Benito Dell’Aquila
Anno 2024, Tortona si unisce all’Onda Pride per la prima volta. Il 6 luglio la città piemontese si prepara a ospitare il suo primo Pride, carico di entusiasmo, ma anche di incertezze.
Nonostante il Piemonte sia una regione rinomata per la sua cultura e civiltà, le difficoltà affrontate dalla comunità LGBTQIA+ non si discostano da quelle presenti nel resto del Paese. Chi si domanda a cosa serva un Pride nel 2024, in una nazione considerata sviluppata e civile, cade in una trappola retorica oscurantista. La discriminazione e il pregiudizio sono ferite ancora aperte per la comunità LGBTQIA+ italiana, che, indipendentemente dalla loro residenza, ne sentono quotidianamente il peso.
Il Tortona Pride non sarà solo una sfilata colorata: un flash mob, nei pressi del Duomo, vedrà il corteo rimanere in silenzio per 15 secondi, per poi gridare all’unisono: “Love is Love”. Essendo il primo Pride cittadino e con un evento analogo a pochi chilometri di distanza, l’affluenza è un’incognita. Tuttavia, l’eco suscitata sui social e nei media suggerisce che la partecipazione supererà ogni aspettativa.
Per saperne di più, noi di Radio Pride, abbiamo intercettato AureliA, vicepresidente dell’associazione AR2 organizzatrice del Pride di Tortona.
Partiamo da quando e dove? Cosa è previsto per il pride di quest’anno?
“Si tratta del primo PRIDE in una città governata da un buon sindaco sebbene di destra, non abbiamo chiesto il patrocinio perché non ci sembrava opportuno chiederlo se non per usarlo come arma contro il comune stesso, accusandolo di non averci concesso il patrocinio. Questo PRIDE parte in un modo molto tranquillo, per rispetto della città che si troverà piena di persone colorate e allegre che sfileranno portando un messaggio molto significativo alla cittadinanza.”
Qual è l’obiettivo principale del Pride della vostra città?
“L’obiettivo principale è quello di far esporre tutte le persone, che invece, ancora si nascondono per paura della discriminazione, l’obiettivo è quello di far capire alla cittadinanza che anche noi esistiamo, e sfiliamo chiedendo l’applicazione dell’articolo n.3 della Costituzione Italiana. In teoria, se questo articolo venisse applicato, anziché essere ignorato, dal Presidente del Consiglio, non ci sarebbe bisogno di creare delle leggi apposite per tutelare la nostra comunità.”
Come coinvolgere la comunità locale alla partecipazione?
“Stiamo cercando di coinvolgere la cittadinanza alla partecipazione facendo capire che chiedere diritti paritari non è una cosa che riguarda solo la comunità LGBTQIA+, ma riguarda anche tutti i cittadini italiani. Basti pensare al gap di genere che le donne subiscono nel mondo lavorativo, a partire dal loro stipendio più basso, oppure pensiamo alle umiliazioni che subiscono le stesse persone della nostra comunità. Riflettiamo spesso sull’ipocrisia, critiche negative che si trasformano in privato in avances e richieste sessuali.
Io stessa, a seguito del mio coming out, nel giorno del T-DOR del 2021, ho iniziato a ricevere richieste particolari sui social, addirittura fermata per strada a chiedermi se facessi marchette. E’ assurdo che nell’immaginario collettivo si associ ancora ad una persona transessuale, la prostituzione.”
Ci sono state criticità o opposizioni per l’organizzazione?
“Sì, ci sono state diverse criticità. Molti cittadini di Tortona, quelli che contano, hanno espresso il loro dissenso nei confronti del PRIDE. C’è chi ha voluto diffondere la falsa notizia che il pride non fosse stato autorizzato e di conseguenza annullato. Queste voci ci hanno leso molto, basti pensare che alcune organizzazioni solitamente vicine alle istanze della nostra comunità non hanno ancora confermato la loro partecipazione, proprio perché timorose di un annullo all’ultimo momento. Altre hanno defilato, scegliendo altre date e pride in contemporanea, in zone limitrofe.”
Ci sarà una madrina o un padrino del Pride? La parte “ludica” o un party conclusivo?
“Abbiamo pensato di affidare il ruolo di madrina, non ad una classica drag queen, ma bensì a Laura di Bari, eletta Miss Simpatia 2023. Laura cerca di fare attivismo politico invitando le persone alla coesione, un invito che noi condividiamo, in quanto crediamo fortemente che solo unendosi in un forte movimento si possa diventare partito per tutta la comunità Lgbt. Noi stessi, dell’associazione AR3, al Pride, lanceremo la creazione del movimento GALEBITRA, il cui scopo è proprio quello di riunire le varie associazioni LGBTQIA+ fondando il tutto sulla coesione degli scopi comuni.”
Cos’è questo Galebitra?
“Noi di AR3 annunceremo la nascita del progetto Galebitra, che avrà allo scopo di riunire sotto molteplici punti comuni tutte le associazioni della nostra comunità, anche quelle con opinioni divergenti, ma con cui condividiamo argomenti comuni da portare avanti specialmente nel campo dei diritti. Inoltre a Tortona è cresciuta notevolmente una comunità queer di giovanissimi. La nostra sede in via Fracchia 16, è una Safe Zone per tutta la comunità. Quando sul palco del Tortona Pride, a cui parteciperanno anche Tessere l’identità, AGEDO, rete Dafne, e molto probabilmente Uil e Cgil, annunceremo il progetto Galebitra e sarà intonata una canzone che esprime il disagio di vivere in un altro corpo. Il brano sarà intonato da AureliA la nostra vicepresidente. Si tratta di un testo molto forte ed esplicito che intende far comprendere cosa significhi, svegliarsi e guardarsi allo specchio e non vedere la persona che si è!”.