Vincenzo Sbrizzi
Rispetto alla vicenda della pesca di Esselunga, non poteva far mancare la sua presenza nel coro dei “maitre à penser” il conduttore Rai, Bruno Vespa. Con un editoriale a reti unificate, uscito su diverse testate cartacee del gruppo Cartagirone, l’intramontabile volto televisivo ha espresso il suo parare sulla pubblicità dopo qualche giorno dallo scoppio della polemica. Iniziativa che sarebbe stata anche apprezzabile se si fosse distinta dal coro del tormentone prendendosi qualche giorno di tempo in più per aggiungere qualcosa di originale e più ragionato al dibattito. Purtroppo non è stato questo il caso visto che l’editoriale ha espresso poche e confuse idee di comunicazione pubblicitaria, definendo delle novità rivoluzionarie cose che si fanno più o meno da una decina d’anni. Anche in questo caso è un peccato visto che parliamo di un professionista che frequenta la tv pubblica da decenni. Ma al di là di questo il “meglio” dell’editoriale di Vespa è stato dedicato alle coppie omosessuali. Lo so, vi starete chiedendo “cosa c’entrano le coppie omosessuali con quelle separate di cui parla la pubblicità?”. “Vallo a capire” viene da rispondere ma poi in realtà, fermandosi un attimo a riflettere qualcosa c’entrano. C’entrano nella misura in cui uno dei volti della tv pubblica e nazional-popolare è ossessionato da tutto il mondo Lgbt+ in un improbabile desiderio di affermazione della “razza eterosessuale” a rischio estinzione. A leggere le sue parole sembra che gli eterosessuali siano costantemente sotto attacco ed è proprio questo l’obiettivo della sua invettiva. Nonostante non c’entri nulla con l’argomento in questione, ogni occasione è buona per far passare l’idea secondo cui la “normalità” e la “famiglia tradizionale” sono sotto attacco della potentissima lobby gay a cui il politicamente corretto si è inchinato. E quale periodo migliore per “posizionarsi” politicamente se non in questo di governo di centrodestra. Ogni opportunità di far capire ai potenti di riferimento, perché è a loro che sono rivolti questi editoriali non ai lettori dei giornali che lo pagano, da che parte si è scelto di stare è importante. Allora l’argomento del giorno serve solo da esca e da opportunità per macchiare la carta con l’inchiostro poi il resto è concentrato a conficcare la propria bandierina nel terreno dell’agone politico, facendo attenzione a far capire senza fraintendimenti di essere allineati e coperti rispetto alle idee del potente di turno. Del resto sacrificare i diritti non costa nulla.