Sharon Santarelli
Definire una mera intervista la chiacchierata fatta con l’On Gilda Sportiello é una definizione estremamente riduttiva.
Quello con l’On. Sportiello si é rivelato un colloquio talmente intenso e ricco di temi trattati che, a mio malgrado, forse questo articolo non riuscirà ad esprimere in toto.
In questo momento storico, in cui i diritti riproduttivi stanno pian piano subendo una terribile erosione, la voce di chi sta concretamente lottando perché questi vengano garantiti deve essere forte, chiara e decisa. L’Europa ha dichiarato pochi giorni fa che il diritto all’aborto é un diritto fondamentale. Francia, Spagna e Germania hanno approvato leggi per limitare le molestie dei gruppi anti abortisti all’interno di luoghi (come i consultori) ove alle donne deve essere garantito il diritto di scelta. In Italia è stato presentato un emendamento da inserire nel PNRR per finanziare i comitati pro vita all’interno dei consultori. La gravità di quello che sta accadendo nel nostro Paese ci ha portato ad interrogarci e a confrontarti con chi, per fortuna, lotta per garantire alcuni dei diritti fondamentali come l’On. Sportiello. C’è tanto da fare, tantissimo, affinché i prossimi passi siano solo in avanti e non indietro.
Essere donne non significa essere femministe ed il governo guidato da Giorgia Meloni sta minando concretamente la Legge 194 del 1978 ed i diritti riproduttivi tramite segnali molti chiari. L’erosione che, l’attuale governo, sta pian piano attuando di questi diritti è molto grave anche perché riguarda la vita di altri soggetti. Cosa pensa succederà nei prossimi giorni, dopo la votazione in Senato dell’emendamento, tanto discusso (visto che siamo anche stati richiamati dall’U.E.), che prevede che all’interno dei consultori laici e pubblici i comitati pro-vita possano negare alle donne il diritto all’IVG?
La posizione dell’attuale Governo è molto chiara. Quello che mi auspico è che i partiti di opposizione prendano una posizione ferma. Si è alzato un bel dibattito ed un bel polverone dopo il mio intervento alla Camera. Mi auguro che qualcuno ci abbia potuto ragionare ed abbia potuto comprendere meglio la direzione in cui stiamo andando. L’unico sostegno economico previsto dal PNRR è quello per le associazioni anti-abortiste. Come si può pensare che un’associazione (anche con le migliori intenzioni) possa sostenere la genitorialità e tutto quello che comporta avere un figlio? Servono delle politiche per il lavoro, la casa, i mutui, la procreazione mediamente assistita. L’attuale governo ha tagliato più di 100.000 posti negli asili nido rispetto alla prima previsione del PNRR. Come si può pensare che non sia lo Stato a rispondere a queste esigenze dei cittadini?
Il caso delle associazioni antiabortiste è arrivato fino a Bruxelles con la portavoce degli affari economici che ha affermato fortemente che l’emendamento inserito dalla destra non ha alcun legame con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In vista delle prossime elezioni europee ed in considerazione dello scenario attuale quale pensa che siano le prospettive future, sia riguardo all’interruzione volontaria di gravidanza sia riguardo alle persone e lgbt+ (soggetti che comunque si rivolgono anch’essi ai consultori ed ai quali spesso viene negato il diritto di avvalersi di percorsi di affermazione)?
Purtroppo sappiamo bene qual è il pensiero dei partiti di maggioranza. Mi auguro che tutto il resto delle opposizioni prenda delle posizioni chiare perché assistiamo nel nostro Paese di un’erosione preoccupante. Non parlo solo dell’interruzione volontaria di gravidanza ma penso anche ai percorsi di affermazione. Abbiamo visto quello che è successo all’Ospedale fiorentino di Careggi. Sappiamo che poi ci sarà un tavolo per definire le nuove linee guida al quale siederà anche il Ministero della Famiglia. Mi domando il motivo della partecipazione di quest’ultimo, in quanto dovrebbe trattarsi di un tavolo scientifico e, onestamente, mi domando perché non siano state invitate le associazioni rappresentative in quanto si sta parlando delle vite di soggetti che non vengono in nessun modo interpellati. Onestamente, mi aspetterei una posizione più chiara dai partiti di opposizione ma, purtroppo, c’è tanta solitudine. Purtroppo c’è un vuoto enorme. Sono molte le emergenze di cui bisogna occuparsi. Questi temi non possono essere affrontati, in un momento così ideologicamente orientato, facendo propaganda sul corpo delle persone. Questo, come ho già detto in aula, onestamente, mi spaventa molto.
