Il mese di giugno, conosciuto anche come Pride Month (o mese dell’orgoglio in italiano), è una ricorrenza internazionale che si celebra ogni anno in tutto il mondo e che vuole sottolineare l’importanza della lotta per i diritti civili e politici della popolazione LGBT+.
Durante questo mese si celebrano i Pride, eventi che interessano una grandissima fetta della popolazione e che vedono scendere in piazza personalità politiche, alleati, attiviste e attivisti. Si tratta di eventi molto partecipati in cui, dopo la stesura di un manifesto politico, si marcia per richiedere a gran voce d’essere ascoltati, di vedere rispettati i propri diritti, di ricevere la giusta tutela dalle istituzioni.
Lo scorso 1° luglio è stato il turno del Napoli Pride, al quale hanno aderito oltre 200.000 persone nonché tutto il tessuto associazionistico campano.
Durante il mese dell’orgoglio le città si colorano e si animano attraverso le modalità più disparate per commemorare i Moti di Stonewall che animarono ferocemente New York nel 1969 e che, a poco a poco, segnarono indelebilmente la storia del movimento.
Nel corso degli anni stono stati molti i disegni di legge volti a tutelare le persone LGBT+. È importante ricordare che nel 1990 l’OMS eliminò definitivamente l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, istituendone un nuovo (e collettivo) significato. Successivamente, nei vari Stati, sono state istituite normative specifiche proprio per far sì che il divario tra le persone eterosessuali e LGBT+ potesse essere colmato.
È tristemente noto che ciò, purtroppo, non è bastato.
L’omosessualità rimane reato ufficialmente in circa 64 paesi del mondo; 67 se si considerano 3 paesi che condannano l’omosessualità anche se in assenza di leggi specifiche: Afghanistan, Iraq ed Egitto.
L’esistenza delle persone LGBT+ è sempre più negata
Le pene alle quali le persone LGBT+ sono sottoposte cambiano da paese a paese. La criminalizzazione dell’omosessualità o del transgenderismo rende complicata la vita a milioni di persone, e le fasce più colpite restano quelle dei più giovani con una tutela che spesso rasenta livelli bassissimi.
In cinque Stati dell’Africa e dell’Asia (Mauritania, Sudan, Iran, Yemen e Arabia Saudita) è prevista ancora l’esecuzione capitale. Le persone coinvolte in atti omosessuali sono tenute a costituirsi e, nel caso dovessero esserci testimoni, quest’ultimi potrebbero agire senza alcun processo a carico degli accusati. Si tratta di un sistema di legge perverso e obsoleto, che premia la violenza e condanna la libertà.
Vengono definiti atti illegali di omosessualità e spesso in questi paesi vengono istituiti corpi di polizia ad hoc addestrata a riconoscere gli omosessuali. Si tratta di azioni cariche di stereotipi di genere, di trappole che aboliscono ogni manifestazione libera della propria personalità e il completo abbattimento di ogni espressione di genere.
Gli omosessuali sono puniti in 10 Stati e prevedono una preclusione che può andare da 14 anni fino all’ergastolo. In altri 55 paesi, di cui 27 solo in Africa, gli omosessuali possono essere rinchiusi in centri di detenzione fino a 14 anni.
