Salvatore Piro
«Le decisioni del Tribunale di Padova confermano che non si possono cancellare i genitori dagli atti di nascita di bambini con una procedura semplificata contraria ai loro interessi”. Questo il commento dell’avvocato Vincenzo Miri, presidente di Rete Lenford, l’associazione di legali esperti in materia di diritti LGBTI+ da sempre in prima linea per riconoscere ai figli delle coppie omogenitoriali gli stessi diritti degli altri. Oggi, in merito, si è ottenuta un’altra vittoria. Il Tribunale ha infatti respinto il ricorso della Procura che nella primavera scorsa aveva chiesto di annullare 35 atti di nascita con i quali il Comune di Padova aveva riconosciuto a questi bambini lo status di figli con due mamme. Cancellando così, dalle loro vite, le mamme non biologiche o le mamme che non li avevano partoriti.
“Oggi tantissimi bambini e bambine di Padova restano tutelati davanti alla legge: hanno due mamme e conservano tutti i loro diritti. Difenderemo questa decisione in ogni sede e, in ogni caso, insisteremo sempre affinché la questione di merito sia risolta dal Parlamento o, considerato il perdurante e inaccettabile silenzio, venga decisa tramite l’intervento della Corte costituzionale” ha spiegato ancora l’avvocato Miri, che con Rete Lenford, in quel di Padova, sta partecipando alla difesa in aula degli interessi di molte coppie omogenitoriali. Lo scorso 15 febbraio, invece, era stata la Corte di Appello di Roma a confermare che, nella carta d’identità dei figli e delle figlie di due mamme o di due papà, non può esserci la dicitura “Padre e madre”, ma deve esserci quella di “Genitori”, che rappresenta correttamente tutte le famiglie. In quella circostanza, l’avvocato Miri ci aveva confessato di essere quasi pronto a proporre una “class-action” contro il decreto Salvini 2019, che modificava la dicitura da imprimere sulle carte di identità elettroniche rilasciate a persone minorenni: non più “Genitori” nei campi contenenti i nominativi delle persone che esercitano la responsabilità genitoriale, ma “Padre e madre”, anche nei casi di famiglie composte da due mamme o da due papà.
La questione decisa oggi dal Tribunale di Padova corre in parallelo: riguarda la possibilità di riconoscere, come figli e figlie di due madri, i bimbi concepiti all’estero da due donne e poi nati in Italia. “Un passo importante per le bambine e i bambini e le loro mamme, oggi vince l’amore e l’interesse primario dei piccoli” ha dichiarato il sindaco di Padova Sergio Giordani. “Come sindaco – ha proseguito – ho il dovere di tutelare anzitutto gli interessi preminenti delle bambine e dei bambini”. “Hanno vinto coraggio e buon senso, contro un accanimento ideologico. Ha vinto la rete di avvocati che ha presentato una difesa inattaccabile – ha detto all’Ansa Laura una delle mamme – contro un Parlamento dormiente. Hanno vinto i nostri figli, che al momento possono continuare a chiamarci mamme”.
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