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Uzbekistan, vietata la “propaganda” LGBTQI+. Il nuovo progetto di legge annunciato su Telegram

Alisher Qodirov, leader del Partito Rinascita Nazionale, ha annunciato la preparazione di un progetto di legge che vieta la discussione di argomenti LGBT

Uzbekistan, vietata la “propaganda” LGBTQI+. Il nuovo progetto di legge annunciato su Telegram

Diritti civili, News

19 Novembre 2024

Di: Salvatore Piro

Alisher Qodirov, leader del partito uzbeko Milliy Tiklanish (Rinascita Nazionale), ha annunciato su Telegram che in Uzbekistan è in preparazione un progetto di legge che vieta la discussione di argomenti LGBT. A riportare la notizia è il “The Times of Central Asia”. “Qodirov ha anche fatto riferimento a un post sui social media di Ivanka Trump, (figlia del rieletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ndr) che ha evidenziato il piano di suo padre di tagliare i finanziamenti federali alle scuole che promuovono “contenuti sessuali inappropriati” e “ideologia transgender” si legge sempre nel dettagliato articolo.

La situazione attuale

Attualmente, nella Repubblica dell’Uzbekistan (Asia Centrale) l’omosessualità maschile è illegale ed è punita con una multa o con la detenzione fino a 3 anni a differenza di quella femminile che è legale. Le persone appartenenti alla comunità LGBTQI+ non dispongono di alcuna tutela.

Le altre leggi contro le persone LGBTQI+

Il nuovo progetto di legge, d’ispirazione trumpiana, segue altri pericolosi e discriminatori interventi legislativi adottati in Europa e nel mondo contro gli appartenenti alla comunità LGBTQI+. In linea generale, nel 2024 sono 63 gli stati che criminalizzano gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso. Tra questi, otto prevedono la pena di morte (dati aggiornati https://database.ilga.org/). In Europa è stata la Russia ad aprire la strada con il rafforzamento, nel 2022, della cosiddetta legge “russa sulla propaganda gay”. Il presidente Putin ha infatti promulgato la legge “per lo scopo di proteggere i minori dalle informazioni che promuovono la negazione dei valori tradizionali della famiglia”. Anche in Ungheria il governo presieduto da Vitkor Orbán ha previsto una legge che vieta di affrontare temi legati all’omosessualità in contesti frequentati dai minori. Su quest’ultima legge, spacciata come necessaria per la “protezione dei bambini”, si è già abbattuta la scure dell’UE: la Commissione Europea a altri 15 Paesi Ue ha fatto causa all’Ungheria. Tra gli aderenti Ue, purtroppo, non figura l’Italia.

Da ultimo anche Bulgaria e Georgia hanno approvato leggi discriminatorie. In Bulgaria, lo scorso 8 agosto, con 159 voti a favore, 22 contrari e 12 astensioni è stato approvato uno specifico emendamento alla legge sull’istruzione che vieta “la propaganda, la promozione o l’incitamento in qualsiasi modo, direttamente o indirettamente, nel sistema educativo di idee e punti di vista relativi all’orientamento sessuale non tradizionale e/o all’identità di genere diversa da quella biologica”. In Georgia, invece, lo scorso 3 ottobre il presidente del Parlamento, Shalva Papuashvili, ha promulgato una legge che mette al bando la cosiddetta ‘propaganda Lgbt’. La discussa legge è scritta sulla falsariga del modello già in vigore in Russia. Nonostante la presidente Salome Zourabichvili, ormai in rotta con la maggioranza parlamentare, avesse in precedenza rifiutato di ratificarla.