Vincenzo Sbrizzi
La Grecia è diventata il primo paese cristiano ortodosso a legalizzare il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso, nonostante l’opposizione dei funzionari della Chiesa. Una maggioranza trasversale di 176 deputati in un parlamento composto da 300 seggi ha votato a favore del disegno di legge redatto dal governo di centrodestra del primo ministro Kyriakos Mitsotakis. Altri 76 hanno respinto la riforma, mentre due si sono astenuti e 46 non erano presenti alla votazione. La nuova legge riconosce i diritti genitoriali per le coppie dello stesso sesso, ma non consentirà agli uomini omosessuali di acquisire figli biologici attraverso gestazione per altri in Grecia.
“La Grecia è orgogliosa di essere il 16/mo paese dell’Ue a legiferare in materia di uguaglianza matrimoniale. Si tratta di una pietra miliare per i diritti umani, che riflette la Grecia di oggi: un paese progressista e democratico, appassionatamente impegnato nei valori europei”. Così, su X, il premier greco Kyriakos Mitsotakis ha commentato l’approvazione da parte del parlamento greco del disegno di legge. La Grecia dove predomina ancora un modello familiare tradizionale, è diventato il 37esimo Paese del mondo, il 17 dell’Unione europea e il primo cristiano ortodosso a legalizzare l’adozione per genitori dello stesso sesso. Per le associazioni Lgbt+ e le coppie omosessuali con figli, la Grecia sta vivendo “un momento storico” mentre il primo ministro di destra Kyriakos Mitsotakis ha parlato di “una giornata di gioia” per il suo Paese. “Da domani verrà rimossa una barriera in più e diventerà un ponte di convivenza in uno Stato libero tra cittadini liberi”, ha detto intervenendo in Parlamento prima del voto previsto nella serata di oggi. Non c’è dubbio che il disegno di legge sia stato approvato grazie al sostegno di diversi partiti di opposizione di sinistra. Ma Mitsotakis ha dovuto affrontare la ribellione dell’ala più conservatrice del suo partito Nuova Democrazia (Nd), che si è opposta a questa riforma. Rieletto l’anno scorso, il premier ha fatto del matrimonio tra persone dello stesso sesso una misura di punta del suo secondo mandato. Questo “migliora notevolmente la vita dei nostri concittadini” omosessuali e dei loro figli, ha commentato, ricordando che si tratta di “una realtà sociale esistente” e che votando per il matrimonio omosessuale i deputati avrebbero eliminato “una grave disuguaglianza per la nostra democrazia”. Dal 2015 la Grecia prevede le unioni civili, ma non le stesse garanzie legali del matrimonio civile. Mitsotakis ha insistito anche sulla necessità di porre fine alle situazioni grottesche riguardanti la genitorialità omosessuale. Perché finora solo il genitore biologico ha diritti sul bambino. In caso di morte dell’altro genitore, lo Stato revoca l’affidamento all’altro. I figli di due uomini non possono ottenere documenti d’identità, essendo obbligatorio il nome di una madre nello stato civile. Le coppie dello stesso sesso “non hanno ancora le stesse possibilità giuridiche per garantire ai propri figli ciò di cui hanno bisogno, per poterli portare a scuola, per poter viaggiare, per andare dal medico o in ospedale”, ha lamentato Mitsotakis.