Claudio Finelli
Finalmente le Karma B, esuberante ed eclettico duo di drag queen, arrivano sabato 3 febbraio a Napoli, per la precisione al Teatro Bolivar, con il loro nuovo show MaschiE…Quello che gli uomini non dicono.
Uno spettacolo divertente e intelligente sul tema della “maschiologia” – scienza totalmente inesatta che studia e classifica i maschi – tra musica, stand up comedy e look da capogiro.
Come spiegano le stesse note di regia, lo spettacolo indaga attraverso musica, canzoni, testi inediti, autori noti e celebri cantautori, l’evoluzione della figura del maschio italiano dal “masculus che non deve chiedere mai” di qualche decennio fa al” masculus fluido praticamente liquido” di oggi.
Le due drag, che hanno sempre unito componenti rivendicative all’espressione artistica, proponendosi come vere e proprie portavoci della comunità Lgbtqia+, prima della data napoletana di sabato, saranno ospiti della Candelora, venerdì 2 febbraio, celebre ricorrenza, quest’anno dedicata alla memoria di Marcello Colasurdo, in cui si mescolano fede e folclore e in cui il “popolo di Mamma Schiavona” tra canti, musiche, danze e riti, ora sacri e ora profani, partecipa con trasporto ed euforia all’annuale “Juta dei femminielli”.
Per saperne di più, contattiamo telefonicamente le Karma B.
Favolosissime Karma B, il vostro nuovo show si chiama MaschiE… Quello che gli uomini non dicono, ma cosa è che non dicono gli uomini? Cosa dovrebbero tacere e cosa, invece, dovrebbero rivelare?
MaschiE è un titolo ironico che però nasconde anche l’idea dello spettacolo, quella femminilità che gli uomini non dovrebbero aver paura di abbracciare, a prescindere dall’orientamento sentimentale.
Cosa dovrebbero tacere invece è semplice: alcuni maschi etero in posizioni di potere dovrebbero smetterla di voler parlare e spiegare le cose a tutte le altre persone non privilegiate come loro.
Che differenza c’è – a vostro avviso – tra il “maschio” del XX sec. e quello attuale? Cosa avrebbe in più (o in meno) il maschio “fluido” rispetto a quello che “non doveva chiedere mai”?
Le cose stanno cambiando e sempre più persone non vogliono sentirsi prigioniere di un modello unico: sembrerà sorprendente ma le prime persone ad essere vittime del modello patriarcale sono proprio gli uomini etero.
Leggo che amate definirvi creature mitologiche, metà esseri umani e metà Raffaella Carrà. Quanto ha inciso -a vostro parere – la figura di Raffaella Carrà nell’emancipazione dei costumi della società italiana? E quanto ha inciso e in che modo nel vostro percorso umano e artistico?
Nella nostra vita artistica Raffaella è stata modello, ispirazione e anche porta fortuna. Appena arrivati a Roma l’abbiamo incontrata per caso mentre aspettava un taxi fuori da un negozio, timidamente la guardavamo e lei ci ha sorriso e ci ha fatto segno di avvicinarci. Ci ha dato molti consigli e poi ha detto “studiate, è la cosa più importante” e ci ha augurato buona fortuna. È stata la nostra accoglienza a Roma. Quello che ha lasciato nel mondo dello spettacolo e nella cultura pop in Italia e nel mondo è sotto gli occhi di tutti: è stata una donna libera, non moglie o madre o altra figura legata all’uomo. Ha fatto tutto lei.
Venerdì 2 febbraio, vi esibirete anche a Mercogliano, in provincia di Avellino, in occasione della Candelora. Perché è importante la presenza di due artiste/attiviste come voi, alla Candelora?
La Candelora è un evento unico nel suo genere, che unisce il tema della fede con le battaglie della nostra comunità. Sappiamo che storicamente dovrebbero essere due temi in conflitto tra loro, ma siamo fiduciosi che le timide dichiarazioni del Papa diventino parole forti di sostegno a chi crede. La fede dovrebbe essere accoglienza, non qualcosa che esclude. Non vediamo l’ora di fare questa esperienza spirituale, che poi concluderemo la sera del 2 con un nostro live show. E poi il 3 correremo a Napoli al Teatro Bolivar : saremo per una sera le vostre “MaschiE Angioine”.