Benito Dell’Aquila
Il ritorno dell’Abruzzo Pride è stato annunciato con grande emozione. L’evento farà tappa a Pescara il 6 luglio, dopo aver percorso l’intera regione. Sarà un’occasione per colorare le strade della città con i toni dell’inclusività e dell’orgoglio.
“Agitate con cura” è il motto dell’Abruzzo Pride 2024, un inno al cambiamento sociale che promuove con determinazione l’agitazione incessante per i diritti della comunità LGBTQIA+, la pace e l’inclusività. Questa espressione incarna l’impegno costante di spezzare le catene dell’ingiustizia e di costruire un futuro di libertà e accettazione per tutte le persone, indipendentemente dalla loro identità di genere o orientamento sessuale.
Dal comunicato stampa dell’Abruzzo Pride sono chiare le intenzioni.
L’agitazione si intensifica in risposta a un governo che impone limiti all’autodeterminazione dei corpi, ostacola l’accesso all’aborto e costringe le persone a conformarsi a un canone patriarcale arcaico, che prevede solo la formazione di famiglie eterocisnormate. È alimentata dalla lotta per una genitorialità libera, affinché tutte le persone siano libere di costruire e definire la propria famiglia.
L’agitazione è anche per le persone trans*, che cercano di realizzare il loro percorso di affermazione di genere in un contesto governativo che crea ostacoli, mettendo a dura prova la loro salute mentale e il benessere. Inoltre, l’agitazione per la pace si fa cruciale, poiché rifiuta la perpetuazione di un sistema che compromette la dignità e il diritto alla vita delle persone coinvolte nei conflitti. Si oppone con forza a una realtà in cui le onde del mare portano con sé le tragiche conseguenze di azioni che mirano a cancellare intere comunità, minando le fondamenta della giustizia e dell’umanità.
L’agitazione diventa un grido che attraversa le frontiere, un richiamo urgente a porre fine all’ingiustizia che continua a dilagare nella storia. Si sforza per un mondo dove la pace e i diritti umani prevalgano su ogni forma di oppressione. Questa agitazione si trasforma in un tumulto vibrante contro le politiche che minano l’autonomia e la libertà delle persone nei loro percorsi personali e familiari.
La cura, nell’ottica transfemminista, assume una valenza rivoluzionaria che va oltre la sfera individuale: è un atto di amore, impegno e sostegno reciproco, fondamentale per sfidare le strutture di potere patriarcali e cisnormative. La cura si estende alla società nel suo complesso, diventando un atto di resistenza contro l’oppressione sia delle norme di genere che sistemica, riconoscendo e valorizzando il lavoro di cura, spesso svolto da donne e persone marginalizzate.
La cura transfemminista si pone come uno strumento per destrutturare le gerarchie di genere, enfatizzando la solidarietà tra tutte le persone, indipendentemente dall’identità. Incoraggia la cura di sé come atto politico, sottolineando l’importanza di preservare il proprio benessere in una società che spesso impone standard inaccessibili e discriminanti. Questa pratica intersezionale, politica e rivoluzionaria, mira a creare una società più equa, inclusiva e rispettosa delle diverse identità.
La responsabilità è collettiva e politica, con la comunità come luogo in cui ogni individuo può esercitare protagonismo attivo nel prendersi cura di sé, delle altre persone, del territorio, dell’ambiente e della comunità stessa. In questo modo, “Agitate con cura” diventa un invito ad agire il cambiamento in maniera consapevole e responsabile, contribuendo alla costruzione di un mondo più giusto e inclusivo.