Sharon Santarelli
La Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia è stata istituita nel 2004 dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea. Quattordici anni prima, il 17 maggio 1990, l’Organizzazione Mondiale della Sanità decise di rimuovere l’omosessualità dalla classificazione internazionale delle malattie mentali pubblicata dalla stessa OMS, definendola per la prima volta come “una variante naturale del comportamento umano”. Grazie a ciò, i trattamenti medici e psichiatrici considerati cura per l’omosessualità cessarono.
Ad oggi, i Paesi al Mondo che condannano l’omosessualità sono ancora 63 (65 se consideriamo anche l’Iraq e l’Egitto nonostante l’assenza di leggi specifiche). Sette di loro prevedono la pena di morte per omosessualità.
RE.A.DY (acronimo di REte nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere), nata a Torino in occasione de Pride nazionale del 2006, in occasione del 17 maggio, ha lanciato la campagna “Dov’è la differenza?”. Una semplice domanda per porre l’attenzione sulle famiglie omogenitoriali che, ad oggi, non vedono garantiti i medesimi diritti che vantano le famiglie eterogenitoriali.
La legge n. 76 del 2016 (conosciuta anche come Legge Cirinnà) agli occhi di molti sembrava una svolta, avendo istituito, tra persone del medesimo sesso, le unioni civili e disciplinato le convivenze di fatto si tra persone eterosessuali che omosessuali. Il vero problema, però è che la legge n. 76, sotto molti punti di vista è risultata essere molto lacunosa. Una delle lacune più grandi, se così vogliamo definirla, è quella di non equiparare le coppie etero ed omosessuali sotto aspetti importantissimi, come l’accesso alla genitorialità.
Le coppie formate da persone dello stesso sesso non possono infatti né accedere alla procreazione medicalmente assistita, né adottare. Nell’ordinamento italiano è riconosciuto esclusivamente il genitore biologico, mentre quello elettivo non è contemplato in nessun modo. Molte sono le coppie di persone dello stesso sesso che, per diventare genitori, decidono di recarsi all’estero.
Per quanto riguarda i nati nel nostro Paese, fino al 2018 gli atti di nascita riportavano solo il nome della madre partoriente. Dal 2018 alcuni Comuni hanno iniziato a riconoscere la doppia genitorialità già nell’atto di nascita. Sappiamo benissimo quanto l’attuale Governo contrasti questo tipo di pratiche e quanto sia contraria alla GPA (gestazione per altri), ad oggi in Italia vietata per legge.
Il teatrino dell’attuale Governo, che va avanti oramai da anni, non è certo un segreto per nessuno.
La polemica su “genitore 1 e genitore 2” fatta dalla Meloni nel lontano 2019 è sicuramente nei ricordi di tutti, così come il decreto firmato da Matteo Silvini che prevedeva necessariamente la dicitura “madre e padre” nei documento.
Come si è espressa la Corte d’Appello di Roma (sul ricorso di due madri romane, vicenda ben nota sicuramente a voi lettori), il decreto emesso da Salvini viola ben due articoli della Carta Costituzionale italiana: l’articolo 3 (tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali) e l’articolo 30 (è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio).
Il Comune di Napoli aderisce alla celebrazione del 17 maggio, sostenendo le associazioni LGBTQI+, impegnate nella tutela dei diritti e nella sensibilizzazione contro ogni forma di violenza morale, fisica o simbolica legata all’orientamento sessuale.
Su richiesta delle Associazioni, il Comune di Napoli, nelle giornate del 16, 17 e 18 maggio, illuminerà i monumenti più rappresentativi della città. iI Maschio Angioino rosa, come avviene da anni, insieme alla Fontana del Nettuno in piazza Municipio, e il colonnato di piazza Plebiscito prenderanno i colori dell’arcobaleno. Inoltre il Comune di Napoli ha organizzato, presso la Sala del Capitolo del Complesso di San Domenico Maggiore, un confronto tra le associazioni del Tavolo LGBT e le scuole del territorio. Le assessore alle pari opportunità e all’istruzione del Comune di Napoli invieranno contestualmente alle scuole una nota scritta per ricordare l’importanza di questa Giornata perché vi sia un impegno quotidiano contro ogni forma di discriminazione e violenza omolesbotransfobica.
E’ fondamentale attivarsi e lottare ogni giorno per superare i pregiudizi culturali e sociali, al fine costruire una società fondata sul rispetto reciproco, l’uguaglianza e la libertà.