Claudio Finelli
L’11 ottobre è la data in cui la comunità LGBT+ ricorda l’importanza del coming out, cioè del “dichiarasi” dell’acquisire “visibilità”. Questa ricorrenza è stata celebrata per la prima volta in Usa, nel 1988.
Robert Eichberg, psicologo del New Mexico, e Jean O’Leary, politica ed attivista Lgbt di Los Angeles, lanciarono l’idea di istituire una giornata internazionale del coming out e scelsero l’11 ottobre poiché si trattava del primo anniversario della seconda marcia nazionale su Washington per i diritti delle lesbiche e dei gay, tenutasi appunto l’11 ottobre 1987.
Innegabile l’importanza che riveste il coming out nella vita delle persone LGBT+: uscire allo scoperto, non nascondersi più, è un gesto di liberazione ed emancipazione che affranca le persone LGBT+ dallo stress e dalla mortificazione a cui si viene inconfutabilmente sottoposti nelle società eteronormate.
Il pionere del comig out, il primo omosessuale che dichiarò il proprio “diverso” orientamento sessuale, fu Karl Heinrich Ulrichs, uno scrittore e giurista tedesco, dotto latinista, che nel 1862 rivelò agli amici e alla famiglia la propria omosessualità e si impegnò, peraltro in maniera pubblica, nella redazione e diffusione di opere in cui rivendicava, anche dal punto di vista giuridico, la libertà delle persone omosessuali e l’abrogazione di leggi contro l’omosessualità.
Malato e umiliato in Patria, Ulrichs visse gli ultimi anni della sua vita in Italia, a L’Aquila, dove morì e dove, restaurata di recente, la sua tomba è oggetto di una cerimonia commemorativa annuale. Importante ricordare che a Ulrichs fu riconosciuta, poco prima che morisse, una Laurea Honoris Causa dall’Università di Napoli, Federico II.
Quest’anno, la ricorrenza dell’11 ottobre è celebrata attraverso la campagna Ascimm’ For’ creata per Antinoo Arcigay Napoli da Luciano Correale, grafico e creativo da anni impegnato, con il comitato napoletano (e non solo), nella lotta in supporto delle istanze delle persone LGBT+.
Raggiungiamo telefonicamente, a ridosso della “fatidica” data, Luciano Correale.
Luciano illustraci la campagna che hai creato per la giornata internazionale del Coming Out: quali vorresti fossero i destinatari “ideali” della campagna e soprattutto cosa vorresti comunicare loro?
L’idea della campagna Ascimm’ For’ è nata da due mie grandi passioni: la cultura classica e la cultura Pop fatta di colori e libertà. Al centro della campagna, come Ambassador, vi è un Antinoo che si affranca dalla tradizione culturale binaria e rivendica una sua eventuale fluidità. Il plasticismo dell’immagine ricalca le “Catholic Madonna Pose”, rendendo così la campagna facilmente riconoscibile a tutti ed esprimendo al massimo il senso di libertà. L’idea che mi guida nei miei lavori è di essere quanto più trasversale possibile per arrivare a tutte e tutti; questa campagna, nello specifico, vuole essere un manifesto di libertà. Mi piacerebbe avesse la capacità di incentivare le persone ad uscire allo scoperto – anche gli artisti – tutti quelli che non riescono ancora ad autodeterminarsi nel proprio percorso di vita come individui politicamente liberi di essere se stessi, di essere come sono.
Quando hai fatto Coming Out in famiglia? Quando coi tuoi amici? Che ricordi conservi?
Dal mio coming out è passato tanto tempo! È stato un percorso lento ma liberatorio; compiuti i miei diciotto anni l’ho detto subito a tutti i miei amici e la maggior parte è stata accogliente; alcuni, che forse amici non erano, sono andati via. Con la famiglia il discorso è stato più complesso. Le opportunità che ci sono, oggi, di essere liberi non sono le stesse di quando io ho fatto coming out, la mia generazione ha dovuto lottare di più per autodeterminarsi sebbene anche oggi non sia sempre semplice. Penso che oggi però, nel fare coming out, ci si senta meno soli. Comunque rivendico il coming out come momento importante per se stessi e per gli altri, il modo attraverso cui affermi la libertà di vivere come vuoi. Oggi, proprio come ieri, è necessario uscire fuori e gridare al mondo chi siamo.
Luciano Correale