Il fatto che i consultori siano stati statalizzati, ad oggi, può essere considerato un errore?
No. Per me è un errore mettere dentro ai consultori laici e pubblici delle associazioni private ideologicamente orientate. Al di là poi, dell’ideologia, all’interno dei consultori si trovano diverse professionalità e, al contrario di quello che vogliono farci credere, i consultori non sono luoghi della morte ove si deve portare un raggio di vita (raggio di vita che porterebbero i comitati pro vita evidentemente). Una narrazione completamente errata. C’è da dire però che, all’interno degli stessi consultori, vi è una professionalità. Chi garantisce invece la professionalità di coloro che appartengono ai comitati pro-vita ed alla pseudo assistenza che vorrebbero far credere di fornire?
Il problema è che i consultori sono completamente depotenziati, le risorse sono pochissime. Io, all’interno del PNRR, avevo chiesto di potenziare la rete dei consultori nel territorio e di investire nei percorsi di accompagnamento post nascita anche domiciliari. Ma, ovviamente, mi è stato risposto di No. Come unico intervento, all’interno del PNRR c’è quello di inserire all’interno dei consultori i comitati pro-vita. Un governo, che sembra orientato alla genitorialità, nulla ha fatto per potenziare le misure a sostegno delle famiglie.
La difesa dei consultori e della sanità pubblica sta mobilitando la barricata femminista nel non nostro paese. Cosa pensa di questo nuovo movimento femminista che negli ultimi anni è cambiato ed è sempre più forte?
Bisogna mobilitarsi. Non c’è più tempo. Stanno mettendo mano ai diritti senza avere il coraggio di parlare apertamente sulle loro intenzioni. Credo che nessuno avrebbe mai pensato di udire da Incoronata Boccia, vice direttrice del tg1, che stiamo scambiamo un delitto per un diritto e che l’aborto è omicidio. Qui non si sta parlando di esprimere la propria opinione, in quanto si sta dicendo che le donne che decidono di abortire sono delle assassine. Ma come è possibile? Io davvero faccio fatica ad accettare che una cosa del genere venga detta. Non solo non posso accettare che una cosa del genere venga detta, ma anche solo pensata. Purtroppo, è il segno delle radici patriarcali sulle quali la nostra società si fonda.
Lei, che difende concretamente il diritto all’IVG, ha fatto una proposta di legge affinché (sulla falsa riga della Francia), il diritto all’aborto venga inserito nella nostra Costituzione. Come pensa che andrà a finire?
Sono certa che questo non sarà certo il Governo che inserirà questo diritto all’interno della nostra carta costituzione, ma non possiamo udire parole come quelle della Ministra Roccella che mettono in discussione che sia un diritto quello all’autodeterminazione e quindi all’interruzione di gravidanza. Questo è un principio che deve essere dato come assodato. Macron, dopo la risoluzione europea, è intervenuto sabato per sottolineare che tutti gli stati dovrebbero adoperarsi per inserire in Costituzione il diritto all’aborto. Non mi aspetto grandi miracoli da un Paese dove si pensa che nel riconoscere dei diritti a qualcuno né si privi qualcun’altro. Ma è stato importante depositare questa proposta di legge perché si deve necessariamente parlare di questi temi. Noi dobbiamo chiarire una volta per tutte che l’aborto è un diritto; che il diritto all’autodeterminazione deve essere un diritto garantito.
Spesso, alle donne che vogliono effettuare l’ING viene fatto ascoltare il battito del feto. Cosa pensi di questa pratica?
Tutto ciò che non viene espressamente richiesto, è indesiderato, è una molestia. E’ il concetto di molestia che evidentemente non è ancora chiaro.
Proprio sul diritto all’autodeterminazione dovrebbe fondarsi una società civile; una società che non tema che io eserciti un diritto che mi spetta ed avvalendomi del quale nulla tolgo ad un altro soggetto.