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Ungheria 2025: quale Europa?

Il parlamento ungherese, sotto il controllo di Orban, con un’ampia maggioranza, ha approvato la legge che vieta lo svolgimento dei Pride. Ora quale risposta dalle istituzioni europee?

Ungheria 2025: quale Europa?

Pride & memoria

19 Marzo 2025

Di: Luigi Amodio

Non è certo l’Europa di Orban quella che avevano in mente i 50.000 che, sabato 15 marzo, hanno affollato Piazza del Popolo, rispondendo all’appello di Michele Serra. E non è certo l’Europa di Orban quella che, dopo la fine dell’Unione Sovietica e del blocco comunista, molto probabilmente avevano in mente i cittadini di Budapest e delle tante città ungheresi.


Roma, 15 marzo 2025, Piazza del Popolo piena per l’Europa

Ma tant’è. Quella con cui dobbiamo misurarci, oggi, è nei fatti un regime autoritario e autocratico, dove gli imputati in un processo sono portati nell’aula del giudizio letteralmente in catene (utili solo a umiliare e piegare psicologicamente) e dove, con un voto vergognoso del Parlamento, si approva un emendamento alla legge sul diritto di assemblea per vietare le manifestazioni che violano la legge sulla «protezione dei minori», fra cui quelle che «rappresentano o promuovono» l’omosessualità ai minori di 18 anni.


23 ottobre 1956 circa 200 mila studenti e operai scendono per le strade di Budapest

Di fronte a un fatto così grave, purtroppo, c’è molto poco da dire

La prima considerazione è che il ridisegno geopolitico globale seguito alla elezione di Trump, si nutre anche di fatti come questo, che sostanzialmente rendono un paese europeo come l’Ungheria molto più simile alla Russia che non, appunto, all’Europa che noi abbiamo sognato e contribuito a costruire. Evidentemente, la politica imperiale di USA e Russia passa anche attraverso l’egemonia culturale ed etica; e come sappiamo bene, l’ossessione per l’inesistente “teoria gender“, la lotta contro il “wokismo” (che non è altro che un minimo di decenza nelle relazioni col prossimo) e il fastidio verso ogni forma di inclusione, sono la cifra culturale della nuova destra reazionaria e religiosa che vuole comandare il mondo.



In secondo luogo, aspettiamo di vedere cosa farà l’Europa. Se avrà il coraggio di uno scatto in avanti o se preferirà emettere qualche esangue comunicato e chiuderla lì. Se avrà la forza e la voglia – in un momento così difficile – di rinunciare al quieto vivere dei felpati corridoi di Bruxelles per dare la risposta che merita all’Ungheria di Orban, anche passando ai fatti. Oppure se preferirà tacere, anche di fronte allo scempio, come purtroppo tante volte ha fatto e continua a fare, per opportunismo, miopia, doppiopesismo.

I Pride di resistenza dedicati alle vittime dei vari Orban, Putin e Trump

Infine, ma non da ultimo, c’è da esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza alle persone e le associazioni LGBTQ+ ungheresi, la cui esistenza è letteralmente messa in forse. Mi auguro che i nostri Pride di quest’anno (visto che ancora li possiamo celebrare!) vengano dedicati alle vittime di Orban, ma anche di Putin e Trump, per esprimere alle prime tutta la nostra solidarietà e ai secondi tutta la nostra rabbia e il nostro disprezzo.