Paese | Pena |
Afganistan | Esecuzione capitale |
Algeria | Reclusione fino a 3 anni e pagamento di una penale fino a 10000 dinari |
Bangladesh | Reclusione fino all’ergastolo, carcere con lavori forzati |
Brunei | Esecuzione capitale con lapidazione, carcere fino a 10 anni, frustate, deportazione |
Burundi | Reclusione da 3 mesi e fino a 2 anni |
Camerun | Reclusione di 5 anni |
Chad | Reclusione fino a 3 anni |
Isole Comore | Reclusione di 5 anni |
Dominica | Reclusione fino a 25 anni |
Egitto | Perseguitata secondo la legge morale. Reclusione fino a 17 anni e deportazione |
Eritrea | Reclusione fino a 3 anni |
Eswatini | Illegale, nessuna pena prevista |
Etiopia | Reclusione fino a 15 anni |
Ghana | Reclusione fino a 3 anni |
Grenada | Reclusione fino a 10 anni |
Guinea | Reclusione da 6 mesi fino a 10 anni |
Guyana | Reclusione fino all’ergastolo |
Indonesia | Legale ad eccezione della provincia Aceh dove è in vigore la Sharia islamica |
Iran | Esecuzione capitale, frustate, deportazione |
Iraq | Reclusione fino a 6 mesi |
Giamaica | Reclusione fino a 10 anni con lavori forzati |
Kenya | Reclusione fino a 21 anni |
Kiribati | Reclusione fino a 14 anni |
Kuwait | Reclusione fino a 7 anni |
Libano | Reclusione fino a un anno |
Liberia | Reclusione fino a 3 anni e multa di LBR$ 1000 |
Libia | Reclusione fino a 5 anni |
Malawi | Reclusione fino a 14 anni con punizioni corporali per gli uomini, fino a 5 anni per le donne |
Malesia | Reclusione fino a 20 anni, frustate e deportazione per gli stranieri |
Maldive | Reclusione fino a 8 anni, deportazione per gli stranieri |
Mauritania | Esecuzione capitale tramite lapidazione |
Mauritius | Reclusione fino a 5 anni |
Marocco | Reclusione da 6 mesi a 3 anni, multa di da 120 a 1200 dirham |
Myanmar | Reclusione fino a 20 anni |
Namibia | Illegale, legge non applicata |
Nigeria | Reclusione da 14 anni fino all’ergastolo, pena di morte secondo la Sharia islamica |
Oman | Reclusione fino a 3 anni |
Pakistan | Reclusione fino all’ergastolo |
Territori palestinesi | Omosessualità maschile punita di fatto con la morte per esecuzioni, per legge sopra i 10 anni di carcere |
Papua Nuova Guinea | Reclusione fino a 14 anni |
Qatar | Reclusione fino a 7 anni, pena di morte per i musulmani |
Saint Lucia | Reclusione fino a 10 anni |
Saint Vincent and the Grenadines | Reclusione fino a 10 anni |
Saudi Arabia | Esecuzione capitale |
Samoa | Reclusione fino a 7 anni |
Senegal | Reclusione fino a 5 anni |
Sierra Leone | Reclusione fino all’ergastolo |
Isole Solomon | Reclusione fino a 14 anni |
Somalia | Reclusione fino a 3 anni, sotto la Sharia la pena prevista è la pena di morte |
Sud Sudan | Reclusione fino a 14 anni |
Sri Lanka | Reclusione fino a 10 anni |
Sudan | Reclusione da 1 anno all’ergastolo |
Siria | Reclusione fino a 3 anni |
Tanzania | Reclusione fino all’ergastolo |
Gambia | Reclusione fino all’ergastolo |
Togo | Reclusione fino a 3 anni |
Tonga | Reclusione fino a 10 anni |
Tunisia | Reclusione fino a 3 anni |
Turkmenistan | Reclusione fino a 5 anni |
Tuvalu | Reclusione fino a 14 anni |
Uganda | Esecuzione capitale o ergastolo |
Emirati Arabi | Pena di morte o ergastolo |
Uzbekistan | Reclusione fino a 3 anni |
Yemen | Frustate, reclusione fino alla pena di morte |
Zambia | Reclusione da 15 anni fino all’ergastolo |
Zimbabwe | Reclusione fino a 14 anni |
Attraverso una rapida consultazione della tabella è possibile identificare l’Africa come il paese più omolesbobitransfobico tra tutti gli altri. Questo deriva sicuramente da una situazione di arretratezza culturale dovuta alla censura scolastica a cui vengono sottoposti bambine e bambini sin da piccoli, frutto di un retaggio storico che trascina con sé i fantasmi della discriminazione e dell’odio.
Novità positive giungono però dal Botswana, che ha da poco depenalizzato l’omosessualità. La stessa Angola si è detta più flessibile sul tema LGBT+, mentre in Taiwan si sono legalizzati per la prima volta in tutta l’Asia i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Sono vittorie, queste, che cambiano drasticamente gli equilibri della non accettazione per mutarli, si spera, in una consolidata uguaglianza ed equità tra cittadine e cittadini di tutto il mondo.
Pur se non presenti in questa lista, l’ultimo rapporto dell’ILGA mostra come altri 32 paesi hanno introdotto restrizioni alla libera espressione di pensiero sulle tematiche LGBT+. Oltretutto, ci sono 42 nazioni in cui è fatto divieto di attività alle associazioni che tutelano le persone LGBT+, oltre al divieto categorico di istituirne di nuove.
Redazione Radio Pride