Salvatore Piro
Si avvicina il corteo ufficiale del Transferm Terni Pride. Il 25 Maggio, infatti, la città dell’amore per eccellenza (San Valentino fu il primo Vescovo della città umbra) ospiterà un evento che punta a focalizzare l’attenzione non solo sulla comunità LGBTIQ+, ma su tutto il tessuto cittadino, con l’obiettivo di promuovere un dialogo aperto sulle tematiche del transfemminismo. Noi di Radio Pride, in vista dell’imminente corteo, abbiamo ascoltato Luca Montali, presidente di Esedomani Terni, tra le principali associazioni promotrici dell’evento. Questo l’itinerario del corteo: Questo l’itinerario del corteo: Assembramento e partenza: ore 15:30 Piazzale della Rivoluzione francese. Tragitto: Via Curio Dentato – Viale Brin – Via Campofregoso – Via Lungonera Savoia – Rotonda Obelisco Lancia di Luce – Corso del Popolo – Piazza Ridolfi – Piazza Europa. Arrivo e comizio: Piazza Solferino.
Sig. Montali, partiamo da quando e dove? Cosa è previsto per il pride?
“Il Pride month è partito il 20 aprile scorso e si sta sondando in varie location della città che ospitano eventi gestiti sia da noi che da varie associazioni e partiti politici – afferma – . La parata ci sarà a conclusione, il 25 Maggio. C’è un # per seguire le attività sui nostri social ed è #ttp24”.
Qual è l’obiettivo principale del Pride ternano?
“Contrastiamo il patriarcato, che si fonda sulla sopraffazione e sulla violenza. Le conseguenze di questo modello si traducono in crisi e dislivelli socioeconomici, ambientali e culturali e in discriminazioni che colpiscono tutta la comunità transfem-lgbtqia+ e ancor più pesantemente tutte le specificità e singolarità più svantaggiate”. E ancora, “ci mobilitiamo per la visibilità delle persone LGBTQIA+, per l’educazione emotiva e sessuale, per il matrimonio egualitario, per la legittimazione delle relazioni non monogame, per avere leggi che ci tutelino contro la discriminazione e la violenza, per la parità salariale, per l’accessibilità universale, per aumentare i fondi ai Centri Antiviolenza, per il riconoscimento delle persone genitrici LGBTQIA+ e dei figli alla nascita, per l’adozione di carriere alias a scuola e sul luogo di lavoro”.
Quali sono le principali sfide che la comunità LGBTQ+ affronta nella vostra città?
“La sfida principale, a Terni, è dare visibilità e tutela alle persone della comunità queer in modo che ognun* possa essere libera e sicura nell’autodeterminarsi. Portando alla luce e rendendo disponibili sia dati scientifici che storie di lotta collettiva e vissuti personali di discriminazioni e violenze subite, si vuole abbattere la barriera dell’ignoranza e riaffermare che finchè una persona non sarà libera e sicura di esprimersi, quello sarà sempre un problema di tutta la società e non qualcosa di personale.
Come coinvolgere la comunità locale alla partecipazione?
“Il nostro modus operandi nasce da alcuni eventi organizzati in collaborazione o coordinate con diverse associazioni. Da qui l’idea di costruire attorno alle tematiche transfemministe, antifasciste e pacifiste del Pride, una rete di associazioni. Fare rete, oltre la funzione preparatoria alla manifestazione, ha avuto anche il merito di creare nuovi rapporti di conoscenza e scambio intellettuale e umano fra le persone attiviste, che sono alla base di ogni cosa.
Ci sono state criticità o opposizioni per l’organizzazione?
Diciamo che la decisione del Comitato del TTP24 di non richiedere il patrocinio (ovvero quello del Comune amministrato dal sindaco Stefano Bandecchi, espressione del partito Alternativa Popolare, di marcata ispirazione cristiano-democratica, ndr) ha innervosito qualcuno…”.
Ci sarà una madrina o un padrino del Pride? La parte “ludica” o un party conclusivo?
No, nessunə padrino o madrina. La sera ci sarà un Party celebrativo, serata finale anche del nostro Contest per eleggere Miss Drag Queen Terni 2024, presso un locale di Terni”.
Per tornare alla querelle con il sindaco, nel mirino della critica operata dalle associazioni organizzatrici sono finite alcune espressioni pronunciate in precedenza da Bandecchi, che ha definito i partecipanti semplicemente come “gente dell’arcobaleno”. Parole che “offendono la comunità LGBTQIA+ ternana definita con espressioni irrispettose e infantilizzanti, rivelando poca sensibilità e conoscenza delle tematiche che sarebbero requisiti minimi per essere alleati della comunità queer” rimarcano le associazioni.