sottomissione della donna”, "I bambini trans nono esistono". Polemiche sulla nomina della Terragni per le sue posizioni integraliste anti-lgbt
In piena sintonia con la transfobia del nascituro governo USA Trump-Musk, il (o la) presidente del consiglio Giorgia Meloni sferra un nuovo attacco alla comunità LGBT+ nominando Garante per l’infanzia e l’adolescenza la femminista di destra Marina Terragni.
La Terragni negli anni più recenti si è fatta notare solo ed esclusivamente per le sue iniziative transfobiche e transescludenti, assieme a vari residui di quello che fu il movimento femminista del pensiero della differenza sessuale; e il suo pressoché unico merito è stato ultimamente solo quello di essersi distinta nel vomitare cattiverie e volgarità contro le persone trans, sempre ospitata con grandi onori sulle TV di destra e sui giornali filomeloniani come “Libero”, “La Verità”, “Il Giornale”, “Il Tempo” in buona compagnia con il ministro della famiglia Emilia Roccella, perennemente ossessionata dalla inesistente “teoria gender”.
Solo per questo Terragni è stata premiata dal governo di estrema destra, non potendo esibire nel suo curriculum nulla di significativo sul tema specifico dei diritti dei minori, i cui principali problemi sono, nella testa dei nostri governanti, NON la povertà economica che riguarda milioni di famiglie, NON la povertà educativa, NON un mondo sempre più insicuro, pericoloso e inospitale, ma evidentemente solo la “teoria gender” e “la propaganda trans”.
Siamo alla follia di un disegno reazionario che va contrastato con decisione.
I movimenti LGBT+ si mobiliteranno contro questa nomina scellerata e provocatoria e ricordano al governo di estrema destra che questi atti non ci intimidiscono – così come il liberticida “DDL sicurezza” – e che l’Onda Pride che si alzerà dalla primavera imminente, sarà un importante momento di visibilità e lotta che parlerà all’intero Paese e soprattutto alla sua parte migliore, più giovane e insofferente contro una politica che sa parlare solo il linguaggio della repressione.