La più che famosa cantante Lizzo, venerdì scorso, si è esibita nel Tennessee come da calendario — eppure questa notizia ha fatto il giro del web suscitando innumerevoli consensi e altrettante critiche.
Perché esibirsi con delle rinomate drag queen, sei delle quali con vestiti che richiamano la bandiera rainbow, ha generato questo enorme polverone?
Partiamo dal principio.
Per quanto l’immaginario collettivo degli Stati Uniti la dipingano ancora come “un sogno”, la realtà dei fatti è ben differente – e da molto più tempo di quanto si possa immaginare.
Attivisti e politici conservatori, infatti, sono ormai focalizzati ad attuare una serie di manovre “anti-LGBT”, per molteplici motivazioni che è difficile condividere. Una delle ultime iniziative, purtroppo, ha toccato profondamente una parte della Comunità: questo febbraio, il governatore repubblicano del Tennessee Bill Lee ha reso illegale alle drag queen esibirsi in pubblico e/o di fronte ai minori. Nonostante la legge non includa mai esplicitamente la parola “drag”, lo Stato del Tennessee ha considerato le loro performance “dannose per i minori”, generando da parte dei repubblicani e conservatori un forte consenso, e da parte dei liberali – e chiunque sia in difesa dei diritti civili – un’estrema disapprovazione sfociate in proteste su larga scala. Ricordiamo, comunque, che sempre in Tennessee è stata approvata una legge per vietare la terapia ormonale sostitutiva ai minori.
Ed è così che si torna a Lizzo. Anziché annullare o boicottare il concerto come richiesto da diversi suoi fan o esponenti della comunità LGBT+, e nonostante la legge a cui abbiamo fatto riferimento finora sia stata temporaneamente bloccata da un giudice federale, la cantante ha prontamente deciso di indire una sorta di protesta dal taglio molto personale: com’è possibile vedere in questo piccolo estratto del suo profilo social, Lizzo ha dimostrato per l’ennesima volta il suo intero supporto alla comunità LGBT+, ringraziando nella descrizione del video le drag queen presenti “per aver mostrato il loro orgoglio in Tennessee”.
Samuel Matrone
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