Vincenzo Sbrizzi
È scontro dopo l’ispezione inviata dal Ministero della Salute all’ospedale Careggi di Firenze per i farmaci utilizzati il trattamento della disforia di genere. Durissima la risposta delle opposizioni che hanno definito gravissimo il gesto del ministro Schillaci. A cominciare da Sinistra Italiana che in una lunga nota ha dichiarato: «La destra ha iniziato una guerra sporca sulla pelle delle ragazze, dei ragazzi e delle loro famiglie. Una guerra ideologica e antiscientifica condotta per raccattare qualche voto in più in vista delle amministrative e delle europee. Negli ospedali e nelle strutture del Servizio Sanitario Regionale le cittadine e i cittadini della Toscana fortunatamente non si affidano ai Gasparri, agli Stella o alle Mazzetti di turno ma a validi professionisti che hanno il compito di dare risposte a problematiche complesse. Tra queste c’è anche la disforia di genere, una condizione caratterizzata da una intensa e persistente sofferenza causata dal sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso. Una condizione che in Toscana viene trattata dal Centro regionale per l’incongruenza di genere di Careggi e nel resto d’Italia da una trentina di strutture. La verità è che la destra vuole colpire, come ha sempre fatto dai governi Berlusconi in avanti, il servizio sanitario pubblico e universalistico della Toscana. Come Sinistra Civica Ecologista ci auguriamo che questa vicenda si chiuda al più presto, senza produrre ulteriori strascichi e, soprattutto, sofferenze a chi già affronta un percorso difficile e complesso». Dal canto suo il governo ha fatto sapere che gli ispettori del ministero della Salute inviati all’ospedale Careggi di Firenze, per verificare il rispetto della normativa sulle terapie farmacologiche per il trattamento della disforia di genere nei bambini, faranno – apprende da fonti ministeriali l’Adnkronos Salute – una relazione al ministro della Salute Orazio Schillaci entro 15 giorni. Solo allora saranno prese delle decisioni da parte del ministero. «È solo una verifica di quello che è stato fatto e se sono state seguite le normative vigenti. Non è un gesto punitivo, assolutamente». Ha aggiunto il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine della presentazione a Roma dei dati dei trapianti e delle donazioni 2023. Non ha esitato a definirla una “crociata” il deputato del Pd, Alessandro Zan. «Contro l’ospedale Careggi di Firenze e il suo personale sanitario è in atto una vera e propria crociata politica, che, attraverso le pressioni della destra, sta spingendo il ministero della Salute a intralciare l’operatività della struttura sanitaria stessa. Gli ispettori ministeriali, che da ieri indagano all’interno della struttura, sono solo l’ultimo atto di una serie di azioni che hanno una precisa finalità: fermare quello che è un centro di eccellenza per l’assistenza psicologica e sanitaria a persone e adolescenti transgender. Mi chiedo come la destra, e in particolare il ministro Schillaci, non ascoltino il grido a difesa del centro delle decine di genitori che ribadiscono come il Careggi abbia salvato la vita dei propri figli. L’identità di genere è un diritto fondamentale della persona, come la Consulta ha ribadito in più sentenze, sancito dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Così come il diritto costituzionale alla salute deve essere garantito a ogni persona. Siamo evidentemente di fronte all’ennesimo attacco di questa destra verso la comunità lgbtqia+ italiana: si vuole colpire il Careggi per colpire le persone transgender, ed è semplicemente crudele e vergognoso. Ho presentato una interrogazione al Ministro Schillaci, con i colleghi Bakkali e Furfaro, per chiedere che si fermi immediatamente questo atteggiamento transfobico delle istituzioni che sta ledendo i diritti, la vita e la dignità di alcune cittadine e alcuni cittadini». È notizia degli ultimi minuti intanto la chiusura dell’audit degli ispettori ed esperti, insieme ai carabinieri del Nas. Lo afferma all’Ansa il capo della segreteria tecnica del ministero della Salute, Mara Campitiello. Gli ispettori hanno richiesto le cartelle cliniche dei pazienti pediatrici a campione. L’obiettivo, conclude Campitiello, è appunto verificare il percorso adottato anche in relazione all’uso del farmaco triptorelina.