Claudio Finelli
Il 22 giugno, l’Onda Pride giunge a Lodi. Un corteo anticipato da numerosi eventi culturali e dibattiti pubblici di grande interesse, tra cui spicca il talk con la nota linguista Vera Gheno, la proiezione del film di Andrea Adriatico “Gli anni amari”, la presentazione del libro “Polveri sottili” di Gianluca Nativo e la mostra a fumetti di Gabriele Zamboni.
Nel manifesto politico, in cui si sottolinea la criticità del momento storico attuale, in cui sembrano essere messi nuovamente in discussione diritti faticosamente acquisiti e in cui sembrano minate le prospettive di tutela future, Lodi Arcobaleno, un gruppo libero di cittadini3 che, assieme all’associazione Rumorossə, vuole sensibilizzare la città di Lodi e tutto il territorio circostante rispetto a tematiche di giustizia sociale, dichiara: “Davanti ad una società sempre più diseguale in termini di accesso alla salute, allo studio, alle professioni, nella quale l’ascensore sociale è bloccato da anni, Lodi Arcobaleno propone una città che riconosca e che rispetti i diritti e le individualità di tuttu, che sia pronta al dialogo e all’ascolto. Per questo siamo particolarmente orgoglios3 che al nostro gruppo informale, si siano unite tante associazioni e realtà che quotidianamente lavorano per i diritti della persona, che portano istanze femministe, del lavoro, dell’accoglienza, nella consapevolezza che, se la lotta non è intersezionale allora non è lotta”.
Per saperne di più sul Lodi Pride, raggiungiamo telefonicamente Umberto Gesi di Lodi Arcobaleno.
Il prossimo 22 giugno, l’Onda Pride 2024 arriva a Lodi. Quali saranno i contenuti politici del vostro Pride? Quali gli ospiti che prenderanno parte alla manifestazione e quale la madrina? Ci sarà una parte “ludica” o un party conclusivo?
Il nostro Pride vuole essere innanzitutto un momento di rivendicazione e riappropriazione degli spazi della città. Troppo spesso i pride vengono bollati in fretta con termini come circo, carnevalata etc; è importante non confondere la nostra marcia pacifica e la musica a tutto volume con una baraonda superficiale; in questo momento storico assistiamo a uno stallo per l’acquisizione di nuovi diritti civili (omogenitorialità, carriere alias, autodeterminazione, matrimoni egualitari etc) e addirittura la tentata ridiscussione di diritti che pensavamo ormai radicati, come la legge 194. Sabato riempiremo le strade di Lodi per ricordare alla cittadinanza che la comunità queer esiste e ha una sua dignità che deve essere riconosciuta. Siamo al nostro secondo pride ufficiale e, per sottolineare l’importanza di una manifestazione locale, abbiamo deciso di non avere una madrina ufficiale o personaggi di punta. Al termine della parata daremo voce a membri della classe politica, come Manuela Minojetti e Roberta Vallacchi, ma soprattutto alle persone della comunità queer della città rappresentata dai membri di Lodi Arcobaleno stessa; oltre a loro abbiamo invitato a parlare il collettivo hubsoleto, centro per l’autodeterminazione di genere, e genderlens, associazione di genitori di bambin3 gender creative. La parata partirà alle 16.00 da piazza della Vittoria e si spingerà lungo le vie della città per finire ai giardini di piazza Zaninelli. I festeggiamenti, invece, saranno in diverse zone del centro lungo tutta la serata di sabato; molti locali della città si sono impegnati a organizzare in autonomia eventi post pride come ad esempio Il BarZaghi che, grazie alla collaborazione con il Circolo del porro, organizzerà un concerto di Manduria e Superfreak con djset di Flaiv Darko.
Come è accolto dall’amministrazione e dalla società civile il Pride? Quali sono le vostre aspettative? Avete incontrato criticità nell’organizzazione?
Abbiamo sempre trovato nell’amministrazione locale un alleato valido; la nostra attività è nata poco dopo l’insediamento dell’attuale giunta le cui figure di riferimento sono per noi il sindaco Andrea Furegato e l’assessora alle pari opportunità Manuela Minojetti. Lo scambio, con quest’ultima in particolare, è positivo ed efficiente e ci troviamo spesso a proporle idee e dibattiti da discutere proprio per rendere Lodi una città più aperta e accogliente. Lungo i nostri due anni di attività abbiamo visto crescere anche il consenso nei nostri confronti e la partecipazione della cittadinanza; la comunità queer ha molta voglia di avere spazio e rappresentazione in città ma anche tutta la comunità civile, indipendentemente dall’orientamento sessuale, sente il bisogno di una ventata d’aria fresca. Ne è un esempio il pride dello scorso anno che ha raccolto un numero di persone mai visto prima, la cui partecipazione è stata, appunto, trasversale. Ovviamente non mancano acredini e difficoltà; siamo incappat3 nel corso degli eventi in sguardi di disapprovazione o beffa, a volte anche con casi di aperte ostilità e aggressività ma non ci diamo per vint3: è parte del gioco di voler sensibilizzare e portare giustizia sociale in una zona di provincia come la nostra.
Quali sono le principali sfide che la comunità LGBTQ+ affronta a Lodi?
A Lodi la comunità LGBTQIA+ fa i conti con il fatto di non essere mai stata rappresentata in precedenza. Come gruppo libero e con le nostre alleate Rumorossə, associazione amica, stiamo cercando di colmare questo vuoto e portare consapevolezza sui pregiudizi e la discriminazione in favore della bellezza della diversità; finora abbiamo portato avanti questo scopo con singoli eventi come presentazioni di libri, dibattiti, laboratori somatici ma anche dj set e sessioni di yoga e non ci dispiacerebbe trovare uno spazio a noi dedicato per migliorare la nostra offerta e le nostre proposte. In futuro vorremmo anche assistere alla nascita di uno sportello polifunzionale (medico, psicologico, legale etc) che accolga le istanze delle persone queer e un personale formato e informato per guidare serenamente le persone all’applicazione dei propri diritti.