Con la “Mozione Sasso” il governo Meloni, ancora una volta, mostra il suo vero volto

Di Sharon Santarelli

La Commissione Cultura della Camera dei Deputati ha approvato una mozione (risoluzione n. 7-00203), il cui primo firmatario è il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, contro la “propaganda gender all’interno delle scuole”.
Il sottosegretario Sasso, subito dopo l’approvazione della mozione, ha dichiarato: “Abbiamo ribadito il nostro no al tentativo di coinvolgere bambini di 6 anni in una deriva ideologica che non ci piace. Parliamo chiaro: per esempio, per noi non è opportuno che delle drag Queen entrino nelle classi dei nostri figli e li indottrinino nella più tenera età”.

Nella premessa della risoluzione, si legge che “le istituzioni scolastiche a volte vengono utilizzato come palco privilegiato per propagandare qualsiasi ideologia, comprese quelle che attestano all’ideologia gender.”
E’ da tener presente che nella risoluzione si parla altresì di “minacce per una crescita libera degli adolescenti da parte di coloro che vogliono superare il binarismo sessuale.”

Mettere per iscritto, un pensiero del genere, da parte della maggioranza di governo di una Stato ove vi sono presenti nella sua società famiglie anche omogenitoriali e giovani che rivendicano, alcune volte fin da piccoli, la libertà di essere semplicemente loro stessi, è l’ennesimo segnale, che non andrebbe in nessun modo sottovalutato, rispetto all’orientamento di una destra che altro non fa che minare continuamente i diritti dei cittadini.

Le scuole dovrebbero essere il luogo dove i giovani vengono istruiti e l’istruzione non è in nessun modo legata a filo unico al solo insegnamento delle tabelline, delle funzioni, delle motivazioni per le quali è scoppiata la seconda guerra mondiale o delle reazioni chimiche dell’idrogeno.
Le scuole dovrebbero rappresentare quel luogo che insegna l’uguaglianza, il rispetto degli altri, l’empatia verso il prossimo e la comprensione.
Anche se la c.d. “Mozione Sasso” è un atto di indirizzo politico e no una legge, è un chiaro indirizzo politico dell’impegno di questo governo su questo tema: vietare in tutti i modi che l’ideologia gender approdi nelle scuole.
Il vero problema è che la scuola piò avere, senza ombra di dubbio, un ruolo fondamentale nel contrasto di ogni tipo di violenza e discriminazione legata al genere, poiché agisce sui modelli della cultura patriarcale in cui viviamo, cercando di contrastare gli stereotipi ed i pregiudizi su cui si basa.

All’interno delle scuole, molte sono le materie che, per mettersi al passo più che con i tempi, con la società odierna, in cui i nostri figli vivono, dovrebbero essere introdotte.
L’educazione sentimentale, per esempio, e l’educazione sessuale aiuterebbero ad abbattere gli stereotipi di genere, riducendo i casi di violenza; permetterebbero ai giovani di avere una visione più empatica e rispettosa della libertà del prossimo.

Una posizione, come quella assunta dal governo Meloni, con la mozione Sasso, altro non farà che aumentare le discriminazioni e la violenza nei confronti della comunità LGBTQIA+, ostacolando ancora una volta il percorso dei giovani che altro non vogliono che crescere liberi in questa società.

La teoria gender, della quale la stessa Giorgia Meloni non è mai stata in grado di spiegarne il concetto, in realtà non ha basi scientifiche. E’ una teoria con l’obbiettivo unico di contrastare le lotte della comunità LGBTQIA+.
Una crociata ideologica, quella del governo Meloni, contro l’identità di genere e le libertà dei cittadini che sta minando in maniera assolutamente preoccupante i loro diritti civili.

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