La Giornata Internazionale contro l’omolesbobitransfobia (IDAHOBIT) è una ricorrenza che si celebra il 17 maggio di ogni anno. Questa data è stata scelta perché il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. L’IDAHOBIT è una giornata per ricordare il duro lavoro che ancora deve essere fatto per combattere la discriminazione e la violenza contro la comunità LGBTQ+.
Purtroppo, nonostante i progressi fatti in materia di diritti negli ultimi anni, c’è ancora bisogno di questa ricorrenza. L’omolesbobitransfobia è ancora una realtà per molte persone, non solo in paesi meno progressisti, ma anche in quelli “occidentali”, se con occidentali si vuole intendere quei paesi in cui dovrebbe esserci una forte tradizione di rispetto dei diritti umani e delle libertà civili.
In Italia, era possibile cambiare o quanto meno provare a cambiare l’andamento ed educare le persone ad una più ampia forma di inclusione? Sì, ma l’occasione è sfumata con l’affossamento del disegno di legge Zan. Tra gli altri, l’articolo 7, dello stesso disegno, mirava a istituire una giornata nazionale che avrebbe previsto la promozione della cultura del rispetto e dell’inclusione, nonché la lotta ai pregiudizi, le discriminazioni e le violenze con iniziative di sensibilizzazione, nelle istituzioni e nelle scuole.
Tuttavia, nonostante il sostegno di molti italiani e di molte organizzazioni LGBTQ+, la legge Zan è stata affossata in Senato a causa dell’opposizione di alcuni partiti politici.
C’è davvero la necessità, anche in Italia, di celebrare una giornata internazionale su queste tematiche? Ancora una volta, la risposta è Sì. In Italia la situazione resta preoccupante, in quanto sono ancora numerose le vittime di discriminazioni e violenza. Inoltre, il clima politico attuale in Italia sembra alimentare un crescente oscurantismo e una mentalità chiusa e conservatrice, che mina costantemente i diritti della comunità LGBTQ+.
Il governo attuale, a guida Meloni, con le sue proposte, sembra voler tornare indietro di decenni nei diritti della comunità LGBTQ+, in un paese che tra gli Stati Europei è tra quelli con il minor numero di leggi a tutela dei diritti civili.
È importante ricordare che la lotta contro l’omolesbobitransfobia non si ferma con l’affossamento del disegno di legge Zan o con la celebrazione dell’IDAHOBIT. È una lotta che deve e può continuare ogni giorno, per proteggere i diritti e la dignità delle persone e per creare una società più giusta ed inclusiva.
Tuttavia, se una giornata dedicata può sembrare di poca rilevanza, ciò che invece, non lo è, è la posizione che ogni giorno, ogni individuo, può prendere nel contrastare l’omolesbobitransfobia, sostenendo le battaglie per i diritti civili, ma anche tutte quelle persone che subiscono discriminazioni e/o sono emarginate.
Benito Dell’Aquila
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