Sharon Santarelli
Sta andando in scena il Brescia Pride che, anche quest’anno, vede migliaia di partecipanti (più di 10.000) colorare di arcobaleno le vie della città.
Siamo riusciti a scambiare due chiacchiere con Greta Tosoni, vice presidente del Comitato Brescia Pride che, nonostante gli impegni dovuti ai preparativi, ringraziamo per la preziosissima disponibilità.
Come è nato il programma di questo anno?
Quest’anno, come ogni anno, abbiamo ascoltato le richieste e le urgenze della nostra comunità locale e le abbiamo tradotte in una linea di azioni e iniziative condivise, non solo per la giornata del Pride, ma anche per tutto l’anno.
Nello specifico, quest’anno a Brescia si ricorda il 50esimo anniversario della Strage di Piazza Loggia, mentre stiamo vivendo un clima politico nazionale molto preoccupante per la nostra comunità e i valori che portiamo avanti. Anche per questo, e partendo dai valori di Esistenza e Resistenza, abbiamo deciso di non focalizzare la nostra lotta del 2024 su un tema specifico, ma di dare risalto a diverse istanze, tra cui in particolare quelle per i diritti delle persone T* e di genere non conforme, e delle famiglie omogenitoriali e arcobaleno.
Cosa è previsto per l’evento?
Il 7 settembre Brescia Pride aspetta tutte le persone in Piazza Vittoria dalle ore 15, con una piazza politica, attiva e compartecipata anche da altre realtà amiche e alleate.
Dopo i primi discorsi introduttivi, si parte alle 16 con il corteo di corpi e voci per le vie della città, che alle 18 rientra nella Piazza di partenza, per i discorsi delle persone ospiti e della Sindaca.
Abbiamo anche organizzato momenti di azioni collettive come flashmob, cori e circle singing, oltre che un esibizione di strada conclusiva della manifestazione in Piazza, con percussioni e una crew di ballerine antifasciste.
Dalle 20:30 comincia il momento di festa organizzato dall’Ass. Carminiamo, con palchi in musica e locali aperti nel quartiere più queer e storicamente emarginato di Brescia, il Carmine.
Come si è svolta l’organizzazione del Pride e come avete coinvolto la comunità?
Poco dopo la fine dell’edizione di Brescia Pride 2023, stavamo già fantasticando sul nuovo anno. Ad inizio 2024 abbiamo ufficialmente chiamato all’assemblea generale tutte le persone che avrebbero voluto contribuire quest’anno, e fortunatamente si sono presentate numerose nuove persone volontarie che sono state fondamentali per la costruzione di questo Pride.
Siamo tutte persone della comunità, eppure ci teniamo a non chiuderci esclusivamente alle nostre prospettive, ed è per questo che per tutto l’anno ci siamo confrontate anche con il resto delle persone della comunità di Brescia e Provincia, sia online che nelle numerose iniziative sul territorio che abbiamo creato appositamente per stimolare maggiore rete e connessioni, scambi di input e idee su come rendere il Pride sempre più di tuttə.
Abbiamo anche avuto il grande supporto di realtà come Disability Pride di Torino e ANDA (Associazione Neurodivergenti Adulti) sul tema dell’accessibilità in ottica intersezionale; siamo parte della Rete +Gentile della nostra città, legata ad un approccio anti discriminazione LGBTQIA+ e grazie anche a questa rete collaboriamo attivamente con tutte le realtà della comunità e a noi affini del territorio.
Quali sono le criticità che avete affrontato durante l’organizzazione?
Le criticità non sono mancate, sia internamente che esternamente all’organizzazione.
Da una parte riscontriamo la difficoltà di far coincidere quello che noi desidereremmo come Corteo e manifestazione ideale, con i limiti strutturali e normativi/burocratici a cui dover sottostare. Dall’altra, viviamo quotidianamente la sfida di far coesistere e collaborare verso un fine comune, tante persone diverse tra loro e con prospettive spesso differenti.
Trovare equilibri e armonie, sia dentro che fuori il Comitato, è un lavoro che richiede cura, attenzione, pazienza, flessibilità e tanta mediazione.
Quali sono le principali sfide che la comunità LGBTQIA+ deve affrontare nella vostra città?
Brescia ha una grande storia di resistenza, anche legata alla comunità queer e sex worker, ed è per noi molto importante valorizzare questo aspetto nelle nostre iniziative, come il Brescia Queer Tour che ogni anno organizziamo per far conoscere e riflettere insieme sulla storia queer della nostra città.
Il nostro centro storico è molto vivo e attivo, ma siamo anche la Provincia più estesa della Lombardia. Questo porta tantissime persone della comunità LGBTQIA+ a sentirsi sole e isolate nei propri Comuni, ed è per noi una sfida fondamentale quella di accoglierle, coinvolgerle ed essere un punto di riferimento affidabile per tutta la Provincia.
Per il resto, affrontiamo quotidianamente sfide comuni a molti Pride in Italia, tra cui quelle dovute al fatto che è ancora molto difficile far passare il messaggio che Pride non è una festa, ma un momento di lotta e rivendicazione. Pride è una manifestazione politica, apartitica, che nasce da una rivolta, che si modifica e si adegua alle sfide e alle necessità del nostro tempo storico.
È difficile ancora passare il messaggio che concetti come il decoro, la conformità, la volgarità, vengano strumentalizzati per far passare ancora questa manifestazione come una “pagliacciata esibizionista inutile”, invece di riconoscerla come una manifestazione del diritto di rivendicare le nostre esistenze dignitose in una città, la nostra, che dovrebbe essere di chi la vive e abita, ma che spesso sembra non avere spazio per noi.